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Zingaretti, M5s attacca: "Se è indagato si dimetta". Il segretario Pd: "Bassezze, ho fiducia nei giudici"

Nicola Zingaretti
  
Il neosegretario del Pd nel mirino dei cinquestelle dopo la notizia dell'Espresso sulla  sua iscrizione nel registro degli indagati
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La notizia pubblicata dall'Espresso sull'iscrizione di Nicola Zingaretti nel registro degli indagati della Procura di Roma, per presunto finanziamento illecito, ha innescato l'offensiva del M5s al segretario del Pd. Che risponde di non temere "le bassezze" dei cinquestelle, i quali  - anche preoccupati dal sondaggio Swg secondo cui il Pd scavalcherebbe i grillini nella campagna all'europeo - partono all'attacco dei democratici.

"In merito all'articolo dell'Espresso voglio affermare di essere estremamente tranquillo - afferma il governatore del Lazio -  perché forte della certezza della mia totale estraneità ai fatti che, peraltro, sono stati riferiti come meri pettegolezzi 'de relato' e senza alcun riscontro, come affermato dallo stesso articolo del settimanale".

"Mai nella mia vita ho ricevuto finanziamenti in forma illecita e attendo quindi con grande serenità che la giustizia faccia tutte le opportune verifiche per accertare la verità - prosegue il leader dem -. Quanto al Movimento 5stelle e alle loro scomposte dichiarazioni: comprendo la loro disperazione per il disastro politico che stanno combinando, per essere da mesi succubi del loro alleato di governo, per essere in caduta libera nel gradimento dei citttadini e per le batoste elettorali avute in Abruzzo e Sardegna. Ma se pensano di aggraparsi alle fantasie di qualcuno sbagliano di grosso - conclude Zingaretti -. Non mi faccio intimidire da chi utilizza queste bassezze. Se ne facciano una ragione".

Le "bassezze" a cui fa riferimento Zingaretti prendono le mosse da una nota del partito di Di Maio, in cui si legge: "Nemmeno pochi giorni da segretario del Partito democratico e già viene indagato per finanziamento illecito, secondo l'Espresso. Un bel battesimo che non sorprende, visto che era già stato indagato per Mafia Capitale. Perdi il pelo ma non il vizio: bentornato Pd, ci eri mancato". A seguire arriva l'attacco di Manlio Di Stefano, sottosegretario M5s agli Affari esteri, che invita il neosegretario a lasciare il nuovo incarico: "Questo sarebbe il nuovo che avanza? Cambiano i segretari ma gli affari oscuri sembrano rimanere di casa nel Pd. Zingaretti abbia il pudore di mollare la nuova poltrona".

Sulla stessa scia anche il senatore pentastellato Gianluigi Paragone, che aggiunge: "Mi auguro che il neosegretario del Pd smentisca questa notizia, altrimenti faccia un passo indietro. Certo, sarebbe veramente un pessimo inizio...".






 
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