Politica

Ius soli, Salvini: "Rami lo vuole? Si faccia eleggere". Martina con Delrio: "Battaglia da riprendere". Frecciata di Renzi

Maurizio Martina con Nicola Zingaretti (ansa)
Dopo il caso dei "bambini eroi" senza cittadinanza sul pullman dirottato, il ministro dell'Interno chiude a ogni ipotesi di modifica: "La legge va bene così". L'intervista del capogruppo dem a Repubblica scuote i dem. Zingaretti: "L'eroismo di quei ragazzini non cada nell'oblio". Renzi: "Bisognava porre la fiducia, con le unioni civili io lo feci". Giuditta Pini: "Impegno tradito dal nostro partito". Marcucci: "Ripartiamo dalla società"
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Il caso dei "ragazzini eroi" privi della cittadinanza italiana, che erano a bordo del pullman dirottato a San Donato Milanese, scuote ancora la politica. Fa rumore l'intervista di Graziano Delrio che a Repubblica dice "a noi del Pd è mancato il coraggio, dovevamo rischiare di più e mettere la fiducia sullo ius soli", mentre invita il neosegretario Nicola Zingaretti a dare battaglia su questo tema. "L'eroismo di quei ragazzini non cada nell'oblio", ha detto Zingaretti. Ma dal governo, ancora una volta, arriva l'altolà di Matteo Salvini. Che si rivolge direttamente a Rami, il 13enne egiziano nato in Italia che ha evitato la strage chiamando i carabinieri: "Vuole lo ius soli? Si faccia eleggere", dice il ministro dell'Interno.

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Il Pd e la "battaglia tradita"


L'ex segretario Maurizio Martina si schiera con il capogruppo dei deputati: "D'accordo con Delrio, fuori e dentro il Parlamento dobbiamo riprendere l'impegno per la nuova cittadinanza, perché chi nasce e studia in Italia è italiano", dice a Repubblica. E aggiunge: "Per me va rilanciata anche la raccolta firme per il referendum abrogativo del decreto 'insicurezza' di Salvini".



L'altro capogruppo, Andrea Marcucci, presidente dei senatori dem, dice: "Ero d'accordo la scorsa legislatura, quando con il governo Renzi approvammo la legge in prima lettura, resto d'accordo oggi. Certo, con i numeri di cui dispone la attuale maggioranza, temo che resti una battaglia ideale, da tenere comunque viva nella società".

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E proprio Matteo Renzi interviene nel dibattito sullo ius soli con un tweet in cui, implicitamente, contesta la scelta di non porre la fiducia sulla questione della cittadinanza fatta ai tempi del governo Gentiloni: "Io la fiducia sulle unioni civili l'avevo messa. Sullo ius soli, invece...".



Tranchant - anche sulle responsabilità del suo partito - la deputata dem Giuditta Pini: "Quando Matteo Orfini, da solo, propose di porre la fiducia sullo ius soli, fu accusato di voler far cadere il governo. L'allora premier Gentiloni garantì il suo impegno ma non riuscì a ottenere il risultato. Direi che è un impegno che abbiamo tradito. Ed è la prova che il tatticismo in politica non paga. Oggi, con un governo di destra che strizza l'occhio all'estrema destra, tutto appare molto difficile".


Il muro del governo

Ma dal fronte del governo arriva un muro, innanzitutto quello di Matteo Salvini. "La legge sulla cittadinanza va bene così", dice oltre a sfidare il piccolo Rami ("vuole lo ius soli? Potrà farlo quando sarà stato eletto in Parlamento"). Già ieri il numero uno della Lega aveva dichiarato: "Lo ius soli lasciamolo alla sinistra". Il leader M5S Luigi Di Maio, che pure aveva lanciato la proposta della concessione della cittadinanza a Rami, ha d'altronde detto: "Non è nell'agenda di governo". Freddezza anche dal premier, Giuseppe Conte: Stiamo parlando di un singolo caso: non approfittiamone in modo strumentale per squarciare una prospettiva ben più ampia".

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