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Legge sul "revenge porn", liti in Parlamento e Di Maio: "L'emendamento dell'opposizione noi lo votiamo, la Lega non so"

Bocciata una proposta di Boldrini. Le parlamentari di Pd e Forza Italia protestano per l'esclusione del tema dal dl "Codice rosso" e occupano la Camera. Poi l'intervento del vicepremier che sconfessa anche la pentastellata Sarti
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Le forze parlamentari non trovano un accordo per una legge che punisca il revenge porn, ossia la diffusione per vendetta di immagini sessuali private. Litigano in Parlamento, e alla fine Luigi Di Maio da New York interviene sconfessando la linea seguita per tutta la giornata dalla maggioranza: "L'emendamento al revenge porn si può votare. Noi lo votiamo, la Lega non so". In mattinata alla Camera un emendamento di Laura Boldrini (Leu) sul tema era stato bocciato dalla maggioranza gialloverde per 14 voti. Le parlamentari di Forza Italia e Pd avevano occupato nel pomeriggio l'aula di Montecitorio dove si discutevano le norme del decreto Codice rosso contro la violenza di genere e domestica: a quel provvedimento l'opposizione aveva proposto gli emendamenti sul revenge porn. La seduta stata era sospesa: l'esame del provvedimento riprenderà martedì.

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IL VIA LIBERA DEL VICEPREMIER 5S

"Per me quell'emendamento è un primo passo - dice Di Maio in serata -  martedì quando torneremo in aula si può benissimo votare. Poi c'è da approvare un disegno di legge organico". Il riferimento del vicepremier è alla proposta di legge che i 5 Stelle hanno presentato in mattinata, alla presenza della madre di Tiziana - la ragazza di Napoli morta suicida per i video intimi diffusi in Rete - che supporta l'iniziativa.

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LA BOCCIATURA E LA PROTESTA

Resoconto di una giornata difficile. Prima era stato bocciato l'emendamento Boldrini - nonostante la richiesta unitaria dell'opposizione di approvarlo - che puntava a inserire nel ddl Codice rosso una nuova tipologia di reato legata al revenge porn: i sì erano arrivati a 218, i no 232. 

Poi nel pomeriggio l'intervento durissimo di Stefania Prestigiacomo  di Forza Italia: "Oggi stiamo scrivendo una bruttissima pagina di storia parlamentare, abbiamo vissuto in passato momenti esaltanti in quest'aula quando, grazie all'operosità e all'intelligenza innanzitutto delle donne di tutti gli schieramenti ma anche con il supporto dei colleghi, abbiamo saputo rinunciare a primogeniture in nome dell'approvazione di valori che sono oggi pilastri nel nostro ordinamento giuridico. Ricordo il giorno in cui abbiamo approvato la legge che modificava il reato di violenza sessuale da reato contro il costume a reato contro la persona. Tutte le donne parlamentari firmarono quel progetto di legge indipendentemente dai partiti: la prima firma era Finocchiaro, la relatrice della legge, con il consenso di tutti, era Alessandra Mussolini. Oggi invece in nome dell'egoismo e in nome di una ostinazione incomprensibile noi stiamo rinunciando alla possibilità di dare seguito ad atti votati da quest'aula perchè ricordo che nel mese di novembre abbiamo approvato una mozione a prima firma Carfagna che invocava un intervento della maggioranza e del governo su un tema come questo. In questo momento stiamo disattendendo ad un impegno assunto da quest'aula all'unanimità".


BOSCHI: "DOV'È LA MINISTRA BONGIORNO?"

Poco dopo le parlamentari d'opposizione hanno occupato i banchi del governo e la seduta è stata sospesa. Ma nella giornata tante donne che siedono in Parlamento avevano commentato in modi differenti il tema della giornata. E su Twitter anche Maria Elena Boschi del Pd interviene: "Alla Camera Lega e M5S stanno bocciando tutti gli emendamenti che introducono il revenge porn. Dove è la ministra Bongiorno? Se ha a cuore davvero le donne vittime di violenza, faccia cambiare idea al suo governo". Alla fine la conferenza dei capigruppo della Camera ha deciso: il ddl Codice Rosso slitta a martedì 2 aprile.

L'INTERVENTO DI GIULIA SARTI

Su Facebook aveva parlato anche Giulia Sarti, la deputata Cinque stelle a sua volta vittima della diffusione di foto intime: "Ringrazio tutti coloro che in questi giorni hanno espresso reale e sincera vicinanza nei miei riguardi.  A tal proposito, in virtù di quel che ho passato, io così come molte altre donne purtroppo, ci tengo a sottolineare che il caso in questione, cosiddetto 'Revenge porn', discusso in queste ore nell'ambito del Codice Rosso, non può certo risolversi attraverso l'approvazione di un mero emendamento. Al contrario, la materia è talmente delicata da richiedere un ampio dibattito non solo parlamentare, bensì giuridico-sociale, volto dapprima a coinvolgere esperti, vittime, famiglie, analisti, giuristi e tutte le varie articolazioni dello Stato competenti come la Polizia postale e delle comunicazioni. È un tema importantissimo, una sua seria regolamentazione non può rischiare di nascere monca".

LA PROPOSTA 5 STELLE

Intanto al Senato i 5S presentavano la loro proposta sul revenge porn: scritto da Elvira Evangelista, prevede da 6 mesi a 3 anni di carcere per chi pubblica foto o video privati sessualmente espliciti senza l'espresso consenso delle persone rappresentate "al fine di provocare nelle persone offese gravi stati  di ansia, timore o isolamento" e la possibilità di inoltrare al gestore del sito web o social media un'istanza per l'oscuramento, la rimozione o il blocco dei contenuti. La pena diventa da 1 a 4 anni se a farlo è il partner o l'ex partner della persona offesa; e da un 5 a 10 anni se la persona offesa si toglie la vita e sono previste inoltre linee guida per la formazione degli studenti e del personale scolastico.





 
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