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Di Maio e Salvini a Tria: "Firmi il decreto sui risparmiatori". Il leghista contro Confindustria: "Ci attacca ma chiede incontri"

L'incontro di ieri in Toscana tra il vicepremier Salvini e il presidente del Consiglio Conte 
Il ministro dell'Interno irritato per le parole di Boccia sul voto anticipato: "Erano abituati troppo bene dalla sinistra". Tensione Lega-M5S per l'articolo di Repubblica che ricostruisce le intenzioni del Carroccio. Salvini: "Pesce d'aprile". Ma il nostro giornale conferma tutto
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Non c'è pace nel governo. Nonostante l'immagine bucolica dell'incontro nella campagna toscana lanciata ieri sui social da Conte e Salvini. E l'economia è il banco di prova nell'alleanza. Come mostrano le parole di irritazione del vicepremier leghista nei confronti di Confindustria. Ma anche l'attacco di Salvini e Di Maio a Tria: "Firmi il decreto sui risparmiatori". Intanto scoppia un caso, tra 5Stelle e Lega, per l'articolo di Repubblica che ricostruisce le intenzioni di Salvini. 


Salvini: "Da Confindustria solo attacchi"

"Erano abituati troppo bene dalla sinistra". Matteo Salvini parla all'emittente di Firenze Lady Radio (oggi in città ha presentato il candidato del centrodestra per le comunali) e dalle sue parole traspare tutta l'irritazione per l'uscita di ieri del presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia ("se continua lo stallo, meglio andare al voto"). Questa è la risposta del vicepremier leghista: "Confindustria ci desse una mano, facesse delle proposte. Sui giornali ci attacca e poi chiede incontri".


Poi prova a fare una distinzione tra gli imprenditori: "Io parlo tutti i giorni con piccoli imprenditori, artigiani, commercianti. Forse i grandi industriali erano abituati troppo bene dalla sinistra: qualunque cosa chiedevano gli veniva concessa. Ma l'Italia è fatta dai piccoli imprenditori, artigiani, commercianti. Non solo da grandi banche e imprese". Certo, Salvini sostiene "io non mollo, il governo va avanti". Ma i segnali di nervosismo si moltiplicano. Soprattuto sui temi economici, mentre il ministro Tria ha confermato, ieri, le previsioni di un'Italia a crescita zero. Pur escludendo una manovra correttiva.
 

Di Maio e Salvini: "Tria firmi il dl sui risparmiatori"

Questa d'altronde è una settimana importante sul fronte dell'economia: oggi sono arrivate le nuove preoccupanti stime dell'Ocse e ci sarà l'incontro tra il premier Conte e il presidente della Comissione europea Juncker, mentre nei prossimi giorni si aspetta il via libera al decreto crescita. La tensione nella maggioranza è evidente anche negli ultimi scontri sul tema della famiglia. Su questo il vicepremier leghista Luigi Di Maio prova a segnare un punto, proponendo aiuti per i genitori, in vista del Def da varare entro il 10 aprile: "Nel Def saranno inserite misure di aiuto alle famiglie sul modello di quanto si fa in Francia: 50% di sconto sui pannolini, 50% sulle spese per la baby sitter, un coefficiente familiare che si abbatte a seconda di quanti figli hai". Ma soprattutto Di Maio lancia un avvertimento a Tria: "Il ministro può stare tranquillo: l'unica cosa che penso è che tutti dobbiamo lavorare sulle cose concrete, quindi deve essere firmato il prima possibile il decreto sul rimborso dei risparmiatori truffati, per noi è fondamentale". Qualche ora dopo arriva l'attacco di Salvini a Tria: "Il ministro dell'Economia deve dare una risposta veloce ai truffati dalle banche e mi sembra che sia passato il tempo sufficiente".


Il tema, che vede Lega e 5Stelle in pressing su Tria, è quello dei rimborsi da 1,5 miliardi di euro in tre anni per i risparmiatori vittime delle banche fallite. Salvini e Di Maio chiedono al ministro di sbloccare il decreto. Tria vuole prima attendere invece il via libera di Bruxelles.
 

La strategia di Salvini

Intanto i 5Stelle reclamano una smentita di Salvini sulla ricostruzione della strategia leghista apparsa oggi nell'articolo  di Repubblica a firma di Claudio Tito dal titolo "Diktat di Salvini: un cambio di passo o può crollare tutto". Alla fine Salvini dichiara: "'Repubblica è un costante pesce d'aprile, il pensiero mio è mio, c'è un presidente del Consiglio, c'è una squadra, comandano gli italiani, comanda il contratto di governo". Repubblica conferma integralmente la ricostruzione di Claudio Tito.



 
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