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Libia, vertice a Palazzo Chigi. Scontro dopo l'esclusiva di Repubblica. E Minniti critica il governo: "Italia isolata"

Il presidente francese Macron con i protagonisti dello scontro in Libia, Serraj (a sinistra) e Haftar (a destra) 
Nel pomeriggio riunione di Conte con Trenta e Moavero, telefonata del premier con Merkel. Ma Meloni, dopo le rivelazioni del nostro quotidiano: "Cosa dice il Pd sulla Francia?". La replica dem: "Lei era al governo nel 2011 quando fu deciso l'intervento"
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La guerra civile è sempre uno scenario concreto in Libia. E la prospettiva scuote la politica italiana. Che si divide soprattutto dopo le rivelazioni esclusive di Repubblica sul ruolo di Parigi nell'avvio dell'offensiva di Haftar. Nel pomeriggio si è tenuto un vertice a Palazzo Chigi, durato circa un'ora e mezza tra il premier Giuseppe Conte, il ministro degli Esteri Enzo Moavero e il ministro della Difesa Elisabetta Trenta. Per la Lega - assente Salvini - c'era il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Giancarlo Giorgetti. Al termine del vertice da fonti di Palazzo Chigi trapela la notizia di una telefonata intercorsa tra Conte e la cancelliera tedesca Angela Merkel. Continui sono anche i contatti diplomatici con Francia e Usa. Il premier inoltre ha chiarito che il Gabinetto di crisi varato oggi sarà attivo fino a quando l'emergenza libica non sarà rientrata. La struttura sarà a disposizione di tutti i ministeri coinvolti in modo da consentire una gestione coordinata del dossier.

Intanto il Pd attacca il governo con Marco Minniti, ex ministro dell'Interno - l'uomo che nel 2017 gettò le basi di un'intesa con il governo di unità nazionale guidato da Serraj:


Meloni: "Cosa dice il Pd su Macron?"

La leader di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni, twitta la prima pagina di Repubblica e chiede provocatoriamente: "Anche stavolta i parlamentari Pd scriveranno a Macron per chiedere scusa?".



Le replica della deputata dem Alessia Morani: "Chissà se anche stavolta Meloni, ministro del governo Berlusconi che decise di intervenire in Libia nel 2011 al fianco della Francia, si dimenticherà di essere responsabile di quello che è accaduto".


Il premier, Giuseppe Conte, prova a stemperare le polemiche sul ruolo francese:  "Il momento delle tensioni franco-italiane è finito", dice in un'intervista  al quotidiano francese Les Echos.

Il presidente dell'Europarlamento, Antonio Tajani, è critico: "Purtroppo la Francia e l'Italia perseguono obiettivi diversi e l'Italia non riesce a svolgere un ruolo. Bisogna cambiare e arrivare immediatamente a una tregua se si vuole stabilizzare la Libia che è un elemento chiave per la stabilizzazione dell'intera area mediterranea". Ma le accuse più dure arrivano dall'ex responsabile del Viminale.
 

Minniti: "In Libia rischiamo l'irrilevanza"

"Si è mosso qualcosa di molto profondo in Libia, e noi non ce ne siamo neppure accorti", dice Marco Minniti riferendosi all'offensiva del generale Haftar.

Libia, Minniti (Pd): "Italia isolata, rischiamo irrilevanza. Un errore rompere con Ue su immigrazione"


Difende l'azione condotta negli anni scorsi dal centrosinistra: "L'Italia discuteva e ha discusso giustamente con Serraj, che era il primo ministro di un governo internazionalmente riconosciuto. Ma quando discuteva con Serraj aveva presente la struttura instabile della Libia". Soprattutto parla di "un'Italia oggi isolata" in Libia. Considerando l'atteggiamento scelto sul tema dell'immigrazione come una delle cause: "Secondo me il governo italiano ha fatto un errore clamoroso nel portare la questione dell'immigrazione come elemento di rottura in Europa. Così sono aumentate le diffidenze e l'Italia è rimasta isolata".

E, a proposito del ruolo giocato dalla Francia, aggiunge: "Se ognuno difende e tutela in maniera brutale i propri interessi nazionali, ci sono altri che li tutelano in maniera altrettanto brutale". Ricordando anche l'incontro con tra Di Maio e gilet gialli francesi, che certo non ha aiutato nei rapporti con Parigi. 


Minniti è molto prudente su un eventuale intervento della comunità internazionale: "L'intervento della comunità internazionale in Libia va valutato con attenzione. Il rischio è che tutte le fazioni che oggi combattono tra di loro si uniscano per combattere l'avversario esterno". In prospettiva, individua un rischio per il nostro Paese: che la Libia possa diventare un "rifugio per chi fugge dallo Stato islamico". E a Matteo Salvini manda un messaggio implicito: "Quando c'è una guerra, i porti non possono essere chiusi".

 
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