Politica

Radio Radicale, staffetta di firme per la rassegna di Bordin. Salvini pro emittente: "Preferirei taglio dei mega-stipendi Rai"

Massimo Bordin in un'immagine del 1995 (ansa)
Ha cominciato Francesco Merlo di Repubblica, autore dell'appello al premier Conte per scongiurarne la chiusura. Il vicepremier leghista la difende attaccando però la tv pubblica
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Una staffetta di firme del giornalismo italiano in memoria di Massimo Bordin, per continuare la storica rassegna stampa dal titolo "Stampa e Regime" che l'ex direttore di Radio Radicale faceva tutte le mattine, dal lunedì al venerdì. Ad annunciarla è stato l'attuale direttore Alessio Falconio. Ha cominciato per primo l'editorialista di Repubblica Francesco Merlo, che curerà la rassegna per tutta la prossima settimana. Merlo è anche l'autore dell'appello lanciato ieri dalle pagine di Repubblica al premier Giuseppe Conte per salvare la Radio, al quale ha aderito anche il Pd tra le forze politiche.


 
ll 21 maggio finisce, infatti, la convenzione con il governo per la trasmissione delle attività istituzionali. Finora sembrava stesse ancora in piedi la possibilità di una proroga da parte del Mise, ma le parole pronunciate lunedì scorso da Vito Crimi, sottosegretario cinquestelle all'Editoria, sembrano vanificare questa ipotesi.

E, mentre il Partito Radicale annuncia una manifestazione per la sopravvivenza della Radio (domenica 21 aprile in alle 11 piazza Madonna di Loreto a Roma), si susseguono gli appelli  perché l'emittente, fondata nel 1976, non venga chiusa. L'ultimo in ordine di tempo è quello di Amnesty international: "Per chi ha a cuore i diritti umani oltre che l'informazione libera ed indipendente, è un dolore. Radio Radicale è stata non solo per me personalmente ma per tutta Amnesty International una compagna di viaggio in tantissime occasioni, conferenze ed eventi. C'è un archivio di questa radio sui diritti che dovrebbe essere un patrimonio dell'umanità italiana, mentre viene cancellata per motivi direi discutibili è veramente un rammarico", ha detto il portavoce Riccardo Noury. Anche l'associazione ambientalista Italia Nostra ribadisce che "Radio Radicale non deve essere spenta".

Il vicepremier Matteo Salvini si schiera a favore della radio anche se tramuta la sua difesa in un attacco alla Rai: "Io, e lo proporrò anche agli amici Cinquestelle, preferirei che chi di dovere tagliasse i mega stipendi in Rai". E aggiunge: "Ci sono stipendi milionari in Rai, ci sono decine e centinaia di persone pagate da tempo per fare poco o niente. Quindi, prima di chiudere voci che informano, io andrei a guardare laddove ci sono sprechi di denaro pubblico". Quindi Salvini ha rivolto un pensiero a Bordin "che ascoltavo spesso se non sempre".

Da parte sua il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, che si era detto d'accordo con la posizione di Crimi, oggi ha ribadito: "Considero il lavoro che Radio Radicale porta avanti da tanti anni  preziosissimo. Ieri ho sottolineato che il punto non è togliere il lavoro di trasparenza dei lavori parlamentari", ha detto il ministro. E a chi gli ha obiettato che così l'emittente chiuderà, ha replicato :" "Non mi occupo personalmente della cosa".



 
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