Politica

Per me il 25 aprile è...

La libertà, la democrazia, un ricordo, la speranza: le voci degli intellettuali

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ERALDO AFFINATI, scrittore
Ogni 25 aprile ripenso a mio nonno che, insieme a tanti altri, diede la vita per la libertà di cui godiamo noi: Alfredo Cavina, partigiano della 36 brigata Garibaldi, fucilato dai nazisti. Insegnando l'italiano ai ragazzi africani, credo di rendergli onore. La democrazia non è un bene privato.
 
MANUEL AGNELLI, musicista
Per me il 25 aprile è uno dei momenti che ci ricorda che la libertà non è una conquista che dura per sempre. È uno dei momenti, non l'unico, che dovrebbe far scattare qualcosa in noi, che ci ricorda che oggi schierarsi è un dovere.
 
SIMONETTA AGNELLO HORNBY, scrittrice
Mio padre me lo diceva sempre: quando sei venuta al mondo tu, le donne non potevano votare. Per me la fine del fascismo, la festa della Liberazione, significano anche questo: l'inizio dell'emancipazione della donna.

FRANCESCA ARCHIBUGI, regista
Il 25 aprile è una festa viva perché il fascismo va sempre ributtato nella fogna, ogni anno.
 
ALBERTO ASOR ROSA, storico della letteratura
Il 25 aprile resterà per tutta la vita il giorno in cui mio padre mi prese per mano, dodicenne, e insieme andammo a Piazza Tuscolo, dove gruppi di amici e compagni dei due sessi si stringevano, gridando, urlando e ridendo. Tutti eravamo sicuri, piccoli e grandi, che da quel trionfo non saremmo mai tornati indietro. E io, nonostante tutto, lo sono ancora.
 
ALESSANDRO BARICCO, scrittore
E' l'ostinata celebrazione di un pensiero bellissimo: da qualsiasi oscurità usciremo liberi.
 
MARCO BELPOLITI, saggista
25 aprile è ricordare quanto siano profonde le radici del fascismo e come cambi nome, stile e metodo, ma non sia mai morto, e quanto grande il danno materiale e morale che può ancora causare.
 
ALESSANDRO BERGONZONI, scrittore e attore
La differenza tra moria e memoria. Ricordarsi di far stimare le vittime. Per saperne il valore, e non dar mai per scontato quel che altri noi hanno troppo pagato. Non giocare più a "pace libera alcuni": alla faccia della musica dei dimenticanti e di chi sta facendo di ogni erba un fascio (solo perché siamo appesi a un filo). Un saluto a te, Vittoria!

FRANCESCO BIANCONI, voce dei Baustelle
Il 25 aprile è per me il ricordo di Eugenio, Dina e di certi altri vecchi che ho avuto la fortuna di conoscere da ragazzino. Gente che mi ha raccontato le sofferenze patite in guerra e la gioia della riconquista della libertà. Da allora son cambiati tempi, simboli, nomenclature; l’importante è non dimenticare, per riconoscerlo quando torna, che il fascismo in ogni sua manifestazione è sempre oscena retorica: parole funeste senza pensiero, violenza legittimata, sputo per terra.

VASCO BRONDI, musicista
Ho conosciuto l’importanza del 25 aprile su libri che spesso sono diventati documenti storici più importanti dei documenti storici ufficiali. Piero Calamandrei uno dei fondatori del Partito D'Azione scriveva "Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati. Dovunque è morto un italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lì, o giovani, col pensiero perché lì è nata la nostra costituzione".

MASSIMO CACCIARI, filosofo
25 aprile significa ricordare attraverso quanto sangue, quali distruzioni e sacrifici si sia giunti a porre termine a una sciagurata serie di errori, alla sottovalutazione colpevole della crisi e di chi la faceva strumento della propria volontà di potenza, al conflitto tra stati europei. 25 aprile è un appello alle nostre attuali responsabilità.

LUCIANO CANFORA, storico
È una scena in toscana nel '47: un autocarro di partigiani con le bandiere rosse che attraversano la campagna e io insieme a mio padre. Un'immagine di movimento, entusiasmo, fiducia.
 
VINICIO CAPOSSELA, musicista e scrittore
Sono stato abituato a considerare Il 25 aprile una festa nazionale sacramente laica, in cui nasce l’uomo libero. L’uomo che ha saputo guadagnarsi la libertà, che ha lottato, che ha preso le parti  partigianamente per la libertà,  insomma una data immutabile ed eterna , come il cielo, come la bandiera. Eppure quel senso di liberazione, quell’affrancamento dal fascismo e dalla guerra che ne è conseguita, non è affatto materia inanimata, minerale. È corpo vivo che richiede azioni, libere azioni, perché la vita lo mantenga in salute nel quotidiano. Il 25 aprile non è desueto, non è da abolire, è da rinnovare ogni giorno.

ASCANIO CELESTINI, regista e scrittore
È un'opportunità per mettere da parte i propri giudizi e le proprie idee, e studiare che cosa è stato davvero il 25 aprile. L'inizio d'un percorso di riconciliazione, tant'è che dopo il 1945 in Italia non c'è stata né una guerra civile né una caccia alle streghe.
 
PAOLO COGNETTI, scrittore
Vorrei che il 25 aprile festeggiassimo la fine della guerra più drammatica che il mondo abbia conosciuto. Festeggiamo la pace e la libertà dall'oppressione, dalla violenza e dalla paura della guerra. Credo che tutti gli italiani abbiano motivo per farlo
 
GUIDO CRAINZ, storico
Ci racconta una straordinaria storia italiana, il 25 aprile, nel più ampio scenario della Resistenza europea. Quell'Italia seppe riscoprire un'idea di patria che il fascismo aveva disonorato e costruire le basi di una Costituzione profondamente democratica: siamo stati anche così, e il 25 aprile ci aiuta a ricordarlo. 
 
SERENA DANDINI, conduttrice tv
Il 25 aprile è ricordarsi che la libertà va protetta e curata come un fiore prezioso.
 
GIANCARLO DE CATALDO, scrittore
È l'origine di una democrazia libera, così libera da garantire la libertà anche di chi non la condivide.
 
ROBERTO ESPOSITO, filosofo
Il 25 aprile 1945 è il giorno che mi ha consentito di vivere l'intera esistenza nella libertà. In quella data la storia del Paese ha imboccato la strada di una democrazia che va sempre difesa come il bene più prezioso. Perciò il 25 aprile, oltre che alle nostre spalle, è sempre davanti a noi. 
 
MAURIZIO FERRARIS, filosofo
Il 25 aprile è la nostra presa della Bastiglia. Per una nazione che, diversamente da Inghilterra e Francia, non ha conosciuto rivoluzioni, e ne ha pagato a lungo le conseguenze, il 25 aprile è l'evento che più ci si avvicina, e come tale va onorato e celebrato.

STEFANO FRESI, attore e compositore
Mi chiedo: se chi ha dato la vita per liberare questo paese vedesse cosa ne stiamo facendo oggi, penserebbe di essere morto invano?

ANNA FOGLIETTA, attrice
Il 25 aprile rappresenta da sempre il mio modo d’essere italiana. Da ragazzina partecipavo ai cortei, e oggi da donna e madre onoro la memoria partigiana raccontando ai miei figli chi ha sacrificato la propria esistenza nella realizzazione di un sogno fatto di indipendenza e libertà. Oggi più che mai bisogna stringersi intorno a questo pensiero che valica ogni fazione politica. Il 25 Aprile è una data storica di valenza fondamentale e deve essere celebrata.
 
EMILIO GENTILE, storico
Il 25 aprile 1945 fu la condizione indispensabile che rese possibile fondare una democrazia repubblicana, con la collaborazione di tutti i partiti antifascisti, uniti nel comune proposito di restituire alle italiane e agli italiani la dignità di un popolo sovrano. Questi sono i fatti. Negare l'attualità del loro significato, equivale a togliere alle italiane e agli italiani la dignità di popolo sovrano.
 
UMBERTO GENTILONI, storico
Una grande opportunità, l'inizio di un cammino comune fondato sulla libertà. "La libertà è come l'aria: ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare" (Piero Calamandrei).
 
FABRIZIO GIFUNI, attore e regista
Il 25 aprile va festeggiato oggi e rinnovato ogni giorno, è una memoria luminosa che tiene insieme in un unico abbraccio i nostri nonni e i nostri figli.
 
MONICA GUERRITORE, attrice
"Ricorda il 25 aprile". E' un memo da scrivere in rosso a stampatello da appiccicare sul display del telefonino, sulla televisione, sul computer, sull'iPad. Su qualunque mezzo usi la maledetta propaganda per fare schiavi uomini e donne esausti. Un post- it per sfuggire prima nella testa perché le armi sono già in tv. E non per fiction.

LEO GULLOTTA, attore e regista
E' una data molto precisa perché ricorda storicamente la liberazione dal fascismo. Dobbiamo segnarlo a fuoco nel nostro cervello. Non potrà mai essere una partita a bocce. La data segna la mia liberazione, per la mia libertà e la tua. E quella di tutti".
 
HELENA JANECZEK, scrittrice
"Festa di liberazione dal nazifascismo" dice già tutto quello che per me significa il 25 aprile. Ma il fatto di sapere che quella liberazione è avvenuta anche grazie al contributo, grande o piccolo, di una consistente minoranza di italiani e italiane è veramente un motivo perché andare in piazza equivalga a fare festa.
 
NICOLA LAGIOIA, scrittore
Da una parte la dittatura, le leggi razziali, i treni per Auschwitz. Dall'altra la democrazia, il rispetto della dignità umana. Sì sì, no no. Chi prova l'imbarazzo della scelta non può dirsi italiano. Chi, a livello istituzionale, non festeggia questa data è un traditore della patria.
 
MARC LAZAR, politologo
Celebrare il 25 aprile è ovviamente una necessità perché è il modo di ricordare la Liberazione e perché è una lezione di democrazia per le nuove generazioni. Ma penso che sarebbe un errore da parte della sinistra italiana strumentalizzare oggi la festa della Liberazione per dire che siamo davanti alla minaccia di un ritorno del fascismo. Non si legge il presente con gli occhi del passato anche se bisogna conoscere il passato per sapere quello che ci dice il nostro presente.
 
MAURIZIO MAGGIANI, scrittore
Il 25 Aprile la Repubblica ricorda che un popolo ha saputo affrancarsi con le proprie mani e la propria volontà dalla vergogna della servitù e del tradimento per farsi nazione di uomini liberi; è un giorno di gioventù e meraviglia, per questo mi va di cantare e di ballare, mi va di mangiare salami e focacce e bere vino, mi va di abbracciare e baciare i miei fratelli e le mie sorelle. Buona festa
 
MAHMOOD, musicista
Il 25 aprile è un giorno molto importante in cui si celebra la liberazione del nostro paese dalla dittatura del fascismo. Nel passato dell'Italia c'è stata una vera e propria lotta per la liberazione, in quella di oggi bisogna combattere ogni giorno battaglie forse piccole ma secondo me importanti perché la costrizione adesso passa in maniera più sottile.
 
DACIA MARAINI, scrittrice
Il 25 aprile del 43 non sapevo neanche che fosse il 25 aprile. Ero chiusa in un campo di concentramento giapponese per antifascisti assieme con mio padre, mia madre e le mie due sorelle piu piccole,  affamata, malata di ber iberi e di scorbuto, mangiata dai parassiti interni ed esterni. Sono passati tanti anni ma per me il 25 aprile è un ricordo di gioia sfrenata, la liberazione da un incubo: razzismo, intolleranza e fame.

MARIO MARTONE, regista
Il 25 aprile è qualcosa di cui possiamo essere orgogliosi.
  
MICHELA MARZANO, filosofa
È un omaggio alla libertà, cui tanti hanno sacrificato la propria vita; un monito per chi, forse, ancora non sa cosa sia il coraggio.
 
STEFANO MASSINI, scrittore e drammaturgo
È sapere che possiamo scegliere, e la responsabilità della scelta ci farà pure talvolta paura, ma è una paura sensazionale perché implica che la vita è tua, e ne decidi solo tu.

MARIE-ANNE MATARD-BONUCCI, storica
Come storica dell'Italia e del fascismo, sono ovviamente molto attaccata a un anniversario che celebra la Liberazione nazionale e la fine di un regime totalitario. Come cittadina europea, mi sembra essenziale preservare una celebrazione che rinnova le radici della nostra cultura politica nella tradizione antifascista. In quanto francese, invidio una data che non esiste nel nostro calendario di feste nazionali. È bello che gli italiani abbiano scelto il 25 aprile, il momento in cui vi furono gli ultimi combattimenti: un modo di ricordare che la conquista della democrazia è stata una battaglia. 
 
ALBERTO MELLONI, storico
Il 25 aprile è il ritorno dei sopravvissuti e la conta dei morti, è il velo che coprì i voli e gli eroi,è la speranza impedì la coscienza della colpa, è  la certezza che le istituzioni democratiche bastano finché tutti le riconoscono come frutto di quel giorno.

YVES MENY, politologo
Per me il 25 aprile rimane legato al ricordo delle manifestazioni per la festa della liberazione a Firenze alla fine degli anni 70. La cosa che stupiva il giovane francese d'allora era la bellezza di una folla goiosa che non gridava slogan ma cantava canzoni della resistenza a cominciare da Bella Ciao. Ma una cosa è certa: il 25 aprile di una volta non esiste più come non esiste più l'Italia dei padri fondatori, dei partiti, di una societa civile ricca e vivace. Nostalgia...

GABRIELE MUCCINO, regista
Il 25 aprile celebra naturalmente la liberazione dell’Italia dai nazifascisti ma soprattutto la fine di una sanguinosa e rovinosa guerra civile che vide italiani combattere contro italiani per la libertà. I milioni di italiani, tutti fieramente fascisti che avevano affollato le piazze per 20 anni, sembrarono scomparire di colpo. Nessuno dichiarò più di essere stato fascista. Fu così che si iniziò a ricostruire, tutti insieme, un Paese portato alla totale rovina portandolo al più grande boom economico immaginabile durante gli anni ‘60.
 
MICHELA MURGIA, scrittrice
La liberazione è un processo, non un traguardo. Il miglior modo di onorare le lotte di ieri è proteggerne i frutti nell'oggi.

GILLES PÉCOUT, storico
C’è sempre stato in Europa un dibattito su come celebrare la fine della seconda guerra mondiale. In Francia abbiamo scelto la firma dell’armistizio con la Germania, l’8 maggio 1945. L’Italia, con la festa della Liberazione del 25 Aprile, mette in avanti un grande momento popolare e insurrezionale che assomiglia forse al nostro 14 Luglio. È dal Risorgimento che l’Italia si divide tra una festa dello Stato e una del Popolo. E credo che per le nuove generazioni il 25 Aprile dovrebbe essere insieme un messaggio per avere uno sguardo più posato sulla Storia e per valorizzare un’Italia che ha ancora forze vive democratiche.
 
GIGI PROIETTI, attore e regista
L'ho sempre festeggiato. Continuerò a festeggiarlo per quello che rappresenta per me e per quello che ha rappresentato per mio padre e per la mia famiglia.
 
IAN RANKIN, scrittore
Riguardo al 25 aprile in Italia, è sempre importante ricordare e celebrare la sconfitta di un pezzo di fascismo nella Storia. Prego solo che tutti noi non diventiamo sonnambuli per tornare indietro verso un mondo in cui l'ideologia e le sue atrocità vengono considerate costrutti politici credibili.
 
MASSIMO RECALCATI, psicoanalista
Il 25 aprile è vedere le proprie catene, raccoglierle, alzarsi, liberarsi

SILVIA RONCHEY, storica
E' il giorno in cui mio mio nonno e mio padre, come quest'ultimo mi raccontò in seguito, pensarono di dovere tirare fuori per l'insurrezione contro i tedeschi i fucili nascosti nei rotoli di stoffa del suo piccolo laboratorio di camicie.
 
ANTONIO SCURATI, scrittore
Il 25 aprile, oggi, a più di 70 anni dalla Resistenza e dalla Liberazione, ammainate le bandiere ben tinte della diatriba ideologica novecentesca, è il ricordo di gesta gloriose ma, soprattutto, la festa gioiosa di ogni sincero democratico. Chiunque si dissoci, offende la democrazia.
 
BENEDETTA TOBAGI, scrittrice
Il 25 aprile per me non è solo storia. Attraverso le storie dei protagonisti della Resistenza, è il promemoria vivente che, anche nei contesti più difficili, anche se siamo in minoranza, anche se è rischioso, possiamo scegliere. Possiamo lottare. Possiamo sperare.

EMANUELE TREVI, scrittore
Il 25 aprile è una festa dai significati così limpidi e facili da comprendere che i suoi nemici e detrattori più che imbecilli sono finti imbecilli: la specie più pericolosa. Pensano di fare l'occhiolino a una minoranza di canaglie che li votano, e non capiscono di asservirsi alle peggiori ombre che minacciano la società: sempre pronte a chiedere l'orribile prezzo del loro consenso.
 
ROBERTO VECCHIONI, musicista
Il 25 aprile non è un ricordo o un blitz della memoria né tanto meno una celebrazione. La Liberazione è un inseguimento tosto, un inseguimento mai concluso, una promessa da mantenere all'instabile certezza che abbiamo nel cuore
 
PAOLO VIRZI', regista
Il 25 aprile 1945 è la data in cui gli italiani provano a diventare un popolo adulto, dopo l'infantilismo stupido di una dittatura ridicola e tragica.
 
GUSTAVO ZAGREBELSKY, giurista
Sono nato sotto le bombe, il 25 aprile è stata una vera liberazione.
 
ZEROCALCARE, fumettista
Per un sacco di anni il 25 aprile era una data di scontro perché le istituzioni gli volevano dare un valore museale, una specie di feticcio rituale, e noi ci battevamo perché invece fosse declinato anche nell'oggi, che parlasse anche delle oppressioni e resistenze moderne, che da quelle antiche traggono le proprie radici. Adesso pure quello scontro sembra un lusso, visto che gli anni sono passati e anche quel feticcio è stato svuotato, equiparando i partigiani e i repubblichini, raccontando torti e ragioni come se non ci fossero valori e principi a tessere una Storia che andasse oltre i singoli episodi. Negli anni il 25 aprile, da festa della liberazione dal nazifascismo, è diventato di volta in volta  festa di generica libertà, festa contro le dittature (quali?) festa dei patrioti europei (boooh vabbé.). L'antifascismo da valore fondativo è diventato una mezza parolaccia, qualcosa di esecrabile perche quel suffisso "anti" sarebbe divisivo, e la divisione, nell'epoca dell'equidistanza e della pacificazione a tutti i costi, è lo spauracchio da scongiurare. Perché la comunità nazionale dev'essere unita, non ci sono differenze di idee, di censo, di classe, tutto è piallato nella retorica che unisce gli italiani da un lato, e gli "altri", gli stranieri, i diversi, gli incompatibili, dall'altra. Un processo che ha asfaltato tutto, per decenni, portato avanti dal centro destra come dal centro sinistra. Poi nel 2019 se svejamo tutti e diciamo oibò, qualcuno non riconosce il valore del 25 aprile. Mannaggia e com'è possibile. Faceva così mia nonna, che iniziava i libri aprendo una pagina a caso a metà, e non capiva che succedeva.   
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