Politica

Amministrative, a Perugia la sinistra candida a sindaco l'ex ministra Katia Bellillo

Katia Bellillo 
Responsabile degli Affari regionali nel governo D'Alema, fuori dalla politica da un decennio, l'ex esponente dei Comunisti italiani corre per la guida del capoluogo umbro
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"Stavo tanto bene con la mia nipotina Sofia di sei anni, i miei cinque gatti, il mio cane più quelli dei vicini che stazionano a casa. Ma quando sono venuti a propormi la candidatura a sindaco della mia Perugia con un buon programma e l'unità della sinistra anticapitalista, ho detto sì. Mi hanno preso forse in un attimo di debolezza". Katia Bellillo è una veterana della sinistra. Due volte ministra - degli Affari regionali con il governo D'Alema nel 1998 e delle Pari opportunità nel 2000 con Amato - grande sostenitrice del pugilato femminile, spesso controcorrente (pro caccia, ad esempio), è una umbra verace. Forte dei suoi 68 anni, a chi l'accusa di dividere il fronte del centrosinistra avvantaggiando la destra, risponde: "Veramente abbiamo coraggio e siamo stati lungimiranti".

Bellillo, aveva nostalgia della politica tanto da rimettersi nella mischia?
"Ma no. In dieci anni mi ero disintossicata dedicandomi alla famiglia, andando in giro con le amiche, discutendo di politica sulla mia pagina Facebook. Non sentivo la mancanza di ritornare sulla breccia".

E come mai si candida sindaco?
"La situazione a Perugia non è bella. Noi della sinistra con il Pd, partito geneticamente modificato, non abbiamo nulla da spartire, anche se edulcorato con Giuliano Giubilei. Sa quale è il punto?"

Quale è?
"Che a fare vincere Romizi sono state le lotte intestine tra i Dem. Ho sentito tutta l'ansia della decisione di candidarmi. Ma quando è venuto a galla lo scandalo della sanità, ho capito che siamo stati lungimiranti".

Da quali forze politiche è appoggiata?
"Da Rifondazione, da Possibile, da Sinistra italiana, dal Partito comunista".

Come è riuscita nel miracolo di rimetterli insieme?
"Stiamo lavorando benissimo, abbiamo costruito una squadra. Il mio sogno è sempre stato l'unità della sinistra anticapitalista e sarei contenta se la mia Perugia fosse una città ribelle nella rete delle Città in comune. Io credo che il cambiamento arrivi dal municipalismo. Dobbiamo avere il coraggio di dire no ai diktat".   
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