Politica

Siri è fuori dal governo: Conte lo revoca dall'incarico ma evita il voto in cdm. Di Maio: "Vittoria degli italiani onesti"

I due vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini 
Dopo due ore di discussione, alla fine il premier impone la sua linea. Ora presenterà la proposta di revoca al presidente Mattarella, che dovrà emanare un decreto ad hoc. Sisto di Forza Italia attacca i giudici in aula alla Camera. Salvini: "Raggi indagata è da anni al suo posto". Problemi di forma per il decreto arrivato all'esame del Colle
3 minuti di lettura
Il sottosegretario leghista Armando Siri, indagato per corruzione, è fuori dal governo. Nonostante la strenua difesa del suo partito, al termine di un consiglio dei ministri durato due ore, il premier Giuseppe Conte impone la linea della revoca, sostenuta dal M5s che, sin dallo scoppio del caso, si è schierato per le dimissioni. Come previsto, la conta temuta non c'è stata e ai ministri non è stato chiesto alcun voto. La Lega, con Salvini in testa, accetta dunque la sconfitta, rinnovando la fiducia nel premier Giuseppe Conte ma anche la volontà di difendere il sottosegretario Armando Siri, definito innocente fino a prova contraria. "Basta con i litigi e le polemiche - dicono fonti leghiste - ci sono tante cose da fare: flat tax per le famiglie, autonomia, riforma della giustizia, cantieri, sviluppo e infrastrutture. Basta chiacchiere e rinvii". Insomma, il partito di Salvini ora si prepara ad andare all'offensiva sui punti del programma a cui tiene di più. Al primo posto proprio flat tax e autonomie.

Da parte sua Conte si compiace che dal cdm sia stata dimostrata "piena fiducia" nel suo operato. E descrive la discussione come "franca e non banale". Definisce la soluzione trovata dal governo come "la più giusta", al fine di "preservare la fiducia dei cittadini", senza la quale "non potremmo mai sentirci il governo del cambiamento". Come da prassi, Conte presenterà la proposta di revoca al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che dovrà emanare un decreto ad hoc.

Luigi Di Maio convoca subito dopo la riunione una conferenza stampa in cui afferma: "Mi fa piacere non si sia andati alla conta, il nostro obiettivo non era avere una superiorità numerica né morale. Non è una vittoria del M5s ma degli italiani onesti. Non c'è principio di colpevolezza, valuteremo sempre caso per caso come forza politica, ma ci vuole precauzione come istituzione, perché teniamo alla credibilità di questo governo, non potevamo chiudere un occhio". Conferma che i toni della discussione "sono stati distesi" e che non c'è nessuna crisi all'orizzonte: "Ci siamo detti che andiamo avanti e che ci sono tante cose da fare per gli italiani, le faremo insieme nei prossimi quattro anni".

Caso Siri, Salvini: "Raggi è indagata da anni, ma è ancora al suo posto"


La discussione

Inizialmente il cdm ha preso la forma di un contraddittorio tra il premier Conte, che ha chiesto subito la revoca del sottosegretario leghista indagato per corruzione, e la ministra della Pubblica amministrazione Giulia Bongiorno, che ha difeso Siri respingendo la richiesta. Nel corso della riunione, cominciata con un'ora di ritardo alle 10.45, è partito poi un dibattito allargato praticamente a tutti i ministri, a cominciare dai due vicepremier.

Prima dell'inizio del consiglio, Salvini ha riunito i ministri della Lega nell'ufficio di Giancarlo Giorgetti. E questo è stato uno dei motivi dello slittamento dell'orario. A cdm iniziato, il leader della Lega ha twittato una foto di spalle della figlia con la scritta "Vita, gioia, speranza, amore" e il Castello Sforzesco di Milano sullo sfondo.


I cinquestelle e Conte si assumono così la responsabilità del "liceziamento" di Siri dal governo. Salvini incassa ma alza il tiro, annunciando di voler porre sul tavolo della riunione flat tax e autonomia. E riproponendo il tema dei cantieri, tre dossier con cui vuole diversificare i toni dello scontro. Più tardi mette la sindaca Raggi nel mirino: "Da anni è indagata ma è al suo posto". E avverte: "Il governo va avanti se tutti mantengono la parola".

Il M5s e la 'questione morale'

Di certo, le inchieste lombarde (che riguardano soprattutto Forza Italia e il governatore della Lega Fontana) e calabresi (con il coinvolgimento del presidente della Regione Mario Oliverio del Pd) hanno dato il là a Di Maio e al ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, per una conferenza stampa durissima sul tema della corruzione e della 'questione morale'. "Redimetevi, Tangentopoli non è finita", sono le parole con cui Di Maio, ritornando alle battaglie delle origini, si è rivolto a Pd, FI e soprattutto alla Lega. A poche ore dal cdm, inoltre, il ministro dello Sviluppo economico ha fatto un ultimo appello a Salvini sul Blog delle Stelle: "La Lega faccia dimettere Siri e non arrivi alla conta".


L'attacco di Sisto (Forza Italia) alle procure

Durante il dibattito nell'aula della Camera sulla legge per il taglio dei parlamentari, arriva la notizia della revoca di Siri. La reazione di Francesco Paolo Sisto è veemente: "È di una gravità assoluta che si revochi un sottosegretario perché interviene una procura, è un attacco alle istituzioni", insorge il deputato di Forza Italia. "Sveglia, sveglia", urla in Aula l'azzurro. "Il passaggio di oggi sancisce un fatto gravissimo. Io non ci sto, è quanto avviene nelle peggiori tirannie e io non ci sto". E molti applasi partono dai banchi della Lega, oltre che da quelli forzisti.

Caso Siri, Sisto (FI) attacca i giudici in Aula: "Paese in mani loro". Applausi dai banchi della Lega


Problemi di forma per il decreto

Il decreto non è stato ancora firmato dal capo dello Stato, Sergio Mattarella. Per un problema di forma - e non di sostanza - deve essere rivisto. È in corso un dialogo tra gli uffici legislativi del Colle e quello di Palazzo Chigi. Il testo non rispettava la forma utilizzata in precedenti casi di revoca.
 
I commenti dei lettori