Politica

Berlusconi dà l'addio a Palazzo Grazioli per la villa di Zeffirelli sull'Appia

Silvio Berlusconi e Franco Zeffirelli 
Il leader di Forza Italia ha deciso di trasferire nella zona verde della Capitale la sua residenza romana, tornando nella splendida abitazione concessa in usufrutto al regista scomparso lo scorso anno. Trasloco a settembre e addio a Palazzo Grazioli, che ha fatto la storia di questo quarto di secolo della politica italiana
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ROMA -  Quella villa, col suo meraviglioso parco sull'Appia Antica, un capolavoro Anni '30, su un unico piano tra immensi saloni, è stata il piccolo grande simbolo di un sodalizio. Quello tra il magnate miliardario Silvio Berlusconi e l'artista, ma soprattutto l'amico, Franco Zeffirelli. Perché quando l'allora premier l'ha acquistata - era il 2001 - il regista fiorentino la abitava già da tempo. Tre milioni, 375 mila euro il costo, tutto sommato dati in dono, se si considera che il Cavaliere la acquistò a quell'esorbitante cifra per concederne l'usufrutto vita natural durante al maestro del "Gesù di Nazareth" e di tanti altri capolavori. E non passò giorno senza che Zaffirelli riconoscesse e ringraziasse il "generoso Silvio" per quel regalo d'altri tempi. Dal valore doppio, dato che considerava il fondatore di Forza Italia il suo leader politico, oltre che il fraterno amico.

Interno della villa di Silvio Berlusconi sull'Appia Antica, concessa in usufrutto al regista Franco Zeffirelli (ansa)
Dopo la morte del regista, l'anno scorso, sono iniziati lenti i lavori di ristrutturazione, anzi restauro, dell'edificio che solo adesso - complice il lockdown - stanno per concludersi del tutto. Così, l'eurodeputato (come anticipato in queste ore dal Messaggero) ha deciso di trasferire proprio nella zona verde della Capitale la sua residenza per le poche giornate romane che d'ora in avanti intenderà concedersi. Trasloco a settembre e addio a Palazzo Grazioli, che ha fatto la storia di questo quarto di secolo della politica italiana. Per ragioni economiche, anche. La residenza su due piani nel cuore di Roma, ormai per lui inutilmente a due passi dal Senato e dalla Camera, era stata affittata nel 1996. Al costo poco ragionevole, persino per la famiglia Berlusconi di questi tempi, di 480 mila euro l'anno.

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Nell'ultimo anno, ma così anche negli ultimi precedenti, il capo del partito ci aveva messo piede pochissimo. A febbraio, prima della quarantena a Nizza, la precedente visita. Si chiude dunque il "Parlamentino" del piano terra, location di memorabili comizi del leader per i soli parlamentari del partito e di epici confronti interni. Stanza di compensazione dei minidrammi giudiziari del fondatore - condanna definitiva e l'espulsione dal Parlamento del 2013 - e dei suoi sodali (Denis Verdini). Stanze in cui erano di casa Gianni Letta e il compianto Paolo Bonaiuti, sede di lavoro per l'avvocato Niccolò Ghedini e più di recente del braccio destro Licia Ronzulli.


Adesso varcavano il portone solo il paio di segretarie rimaste, l'autista, i dirigenti fidati di partito Valentino Valentini e Sestino Giacomoni che avevano lì ancora l'ufficio. E poi giusto Fedele Confalonieri quando di tanto in tanto mette piede a Roma. Nel grande appartamento con camere da letto, salone, cucine del piano nobile, il primo - dove sono andati a trovarlo leader di mezzo mondo, da Putin a Orban - Berlusconi non ha più alcuna voglia di entrare, raccontano i suoi. E se proprio sarà costretto a raggiungere la Capitale per un incontro politico coi parlamentari, intende almeno godersi il verde e i silenzi dell'Appia piuttosto che i rumori e il traffico a pochi metri da Piazza Venezia.
Cena di gala a Palazzo Grazioli (ansa)
Per tenere a rapporto deputati e senatori, basterà - come avvenuto prima dell'epidemia - la Sala Koch di Palazzo Madama o l'aula dei gruppi parlamentari, in via di Campo Marzio, alla Camera. E poi per l'attività del partito resta la sede di Piazza San Lorenzo in Lucina. Coi suoi saloni e i suoi studi, più che sufficienti, hanno deciso ad Arcore. Con Grazioli, va da sé, si chiude un'altra pagina della politica attiva del Cavaliere. È un ulteriore pezzo della sua vita politica attiva che va in archivio. Le tante auto blu posteggiate nella piazzetta Grazioli sul retro. I tanti giornalisti seduti sulle foriere sotto i balconi, negli "anni d'oro" della sua presidenza del Consiglio, a registrare ingressi e uscite, durata dei summit e umori del capo, che ogni tanto si fermava e scendeva dall'auto sorridente e prodigo di dichiarazioni, altre passava dritto salutando dal finestrino o cupo sulle sue carte.
Nella foto custodita nella villa sull'Appia Antica, Silvio Berlusconi, Franco Zeffirelli e al centro Vladimir Putin (ansa)
Fino al declino post 2009, quando dalle mura del Palazzo le ragazze che lo frequentavano iniziarono a far filtrare racconti non esattamente politici. Il resto è cronaca di una parabola discendente. Del consenso, ma in fondo anche della passione per il partito e gli affari di Stato, di un Berlusconi che ormai riesce ad accendersi più per le vicende del Parlamento europeo del quale fa parte dal 2019 che per quelle italiane. L'opposizione gli sta così stretta e angusta, gli appare così vecchia, da aver voglia di superarla, per uscire dal recinto e voltare pagina. Un po' come dire addio a Palazzo Grazioli.
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