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Forza Italia, Berlusconi: "Il nostro partito è l'Ue e il Ppe è la nostra casa naturale. Serve esercito comune europeo"

Silvio Berlusconi, leader di Forza Italia
Silvio Berlusconi, leader di Forza Italia (ansa)
Il videomessaggio del leader azzurro al vertice del Partito popolare europeo: "Noi siamo gli eredi dell'Europa cristiana"
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"Considero un grande onore, per il mio Paese e per Forza Italia, ospitare l'Ufficio di Presidenza del nostro gruppo parlamentare. Un gruppo che nel Parlamento europeo si distingue per autorevolezza, per serietà, per credibilità. Per chi come me ha sempre creduto nel sogno europeo il Ppe è la casa politica naturale. Vorrei dire di più: il nostro partito è l'Europa, il Ppe si identifica con l'idea stessa di Europa". È l'intervento di Silvio Berlusconi al vertice al summit del gruppo del Ppe. "Possiamo dire questo non soltanto perché siamo la prima famiglia politica continentale, la più grande e la più diffusa in tutti i Paesi, ma anche e soprattutto perché le idee guida, i valori forti, sui quali si fonda il processo di integrazione dell'Europa sono le nostre idee, sono i nostri valori", aggiunge l'ex presidente del Consiglio, nel suo messaggio video, il primo intervento pubblico dopo il rifiuto della perizia medico legale sulle sue condizioni di salute disposta dai giudici di Milano del caso Ruby ter.

"Al di là di tutti i conflitti e le contraddizioni, l'Europa è unita da un sistema di valori condivisi. Su questi valori si fonda il Partito Popolare Europeo", insiste Berlusconi nel suo intervento introdotto dal capogruppo del Partito popolare europeo Manfred Weber: "Forza Italia ha contributo a dare un messaggio sul fatto che l'Italia è tornata", ha detto. "Noi siamo gli eredi dell'Europa cristiana, l'Europa delle grandi cattedrali e dei grandi luoghi di spiritualità: Notre-Dame a Parigi, il Duomo di Colonia, la cattedrale di Wawel a Cracovia, la chiesa Santiago di Compostela in Spagna, il nostro bellissimo Duomo di Milano - continua il leader azzurro - Il cristianesimo è stato, anche nelle sue espressioni culturali e artistiche, il primo fattore di unità del nostro continente. Ho voluto ricordare tutto questo non certo per rivolgere lo sguardo al passato, ma perché è su questi principi che si fonda la nostra grande idea di futuro per l'Europa. Considero per ciò essenziale la riflessione sui valori cristiani e sul futuro dell'Europa che concluderà questi lavori. È il tema al quale ho voluto dedicare questo messaggio, perché è il tema decisivo per l'Europa e per tutti noi", conclude.

Per Berlusconi "l'Europa oggi è una necessità. Qualunque osservatore responsabile se ne rende conto. Nelle grandi sfide planetarie solo se saremo uniti avremo la possibilità di esercitare un ruolo a difesa dei nostri interessi, dei nostri valori, della nostra stessa identità", osserva il leader di Forza Italia. "I grandi statisti del Dopoguerra, come Adenauer, Schumann, il nostro De Gasperi, che ebbero il coraggio e la lungimiranza di compiere i primi passi del processo di unificazione europea avevano la nostra stessa cultura, la nostra stessa formazione cristiana e liberale - prosegue Berlusconi dal suo studio di Arcore - Chi ha conosciuto le grandi tragedie del '900, le guerre, le divisioni, le lacerazioni che hanno devastato l'Europa nel secolo scorso non fa fatica a capire quale portata rivoluzionaria ebbe, pochi anni dopo la guerra, l'immaginare di mettere insieme popoli e nazioni che si erano combattuti ferocemente fino a poco prima. Per me ancor oggi è profondamente emozionante poter varcare, senza dover mostrare un passaporto, frontiere come quella del Reno, sulle quali milioni di giovani europei hanno perso la vita combattendosi gli uni contro gli altri. Allo stesso modo è commovente attraversare liberamente, con una semplice passeggiata di pochi minuti, la porta di Brandeburgo a Berlino, luogo simbolo della divisione in due non solo della Germania, ma di un intero continente, metà del quale era prigioniero della Cortina di ferro calata dal sistema comunista. Una delle due grandi tragedie, insieme al nazismo, dell'Europa del secolo scorso".

Berlusconi parla quindi della "dolorosa esperienza dell'Afghanistan" che ha confermato "in modo drammatico due aspetti sempre più evidenti nel Ventunesimo secolo. Il primo è che gli Stati Uniti rimangono amici e alleati essenziali ma non sono più in grado di essere da soli i garanti dell'ordine liberale nel mondo". Il secondo aspetto è che "l'Europa fino a quando non avrà un'unica politica estera, supportata da uno strumento militare europeo forte, unito e credibile non sarà in grado di svolgere nessun ruolo autonomo - conclude - Sono progetti per i quali mi batto da molti anni e che mi pare stiano faticosamente prendendo piede nel dibattito pubblico europeo. Ma ogni passo avanti sulla strada dell'integrazione europea, e a maggior ragione, ogni passo avanti su una politica estera e di difesa comune deve fondarsi sui valori condivisi fra i popoli europei".

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