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Premio Campiello, stravince Rosella Postorino

Rosella Postorino con il premio (ansa)
Il suo "Le assaggiatrici" ha raccolto 167 voti sui 278 arrivati dalla giuria popolare
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VENEZIA - Il premio Campiello 2018 è andato a Rosella Postorino, autrice di Le assaggiatrici, edito da Feltrinelli. Una vittoria nettissima: 167 voti sui 278 arrivati dalla giuria popolare composta di 300 Lettori anonimi.

Al secondo posto Francesco Targhetta con Le vite potenziali (Mondadori), con 42 voti, che nel suo esordio in prosa dopo la produzione in versi racconta la storia di tre uomini molto diversi che lavorano in un'azienda informatica alla periferia di Marghera. Al terzo Helena Janeczek con La ragazza con la Leica (Guanda), con 29 voti, con cui la scrittrice tedesca naturalizzata italiana ha vinto il premio Strega. Al quarto Ermanno Cavazzoni con il romanzo fiume La galassia dei dementi (La nave di Teseo), 25 voti, ambientato nell'anno seimila dopo una devastazione e un'invasione di alieni. In ultima posizione Davide Orecchio con Mio padre la rivoluzione (Minimum Fax), con 15 voti, una raccolta di 12 raconti sui personaggi famosi e non della Rivoluzione russa.

"Sono felicissima. Voglio ringraziare tutti quelli che mi sono stati vicino mentre scrivevo questo libro. Grazie al Campiello che mi ha fatto fare un'esperienza bellissima, Rivediamoci" ha detto la scrittrice ed editor quarantenne. Origianaria di Reggio Calabria, cresciuta in Liguria, Postorino vive da 17 anni a Roma.

Liberamente ispirato alla storia vera di Margot Wolk, che a 96 anni aveva raccontato di essere stata assaggiatrice di Hitler nella caserma di Karusendorf, il romanzo di Postorino, ci mette di fronte a un aspetto poco conosciuto e approfondito del nazismo, ma soprattutto ci fa riflettere su fino a che punto sia lecito spingersi per sopravvivere e sull'ambiguità delle pulsioni umane. Temi che sono stati al centro di un botta e risposta con un giornalista, durante la conferenza stampa a Palazzo Correr.

Ognuno dei finalisti ha avuto un testimonial d'eccezione. Per Postorino era Gad Lerner, che ha detto: "Che cosa c'entra una giovane donna calabrese con la Germania del 1943? Ho iniziato questo libro con diffidenza e poi l'ho divorato". Vittorio Sgarbi è stato "padrino" di Ermanno Cavazzoni, Corrado Augias di Elena Janeczek, Davide Riondino di Davide Orecchio e Francesco Bianconi, cantante dei Baustelle, di Francesco Targhetta.

La serata della premiazione al Gran Teatro la Fenice di Venezia, condotta da Enrico Bertolino e Mia Ceran, è stata aperta da un intervento della presidente del Senato, Elisabetta Alberti Casellati. Presente anche il ministro per i Beni e le attività culturali Ablerto Bonisoli. E in chiusura standing ovation in ricordo di Cesare De Michelis, l'editore Marsilio morto il 10 agosto 2018.

La giuria era composta per il 52,2% da donne e il 47,8% da uomini. Ventuno le casalinghe, 41 gli imprenditori, 97 i lavoratori dipendenti, 86 i liberi professionisti e rappresentanti istituzionali, 30 i pensionati, 25 gli studenti.