Mondo Solidale

Condannati perché cristiani: 45 anni di prigione per quattro iraniani

Il Tribunale rivoluzionario di Teheran ha condannato Victor Bet-Tamraz, Amin Afshar-Naderi, Shamiram Issavi e Hadi Asgari a 10 anni di carcere con l'accusa di "formare un gruppo composto da più di due persone allo scopo di interrompere la sicurezza nazionale". L'appello di Amnesty International
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ROMA. Presi di mira per l'esercizio pacifico dei loro diritti alla libertà di religione e credo, espressione e associazione; condannati perché cristiani e praticanti: è questa la colpa di Victor Bet-Tamraz, Amin Afshar-Naderi, Shamiram Issavi e Hadi Asgari, arrestati a Teheran dopo che forze di sicurezza in borghese hanno fatto irruzione nelle loro abitazioni durante un raduno natalizio privato. I quattro sono stati condannati nel mese di luglio 2017 con l'accusa di "formare un gruppo composto da più di due persone allo scopo di interrompere la sicurezza nazionale".

Chiesti complessivamente 45 anni di carcere. Per loro - accusati di aver organizzato e condotto messe in casa e di aver viaggiato fuori dall'Iran per partecipare a seminari cristiani, prove che hanno fatto scattare il reato di "minaccia alla sicurezza nazionale" - sono stati chiesti complessivamente 45 anni di carcere.

Al momento Yousef Nadarkhani è in carcere, mentre gli altri tre sono liberi su cauzione. Tutti sono in attesa del verdetto del tribunale d'appello. Amin Afshar-Naderi è stato condannato a ulteriori cinque anni di prigione per "aver offeso le santità islamiche" con un post satirico su Facebook condiviso dall'account di qualcun altro.

L'appello di Amnesty International. "Nel post - scrivono gli operatori di Amnesty International, che hanno lanciato un appello per annullare la condanna - si adottava uno stile di scrittura coranica per commentare il forte aumento del prezzo del pollo in Iran".

Il ministro ordinato Victor Bet-Tamraz e la sua famiglia sono stati perseguitati dalle autorità iraniane per anni per aver praticato la loro fede. Nel marzo 2009, la chiesa pentecostale assira di Teheran, che Victor Bet-Tamraz stava conducendo, è stata forzatamente chiusa dal Ministero degli interni perché svolgeva funzioni in lingua persiana.  Anche il figlio di Victor Bet-Tamraz, Ramiel Bet-Tamraz, è stato preso di mira: è stato arrestato durante un picnic il 26 agosto 2016 nella città di Firuzkuh, insieme ad altri quattro cristiani, da funzionari del ministero dell'Intelligence.

La condizione dei cristiani in Iran. L'Iran è sede di diverse confessioni cristiane, tra cui cristiani cattolici, protestanti, ortodossi armeni e assiri (caldei). I cristiani sono una delle poche minoranze religiose ufficialmente riconosciute nella costituzione del Paese.

Tuttavia, la costituzione prevede solo protezioni limitate per loro, mentre ai convertiti cristiani non viene fornita alcuna tutela in base alla legge: questo implica che i cristiani in Iran siano spesso bersaglio di molestie, arresti e detenzioni arbitrarie, processi iniqui e reclusione per accuse relative alla sicurezza nazionale, unicamente a causa della loro fede. Solo nell'ultimo anno sono stati presi di mira dozzine di persone, per la maggior parte cristiani convertiti.
 
Qui il testo dell'appello:

Head of the Judiciary
Ayatollah Sadeghi Larijani
c/o Public Relations Office
Number 4, Dead end of 1 Azizi
Above Pasteur Intersection
Vali Asr Street, Tehran, Iran

Eccellenza,
Le scrivo come sostenitore di Amnesty International, l'organizzazione non governativa che dal 1961 lavora in difesa dei diritti umani, ovunque siano violati.
Le chiedo di annullare le condanne di Victor Bet-Tamraz, Shamiram Issavi, Amin Afshar-Naderi e Hadi Asgari, in quanto presi di mira unicamente per l'esercizio pacifico dei loro diritti alla libertà di religione e credo, espressione e associazione, attraverso la loro fede cristiana.
La invito a fermare le molestie, l'arresto arbitrario, la detenzione e l'incarcerazione di cristiani, compresi i convertiti, in Iran.
La sollecito a rispettare il diritto alla libertà di pensiero, coscienza e religione, inclusa la libertà di avere o di adottare o cambiare una religione o convinzione di propria scelta. La sollecito a rispettare il diritto alla libertà, individualmente o in comunità con altri e in pubblico o privato, di manifestare la propria religione o credo nel culto, osservanza, pratica e insegnamento, come garantito dal Patto internazionale sui diritti civili e politici, di cui l'Iran è parte statale.
La ringrazio per l'attenzione.