Mondo Solidale

Human rights watch, cresce la resistenza ai governi populisti: “Politiche autocratiche anche in Usa e Italia”

Il dossier pubblicato dalla ong statunitense disegna un quadro a tinte fosche: aumentano le minacce ai diritti umani, ma al contempo si intensificano le iniziative per contrastarle

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ROMA - "In un certo senso questo è un momento buio per i diritti umani. Eppure, mentre gli autocrati e coloro che violano i diritti umani conquistano i titoli dei giornali, i difensori della democrazia e dello stato di diritto stanno guadagnando forza". Così Kenneth Roth, direttore della ong statunitense Human Rights Watch apre l’introduzione del World report 2019.

Al centro del documento i regimi autocratici e la crescita del populismo che minaccia i diritti umani anche in zone del mondo come Stati Uniti ed Unione europea dove fino ad oggi veniva garantiti.  Ma la vera novità è proprio la spinta contraria della società civile e delle istituzioni che provano a contrastare le politiche autoritarie dei diversi paesi.  

“Gli stessi populisti che diffondono odio e intolleranza - continua Roth - alimentano una resistenza che continua a prendere piede. La vittoria non è assicurata, ma i successi dello scorso anno suggeriscono che gli abusi del dominio autoritario sui diritti umani stanno provocando un potente contrattacco”.
Manifestazione in Polonia dopo l'omicidio del sindaco di Danzica (ansa)

Il lato oscuro. Nonostante lo sforzo delle opposizioni, i governi populisti e autocratici continuano a guadagnare potere. Dall’elezione di Bolsonaro in Brasile, passando per Erdogan, Al-Sisi fino alle Filippine di Duterte: sono molti i paesi che vedono giorno dopo giorno ridurre le libertà fondamentali in nome di politiche di sicurezza o emergenze spesso create ad hoc per giustificarle. 

L’Europa non è da meno. L’Unione europea non fa eccezione. In paesi come Ungheria e Polonia, scossa nei giorni scorsi dall’assassinio del sindaco di Danzica, il governo del primo ministro Viktor Orbàn e l’influenza sempre maggiore di Jaroslaw Kaczynski continuano ad inasprire il clima all’interno dell’Unione a causa delle politiche draconiane adottate nei confronti di oppositori e migranti.

IL DOSSIER 

Ma una reazione c’è stata. Il dossier sottolinea come gli stati membri e la popolazione civile stiano provando ad arginare la deriva xenofoba e autoritaria di alcuni paesi. A settembre il Parlamento europeo ha votato l’avvio di un processo che potrebbe portare all’implementazione di sanzioni contro l’Ungheria. Mentre nei giorni scorsi decine di migliaia di persone sono scese in piazza dopo l’omicidio del sindaco di Danzica Pawel Adamowicz oppositore del governo per mano di un estremista. Ed è solo l’ultima delle manifestazioni avvenute anche per fermare il tentativo del governo di limitare l’indipendenza dei tribunali.
 Kenneth Roth durante la presentazione del 29° dossier di Human rights watch (ansa)

L’Italia.  Anche il Belpaese è finito nel mirino dei ricercatori. "Persino nelle democrazie occidentali – afferma Roth – sono state avanzate politiche autocratiche come nel caso del leader italiano Salvini e dell'America di Trump".  In entrambi i paesi, sostiene il rapporto, la strategia è sempre la stessa: usare l’immigrazione come capro espiatorio dei mali del paese per distogliere l’attenzione da altre tematiche interne.  Proprio l’immigrazione è uno dei terreni dove i governi populisti stanno giocando la partita del consenso.  Così da una parte e dall’altra dell'Atlantico i flussi migratori sono descritti come un'invasione e le politiche per contenerla violano alcuni diritti umani fondamentali. 

"Il campo di battaglia per la protezione dei diritti umani si è spostato - conclude Roth - dal momento che molti che un tempo erano protagonisti ora mancano di agire o hanno addirittura cambiato parte in cui stare - conclude Roth – Ma per opporsi ai governi che non rispettano le persone e i diritti umani sono sorte nuove coalizioni altrettanto efficaci".