Mondo Solidale

Minori, le prime vittime della crisi economica: i bambini sono i più poveri

Secondo uno studio di Openpolis e Con i bambini, il numero dei minorenni che vivono sotto la soglia della povertà è più che raddoppiato e aumenta il gap generazionale

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ROMA - Crisi economica, diminuzione degli strumenti di protezione sociale. Sono queste le cause che hanno portato in 12 anni all'aumento vertiginioso delle persone che vivono in condizioni di povertà assoluta, ovvero non potendo sostenere le spese per uno stile di vita accettabile. I numeri non lasciano spazio a ottimismo: dal 2005 gli indigenti sono passati dal 3,3 all'8,4% della popolazione italiana. 

I più vulnerabili. A risentire maggiormente delle difficoltà economiche sono i più giovani. Stando ai dati gli under 18 che vivono in povertà estrema sono più numerosi rispetto alle altre fasce d'età. In un decennio l'impoverimento delle famiglie con figli ha portato all'incremento di bambini e ragazzi indigenti.  A questo aumento si affianca un altro trend: il numero degli over 65 in condizioni di povertà è rimasto pressoché stabile, attorno al 4,5%,  dal 2005 ad oggi.

Il gap generazionale. Ad aumentare è anche il divario tra le varie fasce d'età. Se i livelli precrisi vedevano una distanza di 2 punti percentuali tra la fascia d'età più povera e quella più benestante, oggi la forbice si sta allargando: più l'età cresce, più la ricchezza aumenta con distanze che toccano gli 8 punti percentuale. Secondo il rapporto La crescita della povertà tra i minori"L'aumento della povertà infantile è stato collegato a fenomeni che minano la coesione sociale: mancato sviluppo personale e cognitivo, difficoltà nel trovare un'occupazione stabile , maggiore dipendenza dall'assistenza sociale e un più elevato rischio di dipendenze".

La cartina del disagio. La distribuzione dei minori italiani che rappresentano il 16% della popolazione varia profondamente in base alle diverse aree geografiche. Alcune regioni come Trentino Alto Adige e Campania sono al di sopra della media nazionale, mentre in Liguria e Sardegna la percentuale è ben al di sotto con tassi inferiori al 14%. Significativa anche le forti differenze che esistono tra le diverse città. Capofila per numero di under 18 sono tre città del meridione: Napoli, Palermo e Catania dove si stima che i minorenni rappresentino più del 17% della popolazione residente. Le tre città sono anche quelle con il più alto tasso di vulnerabilità sociale.

La capitale umana.  Al quarto posto delle città con maggior concentrazione di minorenni c'è Roma. Guardando la cartina redatta da Openpolis sulla percentuale di persone tra gli 0 e i 17 anni in base alle zone di residenza è lampante come la maggior parte degli under 18 vivano nelle aree periferiche, in special modo in quelle fuori dal Grande raccordo anulare. Un dato determinato anche dai prezzi delle abitazioni nelle aree più centrali. A Lunghezza, nella periferia est vivono circa 8000 bambini, il 21,68% del totale residente contro iol 10,2% del centro.  Ma è proprio nelle periferie che cresce il pericolo di vulnerabilità sociale e materiale. 

Alzare l'attenzione. Guardando questi dati è evidente la necessità di alzare la soglia d'attenzione verso determinate fasce sociali più colpite dal disagio ecopnomico e quindi più a rischio. Per farlo 'L'osservatorio povertà educativa' creato da Associazione Con i bambini e Fondazione Openpolis intende creare una banca dati che permetta l'analisi delle condizioni socio-economico ed educative dei minori. Un modo per alimentare il dibattito, informare e cercare soluzioni affinché intere generazioni possano guardare avanti.