Mondo Solidale

San Ferdinando, MEDU: "Lo sgombero della baraccopoli è una misura che produrrà ancora più precarietà"

La denuncia di "Medici per i diritti umani" e di "A buon diritto". L'estemporaneità di una decisione senza un'adeguata pianificazione in grado di tutelare la dignità e i diritti delle persone ospitate

2 minuti di lettura
ROMA - Due organizzazioni umanitarie, una che si dedica all'assistenza medica per migranti e rifugiati, l'altra in difesa deiloro diritti (Medici per i diritti umani (Medu) e A Buon Diritto denunciano la decisione di attuare "un ennesimo e precipitoso sgombero della baraccopoli di San Ferdinando", previsto per mercoledì 6 marzo. "Non si discute certo - si legge in una nota diffusa - la necessità di evacuare un insediamento le cui condizioni abitative ed igienico-sanitarie sono drammatiche, quanto l'estemporaneità di un'azione di sgombero, attuata senza un'adeguata pianificazione in grado di tutelare la dignità e i diritti delle persone ospitate".

Nulla è stato comunicato a nessuno. Nonostante la Prefettura abbia informato gli interessati circa l’operazione di sgombero e offerto ad alcuni la possibilità di trasferimento con pullman messi a disposizione dalla stessa Prefettura di Reggio Calabria, presso un centro appositamente individuato dal Ministero dell’Interno, a nessuno è stata comunicata l’esatta destinazione. Non è stato inoltre comunicato se siano previste soluzioni per le persone non inserite nelle liste preparate dalla Prefettura nelle settimane precedenti l’improvviso ordine di sgombero immediato. Tutto ciò avviene inoltre senza tenere in alcuna considerazione né i diritti individuali dei lavoratori migranti, né gli impegni presi da istituzioni e associazioni regionali e locali nella direzione di un’azione graduale e di largo respiro volta all’inclusione sociale, abitativa e lavorativa dei migranti, in grado di favorire lo sviluppo dell’economia locale e di rivitalizzare un territorio sempre più spopolato e depresso.

Persone assassinate o morte bruciate. Medu e A Buon Diritto hanno più volte denunciato le drammatiche condizioni di vita e di lavoro dei migranti nella Piana di Gioia Tauro, che in poco più di un anno sono costate la vita a quattro persone, assassinate o morte bruciate nei ripetuti roghi della baraccopoli, in quella che Medu non ha esitato a definire una “lenta e colpevole strage”. Nel corso dei sei anni di attività medica e socio-legale della clinica mobile, inoltre, Medu ha ripetutamente chiesto alle istituzioni locali e nazionali di impegnarsi in azioni urgenti e indifferibili per garantire condizioni abitative dignitose e sicure ai lavoratori migranti della Piana di Gioia Tauro, fornendo a tal fine dati e proposte concrete. L’esperienza di questi anni ha infatti più volte dimostrato che soluzioni temporanee, prive di un’accurata pianificazione e che non tengono conto dei bisogni del territorio e delle condizioni individuali dei lavoratori, risultano nel tempo del tutto fallimentari e inutilmente dispendiose.

Di tendopoli in tendopoli si è arrivati ad oggi. La prima tendopoli allestita dal Ministero dell’Interno nel 2013, in seguito allo smantellamento della baraccopoli esistente, per esempio, è stata poi inglobata da una nuova baraccopoli, ancor più estesa della precedente. E di tendopoli in tendopoli si è giunti alla situazione odierna: un insediamento informale dove vivono circa 2.000 persone in condizioni drammatiche, affiancata da una tendopoli che ne ospita poco meno di 500. E’ facile prevedere che l’ennesimo intervento di sgombero attuato senza un’adeguata programmazione in termini di accoglienza immediata e di inclusione socio-abitativa nel medio periodo non farà altro che riprodurre un circolo vizioso che accresce il numero di persone costrette a vivere in condizioni di estrema marginalità e le aree di esclusione e degrado. Tutto ciò avviene poi in un contesto in cui l’applicazione del DL Salvini rende più precaria la condizione giuridica e sociale di molti stranieri, in particolare dei titolari di protezione umanitaria.
 
L'assistenza del camper di MEDU. Medici per i Diritti Umani e A Buon Diritto chiedono che prima di qualsiasi operazione di sgombero la Prefettura fornisca con il necessario anticipo indicazioni puntuali circa l'esatta destinazione dei destinatari del provvedimento e il numero di posti disponibili. Inoltre Medu e A Buon Diritto ribadiscono con forza la necessità di agire fin da subito con azioni di sistema sulla legalità e la dignità delle condizioni di lavoro e con la proposta ai migranti di soluzioni abitative adeguate. L'Unità Mobile di Medu sarà presente anche mercoledì nell'area adiacente alla baraccopoli per offrire assistenza sanitaria e orientamento socio-legale alle persone presenti.