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Ius Soli, per il diritto di cittadinanza la “marcia" a Roma davanti palazzo Montecitorio

La legge si era arenata in Senato durante il governo Gentiloni. Prevedeva solo la possibilità per i nati in Italia da genitori stranieri di diventare cittadini italiani senza attendere i 18 anni. Di Maio: «Non è nel contratto di governo»

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ROMA - È da mesi fuori dai radar. Lontana da ogni agenda politica. Eppure la riforma della cittadinanza riguarda la vita di un milione di ragazzi e ragazze nati e cresciuti in Italia. Per questo, i figli di immigrati si sono dati appuntamento. Obiettivo: rilanciare lo ius soli, o meglio quella versione limitata che ha preso il nome di ius culturae. L’appuntamento è per domani: la “marcia dei diritti” a Roma, davanti palazzo Montecitorio.

Un passo indietro. Nella scorsa legislatura si è arenata in Senato la riforma che introduceva uno ius soli temperato: la possibilità per i nati in Italia da genitori stranieri di richiedere la cittadinanza (a determinate condizioni: frequentare un ciclo scolastico quinquennale o avere un genitore “soggiornante di lungo periodo”) senza dover attendere i 18 anni. Il vicepremier Luigi Di Maio ha ricordato giorni fa che lo ius soli «non è nel contratto, né nell’agenda di governo». Ma i “nuovi italiani” non ci stanno e rilanciano.

“Una nuova battaglia per il bene del Paese”. «Pensiamo sia giunto il momento di riprendere la lotta e di affrontare il tema della cittadinanza in maniera adulta, senza farci influenzare dai vari partiti politici – scrivono i promotori della manifestazione di domani – non riconoscere la cittadinanza a coloro che sono nati o cresciuti nel nostro Paese con origine diversa, vuol dire negare la realtà: ovvero che l’Italia è da sempre un Paese multiculturale dove la radicata identità nazionale e locale deve dialogare con una molteplicità di culture diverse all’interno di una compagine di valori condivisi. Ancora una volta è come se quel milione di italiani che vede negato un diritto fondamentale, non contasse nulla. La lotta per l’estensione del diritto di cittadinanza è una lotta giusta, che va nella direzione dell’eliminazione delle diseguaglianze sociali e politiche. È una battaglia sacra per il bene di questo nostro Paese».

La marcia dei diritti. A partecipare alla “marcia dei diritti” sono molte associazioni (da Cara Italia a Neri Italiani, da Amnesty all’Anpi, da A buon diritto fino alla Casa internazionale delle donne) e tanti figli e figlie di immigrati che hanno aderito al manifesto pubblicato su facebook.