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La paranza, Christian Bale, Netflix e la musica di Aretha: 10 cose da non perdere alla Berlinale

Da domani l'edizione 69 della rassegna tedesca, che segna l'addio di Kosslick. Tanti film tedeschi, Neflix in concorso con Isabelle Coixet. E poi Bale con Vice, Tilda & figlia, Jamie Bell suprematista, Ozon contro i pedofili....e Claudio Giovannesi in concorso con il film tratto da Saviano
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Delle donne e dei bambini. Sette registe in concorso alla Berlinale 69 che s’apre domani e sullo schermo protagonisti adolescenti, a partire dal film italiano in gara, La paranza dei bambini di Claudio Giovannesi, dal libro di Saviano. Nell’edizione che segna l’addio dopo 18 anni il direttore Dieter Kosslick (dall’anno prossimo ci sarà l’italiano Carlo Chatrian), ripropone il suo sguardo attento al femminile. Tra le sette autrici (su 18 film in concorso), la polacca Agnieszka Holland con Mr. Jones, la danese Lone Scherfig che apre con The Kindness of Strangers, la spagnola Isabel Coixet, Elisa e Marcela, prodotto da Netflix (in concorso malgrado l’ostilità dei circuiti cinematografici tedeschi manifestata lo scorso settembre). Presidente di giuria Juliette Binoche.

'La paranza dei bambini', al Festival di Berlino la guerra degli adolescenti di Napoli


Tra gli attori Christian Bale già in corsa per gli Oscar con Vice, Diane Kruger e Martin Freeman (il thriller The Operative), Catherine Deneuve per Farewell to the Night di André Techiné. Debuttano alla regia gli attori Jonah Hill (Mid90s) e Casey Affleck (Light of my Life, su una società senza donne). Attesa per Skin con Jamie Bell neonazista e The Souvenir con Tilda Swinton e la figlia Honor. Farà discutere François Ozon con Grâce à Dieu sui preti pedofili, attesa per il doc Watergate e Amazing Grace, sul concerto di Aretha Franklin.
 
Sotto il segno della gentilezza. In The Kindness of Strangers Clara arriva in inverno a New York con i suoi due figli sul sedile posteriore della sua auto. Il viaggio, che ha camuffato come un'avventura per i suoi figli, si rivela presto una fuga da un marito e un padre violento. È un poliziotto e Clara sta cercando disperatamente di eludere i suoi tentativi di perseguirla. I tre hanno poco più della loro auto e quando vengono rimorchiati vengono lasciati senza un soldo in strada. Ma la grande città fredda mostra misericordia: nella loro ricerca di rifugio, la famiglia incontra un'infermiera disinteressata di nome Alice che organizza i letti per loro in un rifugio di emergenza. Mentre ruba cibo in un ristorante russo chiamato 'Winter Palace', Clara incontra un ex detenuto, Marc, che ha avuto la possibilità di aiutare il vecchio ristorante a riconquistare la sua antica gloria. Il 'Palazzo d'Inverno' diventa presto un luogo di incontri inaspettati tra persone che stanno subendo una sorta di crisi e che il destino ha ora riunito. Con un occhio attento per il personaggio, Lone Scherfig esplora il comportamento umano in condizioni estreme. Descrive la durezza della vita nella giungla urbana, ma dimostra anche cosa può crescere quando gli sconosciuti si avvicinano l'un l'altro in amicizia e con cuore aperto.
 

Aretha canta ancora. Dopo 46 anni nel limbo arriva alla Berlinale Amazing Grace, doc su Aretha Franklin. Girato originariamente nel 1972 da Sydney Pollack, messo insieme alla fine dal produttore Alan Elliott che lo porta fuori concorso. È costruito intorno alla registrazione live dell’album gospel omonimo e Spike Lee lo definisce “uno dei più grandi concerti girati al cinema”. La Franklin era all’apice della sua forma quando registrò l’album a New Temple Missionary Baptist Church a Los Angeles, nel concerto canta anche brani come Wholy Holy e Never Grow Old. Ma il problema è che il film non è stato correttamente sincronizzato con l’audio, creando un incubo al montaggio, mai risolto. Prima della sua morte, nel 2008, Pollack chiese a Elliott di completare il film, ma la Franklin aveva fatto causa per impedire al pubblico di vederlo e solo dopo la sua morte gli eredi hanno dato il via libera.
 
Hanna e le altre (serie). Chi ha amato il film di Joe Wright con Saoirse Ronan apprezzerà anche questa serie Amazon che alla Berlinale viene presentata nei primi due episodi. Si racconta di Hanna (Esme Creed-Miles, figlia di Samantha Morton) e suo padre, Erik Heller (Joel Kinnaman). Lui si prende cura della ragazza da sempre, avendola sottratta a un esperimento e portata con sé nei boschi della Polonia (nel film era la Finlandia). Sono braccati da Marissa Wiegler (Mireille Enos). Hanna qui non è solo una macchina per uccidere, i tempi della serie permettono maggiore approfondimento e realismo.
 
Jonah, Casey, Chiwetel: non solo attori. Trittico di attori dietro la macchina da presa: Jonah Hill, attore giovane ma già di lunga carriera e con ben due candidature all'Oscar (L'arte di vincere, 2012, e Il lupo di Wolf Street, 2014) firma Mid90s, film personalissimo che racconta di un ragazzino alle prese con una vita familiare dura, una madre assente e un fratello violento. Si rifugia in un gruppo di skaters, scontrandosi con una realtà losangelina lontana dalle ville lussuose di Beverly Hills. Chiwetel Ejiofor dirige e interpreta The Boy Who Harnessed the Wind, tratto dal romanzo omonimo di William Kamkwamba e Bryan Mealer. “La storia rappresenta quello che dovrebbe essere il futuro di paesi in crescita e pieni di potenziali come il Malawi. Vorrei che questo film permettesse alla gente di vedere che il mondo può essere un posto migliore, grazie a persone come William, in grado di dare il loro straordinario contributo quando gliene viene data la possibilità”. William è un tredicenne che viene cacciato dalla scuola che ama perché la sua famiglia non è più in grado di pagare la retta. Studiando di nascosto nella biblioteca della scuola trova il sistema per costruire un mulino a vento usando il telaio della bicicletta di suo padre (Ejiofor), salvando il suo villaggio dalla carestia. Infine Casey Affleck porta Light of My Life, che debutta da regista in un film di finzione in cui c ‘è anche Elisabeth Moss, la star della serie The Handmaid's Tale. Si racconta di un padre che cerca di proteggere la figlia in una società radicalmente cambiata dopo un'epidemia che ha modificato profondamente il mondo, il tutto mentre la loro umanità viene messa alla prova.
 

Il corpo della sposa, il primo lungometraggio di Michela Occhipinti. Ambientato in Mauritania inedita, racconta la storia di Verida (l'esordiente Verida Beitta Ahmed Deiche), una ragazza moderna che lavora in un salone di bellezza, frequenta i social network, si diverte con le amiche. Quando la famiglia sceglie per lei un futuro sposo, Verida - come molte sue coetanee - si vede costretta a prendere peso affrontando il 'gavage', per raggiungere l'ideale di bellezza e lo status sociale che la tradizione le impone. Mentre il matrimonio si avvicina, pasto dopo pasto, la ragazza mette in discussione tutto ciò che ha sempre dato per scontato: la sua famiglia, il suo sguardo sul mondo, il suo stesso corpo.
 
Paranza e co. La paranza dei bambini di Claudio Giovannesi tratto dal libro di Roberto Saviano - unico italiano in concorso - è il simbolo di una Berlinale che mette al centro di molte storia bimbi e ragazzi. Ambientato nella Napoli odierna, racconta di sei quindicenni (che il regista ha selezionato tra 400mila candidati): Nicola, Tyson, Biscottino, Lollipop, O’Russ, Biratò, che vogliono fare soldi, comprare capi firmati e nuovi motorini. Giocano con le amrmi e scorrazzano in scooter alla conquista del Rione Sanità, facendo fuori i quattro scalzacani rimasti a gestire il potere. Sono un branco, non hanno paura di morire o del carcere. Si giovano tutto e subito, con incoscienza. Ma arrivati al potere, capiscono di aver perso irrimediabilmente l’innocenza, pagando un prezzo carissimo.
 

Ozon contro i pedofili, il serial killer di Akin. Grâce à Dieu (By the Grace of God). François Ozon racconta di Alexandre, che vive con sua moglie e i suoi figli a Lione. Un giorno scopre per caso che il prete che lo ha maltrattato quando era un boy scout lavora ancora con i giovani. I ricordi lunghi rimossi si risvegliano. Sconvolto, Alexandre trova finalmente il coraggio di agire contro l'uomo. La sua ricerca di ulteriori vittime del pastore, che è molto rispettato nel suo ufficio, porta Alexandre a François ed Emmanuel. Ognuno di questi tre uomini sta lottando con se stesso in un modo diverso. Ognuno di loro dovrà combattere con le ombre del proprio passato per far fronte alle conseguenze. La creazione dell'organizzazione di auto-aiuto La Parole Libérée è solo il primo passo. Basato sul caso reale di padre Bernard Preynat che nel 2016 è stato accusato di aver aggredito sessualmente circa 70 ragazzi a Lione, François Ozon ritrae le vittime come uomini adulti e rivela le ferite che hanno continuato per tutta la vita. Allo stesso tempo, il film critica il silenzio della chiesa sulla pedofilia. Si chiama The Golden Glove il film di Fatih Akin su un vero serial killer degli anni Settanta ad amburgo. Ambientato nel quartiere St. Pauli, tra bevitori abituali e prostitute, giocatori e solitari, Fritz Honka, un uomo tarchiato e occhialuto, è uno di loro. Circuisce bevitori e anziane in un locale che si chiama Zum Goldenen Handschuh (Il guanto dorato) e li strangola nel suo attico, facendo a pezzi i corpi e nascondendoli in soffitta. Sulla base del vero caso del serial killer Fritz Honka e del romanzo poliziesco di Heinz Strunk del 2016, Fatih Akin ha creato un ritratto di un criminale violento che è anche uno studio sociale dell’altra faccia dell’ultimo miracolo economico del dopoguerra in Germania.
 
'Skin' di Guy Nattiv con Jamie Bell 

Jamie Bell suprematista. Il film si chiama Skin di Guy Nattiv e mostra l'ex ragazzino danzerino Jamie Bell (Billy Elliott) trasformato in un energumeno muscoloso, rasato tatuato. La storia è quella di un giovane cresciuto da due ardenti suprematisti bianchi, che porta l'odio nel cuore e sulla sua pelle, attraverso i tatuaggi che citano slogan e simboli di destra. Ma poi incontra e si innamora della madre che ha abbandonato li gruppi di destra. Anche lui vuole tirarsi fuori e chiede aiuto all'attivista per i diritti umani. Ma la 'famiglia' razzista non vuole lasciarlo andare. Tratto da una storia vera.
 
'Souvenir' con Tilda Swinton e Honor Swinton Byrne 

Souvenir di Tilda. Ambientato nei primi anni Ottanta in Inghilterra, Souvenir racconta di una studentessa di cinema che vuole usare la Super8 per capire il mondo. Si tratta del film semi-autobiografico di Joanna Hogg, sguardo sulla produzione creativa della classe medio-alta della Gran Bretagna attraverso Tilda Swinton, che interpreta la generosa madre di Julie e sua figlia, Honor Swinton Byrne, nel ruolo della protagonista.
 
'Mr. Jones' di Agnieszka Holland 

Agnieszka, Jones e Orwell. Si chiama Mr. Jones il film di Agnieszka Holland, girato in Polonia e in Ucraina per raccontare la storia del leggendario Gareth Jones, morto nel 1935 a trent’anni. Il film parte nel marzo del 1933, quando il giornalista gallese prende un treno da Mosca a Kharkov in Ucraina. Sbarca in una piccola stazione e parte per un viaggio attraverso il paese dove sperimenta in prima persona gli orrori di una carestia. Ovunque morti e scagnozzi del servizio segreto sovietico decisi a impedire che il grande pubblico sappia della catastrofe: la collettivizzazione forzata dell'agricoltura di Stalin ha provocato sofferenza e rovina, una politica che equivale a un omicidio di massa. Sostenuto da Ada Brooks, una giornalista del New York Times, Jones riesce a diffondere le notizie scioccanti in Occidente, pagando il prezzo dle suo coraggio. Si narra che l'incontro di Jones con il giovane George Orwell abbia ispirato la parabola distopica della Fattoria degli animali.