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Spike Lee: "Boicotterò Prada e Gucci finché non avranno stilisti neri"

Il regista di 'Fa' la cosa giusta' ha pubblicato sul suo profilo Instagram un avvertimento alle grandi case di moda: "È ovvio che non abbiano idea di cosa è il razzismo"
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Nel mese più intenso per Hollywood per il cinema certo ma anche per la moda, a meno di venti giorni dalla notte degli Oscar dove il regista è candidato per BlaKkKlansman, Spike Lee tramite Instagram lancia la sua bordata contro Prada e Gucci, colpevoli secondo lui di "non capire quando si diventa razzisti". Non è bastato che Gucci abbia ritirato il maglione "black face" e chiesto scusa perché il regista afroamericano passasse sopra a questo che dall'Italia potrebbe essere visto come un passo falso ma che evidentemente per il regista di Malcolm X è qualcosa di ben più grave.


Il regista ha scritto: "Io non indosserò mai più Prada o Gucci finché non assumeranno stilisti neri che siano in quella stanza quando vengono prese le decisioni. È ovvio che quelle persone non hanno la più pallida idea di quando si diventa razzisti attraverso un immaginario di odio nei confronti dei neri. Svegliatevi".


Al di là dell'indiscussa passione che sempre il regista mette in tutte le sue battaglie per la comunità afroamericana vien da pensare che questa scelta un po' estrema sia dettata anche dal fatto che nel 2000 Spike Lee ha dedicato un film proprio alla pratica, diffusa a metà dell'Ottocento, dei bianchi che si coloravano la faccia di nero per prendere in giro gli afroamericani in spettacoli teatrali che si chiamavano "minstrel show". Bamboozled infatti racconta di un giovane autore tv afroamericano che stufo di veder bocciati tutti i suoi progetti decide di far rivivere i minstrel show certo che anche questa provocazione non passerà. Invece non solo i vertici del canale gli danno l'ok ma il programma diventa un hit finché un giovane gruppo rap si ribella considerandolo estremamente razzista.