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Nel nome di Astori: a Betlemme, un campo di calcio per la pace

L'hanno finanziato Cagliari e Fiorentina e sarà aperto a tutti. All'inaugurazione erano presenti i genitori del calciatore scomparso lo scorso anno. Presenti anche i nazionali Chiesa e Barella e i dirigenti dei due club
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BETLEMME - Qui c'era una pietraia, e prima ancora un campo profughi. Ora è un campetto di calcio a cinque, l'unico a Betlemme aperto a tutti. Lo hanno costruito nel nome di Davide Astori il Cagliari e la Fiorentina per "Assist for Peace", il progetto di cooperazione sportiva e umanitaria che nel 2016 ha permesso la realizzazione di un campo di gioco pubblico nel cuore della città vecchia di Gerusalemme, nel quartiere armeno dove un pallone permette di superare ogni differenza di religione o credo politico. Anna e Renato Astori, genitori del capitano della Fiorentina scomparso improvvisamente il 4 marzo dello scorso anno, erano commossi ma, se si può usare questo termine, anche felici. "E' come se Davide fosse ancora qui con noi, è incredibile l'amore che lo circonda".

Non capita spesso, e non è facile, che calciatori professionisti riescano a ricavare uno spazio di tre giorni per ricordare un caro amico perduto. Lo hanno fatto Chiesa, Vitor Hugo e Montiel per la Fiorentina, Barella, Pisacane e Cossu (ora è diventato dirigente) per il Cagliari, e c'erano anche il presidente rossoblù Giulini e il vicepresidente viola Salica, insieme a Giancarlo Antognoni. Anche la famiglia Della Valle ha creduto subito all'idea di Luca Scolari per Assist for Peace, e il campo di Betlemme è stato realizzato in soli due mesi e mezzo, lavorando anche di notte nelle ultime settimane di Ramadan. Il risultato è commovente.

Nel ricordo di Astori: a Betlemme un campo di calcio per la pace


I bambini di Betlemme, tutti con la maglietta numero 13 di Davide Astori, il cui nome giganteggia sul muro del centro sportivo, hanno giocato insieme ai calciatori famosi di serie A, e hanno ascoltato le intense parole pronunciata da padre Ibrahim Faltas, direttore della Scuola Francescana di Gerusalemme, che nel 2002 rimase asserragliato all'interno della Basilica della Natività per 36 giorni, prendendosi cura dei palestinesi feriti negli attacchi israeliani e nell'assedio che ne seguì. "Il futuro di questa terra dipende solo da noi, ed è un futuro di speranza per i nostri bambini". In quelle terribili settimane c'era, accanto a lui, Anton Salman, oggi sindaco di Betlemme. "Qui - ha detto Salman - avevamo solo campetti da calcio all'interno delle scuole e sono troppo pochi. Oggi abbiamo ricevuto un regalo enorme per tutti coloro che ancora credono in un futuro di pace e fratellanza. Qui sono benvenuti i bambini di ogni cultura che giocheranno insieme".
  
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