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Grobbelaar: "Ho visto gli orrori della guerra, il pallone mi ha salvato"

L'ex portiere del Liverpool parla del suo passato da soldato nella guerra civile in Rhodesia, l'attuale Zimbabwe. "Dopo aver vissuto certi orrori non sei più la stessa persona. Una volta uscito dall'esercito, ho avuto il calcio su cui appoggiarmi, mi ha aiutato a togliermi dalla mente quanto accaduto"

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LONDRA - E' stato uno dei portieri più vincenti della storia della Premier League, bandiera del Liverpool degli anni '80. Oggi, Bruce Grobbelaar, si racconta in una intervista alla Bbc. "Nel corso degli anni sono stato molto fortunato a non cadere in depressione, il calcio mi ha salvato la vita".

L'ORRORE DELLA GUERRA - L'ex numero uno dei Reds, oggi 60enne, ricorda la brutta esperienza vissuta quando fu costretto a prestare servizio per 11 mesi nell'esercito del suo paese natale, l'attuale Zimbabwe, durante la guerra civile in Rhodesia, ex colonia britannica. Grobbelaar fu arruolato nell'esercito rhodesiano come scout, addetto a seguire le tracce dei guerriglieri antigovernativi di Mugabe. In quel periodo vide morire tre suoi amici. "I ricordi si sono in qualche modo attenuati, ma quando torno in Africa alle volte riaffiorano nei ricordi degli amici, mentre io preferisco non parlarne".

IL CALCIO COME SALVEZZA - "Dopo aver vissuto una esperienza del genere non sei più la stessa persona. Sei costretto a passare il resto della tua esistenza subendo le conseguenze di quanto hai vissuto. Una volta uscito dall'esercito, ho avuto il calcio su cui appoggiarmi, mi ha aiutato a togliermi dalla mente quanto accaduto", sottolinea Grobbelaar. Lasciata l'Africa, Grobbelaar è andato in Canada dove ha vestito la maglia dei Whitecaps di Vancouver nel 1979 per poi approdare al Liverpool club con cui ha giocato per 14 anni collezionando 440 presenze e vincendo una Coppa dei campioni nella finale vinta ai rigori contro la Roma nel 1984.
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