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Libertadores, la finale l'8 o il 9 dicembre. Ma si gioca in campo neutro

La Conmebol ha deciso che la finale di ritorno tra River Plate e Boca Juniors si giocherà a inizio dicembre ma non specifica l'orario e la sede, che sarà sicuramente in un Paese sudamericano e quindi fuori dall'Argentina. Nel frattempo è stata aperta un'inchiesta nei confronti dei Millonarios e si è dimesso il capo della sicurezza di Buenos Aires

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BUENOS AIRES – La finale di ritorno della Copa Libertadores tra River Plate e Boca Juniors si giocherà l'8 o il 9 dicembre in un Paese sudamericano esterno all'Argentina. Lo ha deciso la Conmebol che oggi pomeriggio ha emesso un comunicato in cui specifica che "in seguito agli episodi di violenza" che "hanno messo a rischio la sicurezza dei giocatori, dirigenti e tifosi (nel pre-partita di sabato 24 novembre, ndr) si è deciso che la finale non si giocherà in Argentina".


Alla riunione della Conmebol hanno partecipato anche i presidenti di River Plate e Boca Juniors. Dopo la decisione di far disputare la finale di ritorno della Coppa Libertadores l'8 o il 9 dicembre fuori dal territorio argentino, i rappresentanti dei Millonarios non hanno rilasciato dichiarazioni, mentre il numero 1 del Boca, Daniel Angelici, ha dichiarato: "Il comitato esecutivo della Conmebol ci ha comunicato che la partita si giocherà, ma noi non accetteremo di giocare finchè la Disciplinare non ci darà risposte fondate, perchè crediamo di avere le nostre ragioni che porteremo avanti, se necessario, anche di fronte al Tribunale d'Appello, seguiremo tutte le vie amministrative della Conmebol, ma siamo pornti anche a rivolgerci al Tas".
Il comunicato della Conmebol 
Intanto è arrivato un atto dovuto, ovvero l’apertura di un procedimento disciplinare nei confronti dei Millonarios per i gravi disordini avvenuti sabato all’esterno dello stadio Monumental.

INCHIESTA APERTA – L’apertura dell’inchiesta, annunciata nella notte italiana dalla Confederazione calcistica sudamericana, anticipa la riunione in programma oggi (alle 14 ora italiana) ad Asuncion tra il numero uno del Conmebol, Alejandro Dominguez, e i presidenti di River (Rodolfo D’Onofrio) e del Boca (Daniel Angelici) nel corso della quale si discuterà anche della possibile data del recupero della partita.

Il procedimento del Conmebol non è legata alla richiesta del Boca Juniors che vuole vedersi riconosciuta la vittoria a tavolino, ma il River Plate rischia in ogni caso una maxi-multa e possibili provvedimenti riguardanti il Monumental. Il River ha 24 ore di tempo dalla notifica dell’apertura del procedimento per presentare la sua difesa.

LETTERA IN NOME DEL CALCIO – Esclusa a priori la possibilità di non giocare la finale di ritorno con conseguente vittoria a tavolino (e coppa) al Boca Juniors, il numero uno della confederazione ha scritto una lettera aperta ai tifosi delle due squadre. “Nel calcio non si vince con pietre o aggressioni, ma sul campo”. E rivolgendosi ai presidenti dei due club esorta i dirigenti a “comprendere come la responsabilità che hanno nelle loro mani va ben oltre la semplice difesa dei loro colori e degli interessi dei loro club. Prima di tutto c’è una responsabilità nei confronti del calcio sudamericano spesso svalutato e criticato nei nostri paesi, ma apprezzato nel resto del mondo. Nella Conmebol che presiedo si gioca rispettando l’avversario, col fair-play come punto di riferimento sul campo, sugli spalti e fra i dirigenti”.

IL PRECEDENTE E LE PRESSIONI DELLA CONMEBOL – Per quanto riguarda la data i due club sono lontanissimi. Il Boca, come già anticipato, pretende il 3-0 a tavolino visto che l’aggressione è arrivata in un’area di competenza dei Millonarios, il River, forte del 2-2 dell’andata, vuole giocare. In favore dei Xeneizes c’è un precedente molto importante che potrebbe dar loro ragione in caso di ricorso. Era il 2015 e alla Bombonera si giocava il quarto di finale di coppa Libertadores proprio contro il River.

Dopo l’intervallo i giocatori ospiti vennero aggrediti con gas urticante dai tifosi di casa. La gara venne sospesa e al River Plate fu assegnata la vittoria a tavolino, mentre il Boca fu punito con una multa di 200 mila dollari, 4 gare a porte chiuse e 4 trasferte senza tifosi. Di fatto, però, si giocherà, perché è ciò che vuole la Conmebol, bisognerà capire solo quando. Si è parlato dell’8 dicembre, ma Alejandro Dominguez spera di convincere i due club a scendere in campo prima.

SI DIMETTE IL CAPO DELLA SICUREZZA – Intanto una testa è già caduta nella capitale argentina. Si è, infatti, dimesso Martin Ocampo, ministro della Sicurezza della capitale. Ocampo si è definito “responsabile politico” di quanto accaduto sabato scorso sottolineando come ci siano state delle “manchevolezze dal punto di vista dell’ordine pubblico” nelle operazioni di sicurezza ed è per questo che è stata avviata “una indagine per determinare quali sono le responsabilità”.
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