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Da Verdi a Douglas Costa, ecco le "armi" (finora) nascoste delle big italiane

Douglas Costa (agf)
Il brasiliano e l'attaccante del Napoli sono solo alcuni dei potenziali titolari che hanno avuto poco spazio finora in campionato. Oltre a loro, però, ci sono anche Lautaro Martinez, Kluivert e Castillejo: in comune hanno poche reti, pochi assist e pochi minuti in campo. Alcuni sono costati tanto nell’ultima campagna acquisti: dopo la sosta vanno in cerca di riscatto
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ROMA - Le frecce nascoste per lo scudetto, o un posto in Champions League. La Serie A a riposo per due settimane, causa impegni delle nazionali, ha scritto la prima parte (12 giornate) della sceneggiatura del torneo, senza riservare un posto in prima fila per alcuni attesi protagonisti, sinora con le marce basse, tra infortuni, apprendistato, rendimento sotto le attese. Da Douglas Costa a Verdi, passando per Lautaro Martinez. A Milano si discute molto di Castillejo, così come a Roma, per Kluivert.

Poche reti, pochi assist, pochi minuti in campo. Alcuni sono costati parecchio nell’ultima campagna trasferimenti. Ora, al rientro tocca a loro. Iil potenziale per cambiare registro c’è, prima che le scelte degli allenatori diventino definitive.

DOUGLAS, DOVE SEI? - Nella passata stagione è stato il carburante che faceva salire di giri la Juventus. Una scheggia impazzita, teorema mai mandato a memoria dalle avversarie, in campionato e in Champions League. Ritmo, cambio di passo, assist, reti. Poi, i Mondiali con il Brasile e la lenta ripartenza in bianconero. Fuori fase, senza lo spunto vincente sino allo sputo all'attaccante del Sassuolo Di Francesco ("Non ero in me" dice adesso il bianconero), stop di quattro turni dal giudice sportivo, arrivato assieme a un infortunio muscolare.

Senza segnali di risveglio al ritorno. Zero reti, zero assist (dati dal sito della Lega calcio), in campo appena 285 minuti. Sarà il regalo di Natale richiesto da Allegri, perché indispensabile per cambiare il corso delle partite, specie in Coppa.

VERDI, ORA A NAPOLI L’EROE È FABIAN RUIZ - A Napoli è stato l’arrivo più atteso dal mercato, più di Fabian Ruiz, che adesso è l’uomo della provvidenza in casa Ancelotti. Ma il tecnico emiliano ha usato il dosatore con Verdi, pochi minuti nelle prime uscite, spesso panchina, anche tribuna, con Ounas preferito come cambio in corso, specie con la partita con punteggio negativo.

Poi, l’ingresso negli undici, qualche maglia da titolare, un gol da ricordare a Torino contro i granata, su assist di Mertens. Ma nessuna presenza nelle gare che contano, soprattutto in Champions League, troppo difficile sfilare la maglia a Callejon, mentre Ruiz e Zielinski si giocavano l’out sinistro. E anche per l’ex ala del Bologna si è messo di mezzo un infortunio, uno stiramento a Udine, quasi un mese fa. Per ora, un centro e un’assistenza gratuita.

LAUTARO SCALPITA DIETRO MAURITO - Un precampionato da predestinato, 21 anni, la faccia tosta di Tevez, la tecnica nello stretto di Aguero, il futuro solo da afferrare nella nazionale argentina e nell’Inter, assieme a Mauro Icardi. Che a suon di gol gli sta negando la ribalta: tre presenze dal primo minuto, un gran gol contro il Cagliari a San Siro, poi tanta panca, con Maurito sempre a referto in zona gol.

Per Luciano Spalletti è una prima punta, solo a volte in grado di giocare assieme al numero nove interista. E quindi per ora resta dietro le quinte, 278 minuti, cinque gettoni, quel centro contro gli isolani, insufficienze in pagella, una volta entrato a partita in corso.

KLUIVERT, PIU’ PANCHE CHE DRIBBLING - Il dribbling, la specialità della casa, si è visto più in Champions League che in campionato. Anche per l’olandese figlio d’arte, un fulmine nell’ultima stagione all’Ajax, è ancora in corso l’apprendistato. Di Francesco gli ha spesso preferito Under (per il turco, stesso trattamento lo scorso campionato), 307 minuti in campo, nonostante l’assenza anche a sinistra di Perotti, un assist, zero reti.

Ma la soddisfazione di finire sul registro arbitrale in Champions League, lo scorso ottobre all’Olimpico con il Plzen, più giovane giallorosso di sempre (19 anni e dieci giorni), esibendo la maglia numero 34 dell’amico Nouri, l’ex Ajax uscito dal coma dopo 13 mesi.

SAMU, LA SPERANZA (VANA) DI GATTUSO - Esterno d’attacco sulla sinistra, anche dietro la punta (Higuain) nella sfida persa in casa con la Juventus. Lo spagnolo, a lungo seguito da altre italiane, Napoli e Roma, sta deludendo le attese. Spesso cambio in corsa, 307 minuti, un timbro da attaccante atipico, falso nove, a fine settembre, con il Sassuolo, i complimenti di Paolo Maldini. E poi, prestazioni in calo, tanto fumo, senza arrosto. Sino alla partita senza squilli contro la Juventus.
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