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Cori contro Koulibaly, l'Inter: "Razzisti fuori dalla nostra storia". Cristiano Ronaldo: "No alla discriminazione''

Kalidou Koulibaly (reuters)
La solidarietà di CR7 e altri giocatori al difensore del Napoli: ''Nel mondo e nel calcio ci vorrebbero sempre educazione e rispetto". Presa di posizione ufficiale del club nerazzurro. Il presidente Zhang: "Nostro club ha grandissimi principi". Balotelli: "Sono con te fratello"
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ROMA - Scene di pura guerriglia fuori lo stadio prima di Inter e Napoli col bollettino di guerra che parla di un tifoso morto e diversi arresti, poi durante la partita i soliti ignobili cori razzisti nei confronti della città partenopea e del difensore azzurro Koulibaly, poi espulso nel corso del match. "Sono orgoglioso del colore della mia pelle - le parole del giocatore affidate ai social -. Di essere francese, senegalese, napoletano: uomo".
CR7 E BOATENG CON KOULIBALY - Unanime la reazione del mondo del calcio. Tra i primi a prendere le difese del centrale senegalese è stato Cristiano Ronaldo con un post su Twitter: "Nel mondo e nel calcio ci vorrebbero sempre educazione e rispetto. No al razzismo e a qualunque offesa e discriminazione!". Post a cui Koulibaly ha riposto con un ''grazie Cristiano , le tue parole sono giustissime! Spero che cambieranno veramente, un giorno, queste cose!.
A CR7 si è subito unito Kevin Prince Boateng. Il giocatore del Sassuolo ha ripostato sul proprio profilo Twitter il post del collega. Nel 2013 Boateng, allora al Milan, in un'amichevole a Busto Arsizio contro la Pro Patria, reagì ai cori calciando il pallone in tribuna. Messaggio di solidarietà a Koulibaly anche da parte di Vitor Hugo, difensore brasiliano della Fiorentina: ""Peccato per quello che è successo a Milano ieri. Siamo tutti uguali, non esistono differenze!! NO al razzismo!".
L'INTER: "CHI E' RAZZISTA NON FA PARTE DELLA NOSTRA STORIA" - "Da quando una notte di 110 anni fa i nostri fondatori hanno messo la firma su quello che sarebbe stato il nostro percorso, noi abbiamo detto no ad ogni forma di discriminazione. Per questo ci sentiamo in dovere oggi, una volta di più, di affermare che chi non dovesse comprendere e accettare la nostra storia di rispetto e inclusione, questa storia, non è uno di noi". Si legge in un comunicato della società nerazzurra. "Assieme alla nostra città -sottolinea l'Inter- noi lottiamo da sempre per un futuro senza discriminazioni. Ci impegniamo nel territorio facendoci portavoce di questi valori che sono da sempre un vanto per il nostro club. L'Inter è presente in 29 paesi del mondo, dalla Cambogia alla Colombia, dove oltre diecimila bambini sono coinvolti nel progetto Inter Campus, che ha l'obiettivo di restituire loro il diritto al gioco in contesti delicati, attività la cui importanza è stata riconosciuta anche dall'Onu".

ZHANG: "INTER CLUB CON GRANDISSIMI PRINCIPI" - Il presidente dell'Inter Steven Zhang si schiera contro il razzismo, postando una foto sul proprio profilo Instagram con il messaggio "L'Inter contro il razzismo". "Quando sono entrato per la prima volta nel mondo nerazzurro, ero così orgoglioso di essere venuto a conoscenza che i nostri fondatori avessero costruito questo club con così tanti grandissimi principi e con energia positiva. E ora, abbiamo ereditato questo legame unico che costruito 110 anni fa. E ora questa convinzione è più forte che mai".

BALOTELLI: "SONO CON TE FRATELLO" -  Solidarietà anche da Mario Balotelli. L'ex attaccante dell'Inter ha postato su Instagram una foto che lo ritrae mentre dà la mano al difensore senegalese durante una partita fra Nizza e Napoli con l'hashtag #"saynotoracism" seguito dalla frase in francese "sono con te fratello". Fra i commenti c'è anche quello dello stesso Koulibaly, che ringrazia così Balotelli: "Grazie fratello mio! Sempre forte", aggiungendo il simbolo di due mani nere giunte e le faccine con i baci, a cui 'Balo' risponde con il simbolo del bicipite, un cuore e un pugno chiuso.

MAZZOLA: "GARA DA RIGIOCARE" - Chi pensa che la partita Inter-Napoli dovrebbe essere rigiocata è Sandro Mazzola, bandiera dell'Inter: "Bisogna dare un esempio, far capire a chi non ci riesce che non si possono fare queste cose - dice Mazzola - . Allo stadio ci sono anche i bambini, che esempio diamo loro? Piuttosto fermiamo il campionato, in modo che anche gli altri tifosi comincino a tenere le distanze. La partita di ieri, invece, per me non era da sospendere, altrimenti sarebbe successo di peggio. Sarebbe stato meglio andare avanti, avvertendo i giocatori che poi sarebbe stata annullata e rigiocata". Rino Gattuso invece è per la sospensione del gioco: "Non penso che l'Italia sia un Paese razzista, perché ci sono tantissimi immigrati - dice l'allenatore del Milan -. Ma è giusto che una partita di calcio si sospenda".

SAVIANO: "ORGOGLIOSO DELLA MIA PELLE..." - "Orgoglioso del colore della mia pelle...": anche Roberto Saviano si schiera con Kalidou Koulibaly, e lo fa postando sui suoi profili social la foto del difensore e riprendendo le sue frasi di ieri, dopo la partita.

ANCHE LA ROMA CONTRO IL RAZZISMO - Anche la Roma si schiera al fianco di Kalidou Koulibaly. "Non c'è posto per il razzismo, né dentro né fuori dal mondo del calcio", ha scritto il club giallorosso in un post pubblicato sull'account Twitter ufficiale.
ASAMOAH: "NO AL RAZZISMO, AMIAMOCI TUTTI" - Non risponde alla proposta del sindaco Sala di farlo diventare capitano dell'Inter per la prossima gara, ma intanto anche il terzino nerazzurro Kwadwo Asamoah si schiera contro il razzismo, dopo gli ululati razzisti nei confronti di Kaoulibaly nel match di ieri. Il giocatore ghanese ha postato sul proprio profilo Instagram una foto insieme al difensore del Napoli, accompagnata da un messaggio: "Amiamoci gli uni con gli altri, bianchi e neri. No al razzismo", le parole di Asamoah.
MERTENS: "KOULIBALY NON CAMBIARE MAI, RESISTIAMO INSIEME"  - "Sei una delle persone migliori che conosco, per favore non cambiare mai. Non reagire a queste stronzate, resistiamo insieme!". Lo scrive su Twitter Dries Mertens, postando una foto in cui abbraccia Kalidou Koulbaly e ridono insieme. Il belga accompagna il post, in inglese, con un hashtag "no al razzismo".

GATTUSO: "ITALIA NON RAZZISTA, MA LE PARTITE VANNO SOSPESE" - "Non penso che l'Italia sia un Paese razzista, perché ci sono tantissimi immigrati. Ma è giusto che una partita di calcio si sospenda", è l'opinione di Gennaro Gattuso. "Non siamo l'unica nazione in cui succedono questi episodi. In Inghilterra c'è grande civiltà sportiva. Ma penso che sia arrivato il momento che il calcio si fermi e che le partite si interrompano. Tante volte sono quattro imbecilli che cominciano a fare questi versi".
SORRENTINO: "DA ADESSO SARO' KOULIBALY" -  "Quello che è successo a Koulibaly è
come se fosse successo a me. A tutti noi. Per questo, per esprimere la mia vicinanza e solidarietà, ho deciso di cambiare il mio nome Instagram - per 24 ore - con il suo nome e cognome. In segno di rispetto per il calciatore e per l'uomo. Perché SIAMO TUTTI KOULIBALY! #koulibaly #noalrazzismo". Questo il commento su Instagram del portiere del Chievo Stefano Sorrentino.

DURO OSHADOGAN, PRIMO AZZURRO DI COLORE - "Penso si sia persa l'ennesima occasione come movimento e mi dispiace enormemente ed al contempo mi fa arrabbiare per l'immagine che ancora una volta, purtroppo, il nostro campionato propone. Siamo dietro solo al Brasile nella storia del calcio, dovremmo esser noi l'esempio". Dura anche la reazione dell'ex calciatore Joseph Dayo Oshadogan, primo italiano di colore ad indossare la maglia della Nazionale italiana (3 ottobre 1996 con l'Under 21 di Cesare Maldini). "Sono decenni che si cerca di combattere questa piaga sociale, sono stati fatti dei passi avanti, messe delle regole, solo che poi ci vuole un peso morale ed una sensibilità culturale per farle applicare. Se una persona per 80 minuti non si rende conto di ciò che sta accadendo attorno a lui, come fa a prendere una decisione resa banale dall'attuale regolamento? E' evidente che le persone che dovrebbero intervenire ignorano o banalizzano o condividono tali comportamenti quindi la regola cade".

VEDOVA RACITI: "NON E' CAMBIATO NIENTE I 12 ANNI" - "A 12 anni dalla morte di mio marito non è cambiato niente nel calcio". Marisa Grasso, vedova dell'agente Filippo Raciti, che perse la vita nel 2007 a Catania negli scontri tra forze dell'ordine e ultras ha incontrato a Catania il vicepremier leghista Matteo Salvini. "Abbiamo parlato di tante di cose, anche di questo. Speriamo che la situazione possa cambiare. Lui è il ministro dell'Interno e mi ha promesso un impegno in più contro la violenza nel mondo del calcio". La tragedia stavolta si è consumata fuori San Siro negli scontri tra tifosi napoletani e interisti nei quali ha perso la vita un ultras nerazzurro: "E' sempre 'tifoso contro tifoso, uniti contro lo sbirro', non è cambiato nulla. So quello che la mia famiglia ha pagato in questi anni per colpa della mano violenta del mondo sportivo: è un problema culturale non risolto".
 
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