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Inter, Miranda: "Sbagliata una gara, ora cerchiamo di vincere quelle che restano"

Miranda in azione contro Suarez in Brasile-Uruguay (ap)
Il difensore archivia Bergamo e guarda avanti: "Abbiamo fatto una bella squadra, gare come quella non devono più esserci"
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MILANO – Miranda ha idee e obiettivi ben chiari sia per quanto riguarda il campionato che la Champions League. Rammaricato per la battuta di arresto subita domenica scorsa a Bergamo, però, il difensore non si abbatte. “Vogliamo vincere le partite che restano, anche se sappiamo che è difficile. Abbiamo fatto grandi partite, poi sbagliato quella di Bergamo e non può più succedere”, ha detto il nerazzurro a Mediaset al termine della vittoria del suo Brasile contro l’Uruguay. Certo, il brasiliano non dimentica la Champions. L’Inter dopo il pari a San Siro contro il Barcellona è al secondo posto in classifica con 7 punti. Primi i catalani a quota 10, terzo il Tottenham con 4 punti, fanalino di coda il Psv a 1. La prossima sfida per la squadra del tecnico Luciano Spalletti è con gli inglesi. Miranda ci crede: “Sappiamo che il Tottenham è una grande squadra ma e vogliamo vincere. Abbiamo fatto una bella squadra e una squadra come la nostra deve sicuramente arrivare in Champions”. Mentre i nazionali sono alle prese con le varie sfide in giro per il mondo, l’Inter oggi e domani ha ricevuto due giorni liberi dal tecnico. La ripresa è fissata per lunedì pomeriggio alle ore 15.
 
LE SECONDE SQUADRE NON SONO LA PANACEA A TUTTI I MALI - Nel mentre il responsabile del settore giovanile interista, Roberto Samaden, parla delle seconde squadre che tanto hanno fatto discutere in Italia. Il dirigente a RMC sport commenta: “E’ innegabile che il progetto delle squadre B è utile alla crescita e alla valorizzazione, tanti altri paesi hanno adottato questo metodo. Anche se, non credo che questa sia la soluzione a tutti i problemi”, poi Samaden prosegue raccontando: “Recentemente ho letto un’intervista a Di Biagio che si è domandato: ‘Se non ci sono giovani che giocano nelle prime squadre, bisogna domandarsi se il valore dei ragazzi italiani c’è’. E penso a un’Atalanta che in prima squadra gioca senza ragazzi cresciuti nel vivaio. Perché, come ricorda Di Biagio, non esistono tecnici che non fanno giocare un giocatore giovane bravo. Bisogna allargare l’orizzonte e la progettualità, le seconde squadre non bastano. I privilegi dei club B arriveranno tra anni, ma solo se ci occuperemo anche della base e non solo del vertice. Adesso ci preoccupiamo dei giovani che non giocano in prima squadra ma non pensiamo a investire sui più piccoli. Penso ai settori giovanili della Lega Pro: tanti campioni in passato sono partiti da lì, adesso vanno rivalorizzati, bisogna chiedere ai club di investire. Non basta qualche toppa, perché poi casca e bisogna rimetterne altre”.
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