Sport

Milan, tutto pronto per il ritorno di Ibrahimovic

Il mondo rossonero è pronto a riabbracciarlo tocca al fuoriclasse svedese decidere se dire sì a gennaio. Galliani: "Nel 2012 ho dovuto tradirlo"

2 minuti di lettura
MILANO - Ormai il mondo Milan è pronto a riabbracciarlo. Leonardo non smentisce, Gattuso non allontana l'idea, i tifosi non la disdegnano. Parrebbe dunque che ormai tocchi soltanto a Zlatan Ibrahimovic, trentasettenne fuoriclasse in esilio negli Usa, dire sì al ritorno al Milan a gennaio, sei anni e mezzo dopo un addio che lui non volle. In mezzo ci sono state le stagioni vincenti al Psg, l'addio alla Nazionale svedese, la parentesi traumatica al Manchester United con l'infortunio al ginocchio e l'operazione, il morbido trasferimento in California ai Los Angeles Galaxy.

MENTALITA' VINCENTE - Ma il legame col Milan non si è mai spezzato. La prospettiva di tornare per inseguire un altro ritorno, quello del club in Champions League dopo 5 anni di assenza, è di sicuro allettante. Il campione è in vacanza in Svezia e sta riflettendo, ma ha superato il brasiliano Pato nella corsa tra ex, destinazione Milanello. Mentalità vincente: sono le due parole magiche, per un ambiente disabituato alle vittorie, che appartengono per definizione al fuoriclasse svedese.

INCOGNITE CONTRATTUALI - A 37 anni le incognite non sembrano tanto atletiche - Ibra ha una cultura del lavoro maniacale, che il periodo americano non ha attenuato, e sembra in grado di riadeguarsi in fretta ai ritmi del calcio europeo - quanto contrattuali. I Galaxy gli offrono la garanzia di chiudere la carriera da protagonista in Mls, dove è la star e dove ha un contratto in scadenza nel dicembre 2019. La questione col Milan non sarebbe economica (l'accordo fino a giugno non costerebbe più di 2 milioni di euro), ma temporale: un anno e mezzo di contratto, per chiudere la carriera alla grande, magari giocando di nuovo in quella Champions che con lo svedese è sempre stata matrigna. Quanto alla convivenza tattica e di gruppo con Higuain, non è certo un ostacolo: il potenziale dell'attacco si moltiplicherebbe, perché i due possono essere anche tatticamente complementari.

GALLIANI E IL TRADIMENTO - lbra non arriverebbe più da numero uno col posto fisso, ma tutto lascia pensare che non farebbe fatica ad accettare le regole di Gattuso: l'allenatore non vuole primedonne. Da giocatori i due avevano un ottimo rapporto e tale è rimasto, come dimostrano le reciproche dichiarazioni pubbliche di stima. Intanto anche gli strappi del passato sono stati ricuciti. In un'intervista a Sportmediaset l'ex Ad milanista Galliani, oggi al vertice del Monza, ha rivelato che la cessione di Ibra al Psg nel 2012, per ragioni economiche, è una ferita rimarginata per il giocatore: i rapporti sono di nuovo buoni e i complimenti a distanza si sprecano: "È vero, Zlatan mi ha chiamato per ringraziarmi. Comunque, al di là di questo episodio, ci sentiamo qualche volta. Io lo avevo tradito, ma avevo dovuto farlo. Non mi ha parlato per un anno e mezzo, ma poi i rapporti sono tornati buoni".  
I commenti dei lettori