Sport

Roma, lettera di Pallotta ai tifosi: ''Ho sbagliato, nessuna guerra tra le nostre bandiere". E De Rossi querela Repubblica

James Pallotta (agf)
Il presidente giallorosso conferma alcuni temi presenti nell'inchiesta pubblicata da Repubblica, attacca Monchi ("ha commesso errori"), ha parole d'elogio per Francesco Totti e Daniele De Rossi. E avvisa: ''Lo stadio è fondamentale. Inutile minacciarmi, non venderò il club"
5 minuti di lettura
ROMA - Dopo la rivelazioni sulla Roma pubblicate ieri da Repubblica, oggi arriva la replica del presidente del club James Pallotta. Il patron statunitense, in una lunga lettera ai tifosi giallorossi scritta sul sito ufficiale del club, ha confermato alcuni temi presenti nell'inchiesta pubblicata da Repubblica, chiarendo soprattutto la vicenda relativa all'addio di Daniele De Rossi. "Che mi crediate o meno - ha scritto Pallotta rivolgendosi ai tifosi - non penso ci sia stato nessuno, in società, più deluso, più depresso e più arrabbiato di me per come sono andate le cose alla Roma negli ultimi diciotto mesi". Nell'ammettere che sono stati commessi degli errori, "uno di questi si è rivelato molto grave a livello sportivo", l'imprenditore americano ha spiegato che la società sta "lavorando duramente per riorganizzare alcune aree del Club, che probabilmente avrebbero dovuto essere prese in esame prima, e per risolvere alcuni problemi, che solo di recente sono giunti alla mia attenzione".
L'obiettivo è di "ingaggiare persone di talento", in grado di riportare in alto la Roma, il rammarico invece è quello di non aver vinto alcun trofeo perché, ha sottolineato Pallotta, "il motivo per cui sono qui è vincere trofei, allestire una squadra e creare un'atmosfera che rendano ovunque orgogliosi i tifosi della Roma". Dopo un'annata piena di delusioni, il presidente non esita ad affermare che ques'ultima stagione "è stata un completo disastro, ma allo stesso tempo mi risulta difficile accettare l'argomentazione secondo la quale non avremmo provato ad andare oltre i nostri limiti con le risorse che avevamo a disposizione".

Il caso De Rossi e l'inchiesta di Repubblica

Nella sua lettera, il presidente della Roma dedica ampio spazio all'inchiesta a cura di Carlo Bonini e Marco Mensurati pubblicata ieri su Repubblica, rispondendo punto su punto all'articolo e ammettendo che contiene numerose verità. "Ho letto alcuni passaggi quando mi sono svegliato alle 5 di ieri mattina e li ho definiti "cazzate" - ha esordito Pallotta - ma dopo aver letto tutto il servizio, e dopo aver sostenuto una lunga e assai dettagliata conversazione con uno degli estensori del pezzo, ritengo che alcune parti siano vere e altre parti chiaramente non corrette. Mea culpa". Secondo Pallotta, però, "alcuni aspetti di questo articolo hanno messo in cattiva luce Daniele De Rossi: non è giusto, perché Daniele per diciotto anni è stato un guerriero per la Roma. Lui merita rispetto e io l'ho sempre rispettato".
Il patron giallorosso ammette che De Rossi era turbato per il fatto che qualcuno (Nzonzi, ndr) fosse stato acquistato per giocare nella sua posizione. "Questo, però, - ha spiegato Pallotta - è dipeso dal fatto che il giorno precedente gli era stato detto da Monchi che non avremmo preso nessuno che potenzialmente avrebbe giocato davanti a lui nello stesso ruolo. Pertanto gli è stata detta una bugia e il giorno seguente la sua reazione emotiva è stata quella che è stata. Il giorno dopo ancora è tornato sui suoi passi e ha detto: 'Mi dispiace per il mio sfogo'". 

Pallotta torna anche sul passaggio secondo il quale De Rossi avrebbe preso posizione perché Eusebio Di Francesco fosse esonerato: "Sulla base di tutte le conversazioni che ho intrattenuto con lui - ha tagliato corto - è falso al 100%. Infatti a dodici partite dalla fine del campionato ho avuto una conversazione telefonica con Daniele, che mi ha personalmente chiesto di continuare con lo stesso allenatore fino al termine della stagione. Quindi, se qualcuno sta insinuando che lui chiedesse l'esonero di Di Francesco, questo non potrebbe essere più lontano dalla verità".

Pallotta: ''Nessuna guerra tra Totti e De Rossi"

Pallotta ammette di aver commesso degli errori, spiegando nel dettaglio quali. "Il mio errore è stato questo: a dicembre avrei voluto operare dei cambiamenti su tutta la linea nell'area sportiva e nella sfera della preparazione atletica ma sono stato convinto a non farlo. Avrei dovuto fare i cambiamenti quando pensavo che fosse giusto farli e quell'indecisione, forse, ci è costata un posto in Champions League". Si torna poi sull'argomento più caldo, quello del rapporto tra Totti e De Rossi: "Nel nostro caso, sembra che la gente stia cercando di mettere dirigenti e calciatori gli uni contro gli altri. Ho sempre avuto scambi costruttivi con Daniele riguardo lo spogliatoio, i giocatori, le cose da migliorare; e lo stesso vale per Francesco Totti. Dire che due ragazzi, con alle spalle una relazione speciale per venti anni, siano in guerra non ha senso. Sono stati in disaccordo? Mio Dio, spero di sì. L'ultima cosa di cui abbiamo bisogno è essere circondati da yes man. Ieri, a proposito, sono stato testimone di quanto stia proseguendo la maturazione di Francesco come dirigente. La sua maturità, le sue intuizioni e la sua competenza, nel confronto con me e con Guido riguardo un potenziale candidato alla panchina, sono state più utili dei consigli di chiunque altro".

Pallotta: "Monchi ha sbagliato"

Pallotta rivela come a maggio di un anno fa abbia evidenziato a Monchi i problemi e le necessità della Roma. "Monchi - ha spiegato il presidente - mi ha chiesto il 100% del controllo e della fiducia in quanto nostro direttore sportivo. Ripenso ogni giorno alla sessione di mercato della scorsa estate e forse non avrei dovuto lasciargli tutta questa autonomia. Semplicemente la squadra non si adattava bene al gioco di Di Francesco, mi spiace moltissimo per la posizione in cui il tecnico era stato messo. Quando le cose stavano andando davvero male, lui ci ha comunicato che forse aveva perso il controllo dello spogliatoio e che, se avessimo pensato che per lui fosse ora di andare, se ne sarebbe andato senza fare resistenza. Di Francesco è sempre stata una persona di classe con me. È un gentiluomo".

Pallotta: "Insulti vergognosi, Baldini non c'entra nulla"

Dopo settimane di dure contestazioni, con tanto di striscioni contro di lui comparsi in mezzo mondo, Pallotta torna sugli insulti e le minacce di cui è stato vittima. "Quello che non posso accettare - ha detto - e ritengo sia vergognoso e disgustoso, oltre che poco rappresentativo della Roma e dei nostri tifosi, sono le centinaia di persone che hanno insultato le mie sorelle definendole troie, puttane e maiali". L'altro grande bersaglio della contestazione dei tifosi romanisti è ovviamente Franco Baldini, preso di mira in questi giorni sia sui social che sulle radio romane. "Franco è chiaramente un mio consigliere e confidente da molto tempo e non ha mai fatto nulla a scapito di questo club - ha precisato Pallotta -. Se pensate che sia coinvolto in tutte le decisioni, allora vi sbagliate di grosso. È evidente che qualcuno stia cercando di creare molti problemi a una persona che, con discrezione, mi ha sempre dato grandi consigli permettendo alla società di incassare molti soldi". Insomma, a chi ritiene Baldini il principale mandante della separazione con De Rossi, il presidente giallorosso spiega: "Franco non ha dato alcun input su Daniele. Questa è una discussione che non ho nemmeno affrontato con lui, perché negli ultimi due anni l'ho portata avanti, sul fronte dei rinnovi dei contratti, con il management". Pallotta aggiunge poi che, secondo il club, questa 
sarebbe stata l'ultima stagione di De Rossi, spiegando che i limiti fisici del giocatore avrebbero rischiato di essere un peso per la squadra. "Parlerò con Daniele in privato - assicura il patron - ci siamo scambiati dei messaggi ieri mattina e l'ho invitato a incontrarmi al termine delle sue vacanze per passare un po' di tempo con me. Se pensate che ci sia del risentimento tra noi e che non ci parleremo vi state sbagliando". Lo stesso, quindi, vale anche per Totti: "Ho invitato Francesco e la sua famiglia a venire da me e spero che lo faranno".

De Rossi querela Repubblica

"Nell'articolo apparso ieri su La Repubblica a firma Bonini e Mensurati mi vengono attribuiti comportamenti mai avuti e frasi mai dette. Ritengo quanto scritto gravemente diffamatorio, darò mandato ai miei legali di chiedere un risarcimento da devolvere in beneficenza". Questi alcuni passaggi di una dichiarazione all'ANSA con cui Daniele De Rossi interviene per la prima volta sulla questione dei veleni di Trigoria. "Non è la prima volta che si gettano ombre sull'amicizia tra me e Totti. Impegnatevi di più...".
 
I commenti dei lettori