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Volley, mondiali femminili: l'Italia vola con le schiacciate di Miriam Sylla

Miriam Sylla 
La giocatrice dell'Imoco di Conegliano è una delle stelle più attese della Nazionale italiana. Nata a Palermo da genitori ivoriani, si sta rivelando la migliore schiacciatrice del torneo, con una percentuale di punti conquistati del 63 per cento
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ROMA - È una Nazionale giovane e multietnica, Miriam Sylla lo sa e non vuole rivendicarlo. "Sono italiana, vivo e gioco in Italia com'è naturale che sia, basta così". Non le interessa diventare un simbolo, vuole soltanto scendere in campo e inseguire la palla e il suo primo Mondiale. Fino ad ora nessuno è riuscito a fermarla. Oggi all'alba contro la Turchia è arrivata la quarta vittoria consecutiva: le azzurre non hanno ancora perso un set e sono prime del girone B con 12 punti.

Alla vigilia del debutto a Sapporo contro la Bulgaria, Sylla aveva detto: "Devo essere sincera: con tutto il rispetto e l'ammirazione che provo per le mie avversarie, non ho paura di niente e di nessuno, nemmeno della Cina". Lo sta dimostrando anche in campo. La giocatrice dell'Imoco di Conegliano, nata a Palermo 23 anni fa da genitori ivoriani è la migliore schiacciatrice del torneo, con una percentuale di punti conquistati del 63 per cento. Oggi contro la Turchia, squadra che quest'estate ha battuto più volte la squadra di Mazzanti, Sylla è stata la migliore in campo insieme a Paola Egonu con 13 punti conquistati. "Vi avevo detto che si sarebbe visto quello che abbiamo preparato in questi 5 mesi", ha detto la ragazza a fine dell'incontro. "Sono sicura che non sia finita qui". Le azzurre domani alle 12.20 affrontano la Cina in una sfida che deciderà la prima posizione in classifica, ma entrambe le squadre sono sicure di avere passato il primo round.

A chi si congratula per il suo modo di giocare e per la potenza che riesce s trovare su ogni pallone lei non sa bene cosa rispondere: "Non mi faccio i complimenti da sola, e poi la pallavolo è uno sport di squadra. Non sono stata brava io, siamo state brave tutte". Come per molte altre sue compagne, questo per Sylla è il primo Mondiale. La prima convocazione in Nazionale è arrivata per le Olimpiadi di Rio del 2016; l'anno dopo, a Nanchino, è arrivata la prima gioia in azzurro, la medaglia d'argento ai World Prix. I sogni si avverano ma non bastano mai. I suoi arrivano da lontano, ma nemmeno troppo. Ha cominciato a giocare  a 12 anni grazie a una cugina. Non è stato amore a prima vista, per molto tempo lo ha considerato uno sport come gli altri, niente di più.

La pallavolo è diventata una cosa seria qualche anno dopo, quando ha capito che oltre al talento poteva esserci anche un futuro. "Giocavo a pallavolo anche alle superiori, come tutti gli studenti. Ma a scuola gli sport vengono fatti poco e male. Le ore di educazione fisica possono essere controproducenti, perché rischiano di farti odiare questo sport". I suoi compagni cercavano  una giustificazione per saltare le ore in palestra, lei invece dal campo non sarebbe voluta uscire mai. L'ha promesso ai suoi genitori tanti anni fa: "prima o poi con la pallavolo darò un senso a tutti i nostri sacrifici". Sta succedendo in questi giorni in Giappone: l'ha capito anche lei. Su Instagram ha postato una foto di tutta la squadra e sotto ha commentato: "Viviamo ogni giorno come l'ultimo perché veniamo da lontano".
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