Essere Elon Musk, venti capitoli di una vita da visionario

Essere Elon Musk, venti capitoli di una vita da visionario
Ha costruito la sua fortuna passando per il Canada e poi per la Silicon Valley. Ecco il racconto della sua vita
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Dall’infanzia difficile in Sudafrica al sogno di colonizzare Marte. Punto per punto tutta la storia di Elon Musk, che parteciperà all'Italian Tech Week.

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L’infanzia in Sudafrica
Elon Musk nasce il 28 giugno del 1971 a Pretoria, in Sudafrica, a un’ora di macchina da Johannesburg. Il piccolo Elon cresce con il mito del nonno, Joshua Norman Haldeman, che una volta in Africa spende dieci anni della sua vita alla ricerca di una leggendaria città perduta nel Deserto del Kalahari. La madre di Elon, Maye Haldeman, sposa Errol Musk nel 1970. Quando nasce il loro primo figlio, Elon, sono poco più che ventenni. Poi arriveranno altri due bambini: Kimbal, nel 1972, e Tosca, nel 1974. La famiglia dura poco: Maye ed Errol divorziano dopo appena 9 anni.

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 La miniera di famiglia
La madre di Elon Musk, Maye Haldeman, è una nutrizionista e modella apparsa anche su Vogue. Papà Errol invece è un enigma. Elon lo ha definito un ingegnere brillante e un pessimo essere umano. Sono girate a lungo voci su una presunta miniera di smeraldi che Errol Musk avrebbe posseduto in Zambia, negli anni 80. Nessuno ha mai confermato questa storia.

 Un padre violento
A 10 anni, quando i suoi genitori si separano, Elon e il suo fratello più piccolo, Kimbal, scelgono di vivere per un breve periodo con il loro papà. Non è una buona idea. “Era violento con me, quando ero piccolo - ha svelato Elon in un’intervista a Rolling Stone -. Non avete idea di quanto fosse malvagio. Pensate a un crimine e lui l’ha commesso. Pensate a qualsiasi cosa diabolica e lui l’ha fatta”.

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 Il primo affare a 12 anni
Mentre ancora vive in Sudafrica, Elon crea un videogame chiamato Blastar. “Non avrei mai iniziato a programmare se non fosse stato per i videogiochi” ha raccontato. Il giovane Elon vende il codice di Blastar per 500 dollari a una rivista per appassionati di computer.

 Picchiato dai bulli a scuola
Quando era ancora un adolescente e frequentava il college in Sudafrica, Elon era spesso vittima dei bulli. Una volta è stato picchiato così tanto da finire all’ospedale. “In Sudafrica la situazione era estremamente violenta” ha raccontato Musk.  

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 Il nightclub all’università
Elon Musk è laureato in fisica ed economia all’Università della Pennsylvania. Qui lo ricordano anche per il night club che gestiva fuori dal campus. È il 1992 e Musk e il suo compagno di stanza, Adeo Ressi, trasformano in un locale un casa di dieci stanze. C’è l’open bar, si pagano 5 dollari per entrare e a ogni party partecipano fino a 500 studenti. Sono abbastanza soldi per la retta universitaria.

 La prima startup
La prima azienda fondata da Elon Musk nel 1995, insieme al fratello Kimbal, si chiama Zip2. In quel periodo Elon ha una fidanzata. che per stare con lui è costretta a dormire nel suo ufficio. Nel 1999 i  sacrifici dei Musk vengono ripagati: vendono Zip2 alla Compaq per circa 300 milioni di dollari. Di questi, 22 milioni finiscono sul conto in banca di Elon.

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 Il problema delle ferie
Con la metà del denaro incassato per Zip2, Elon fonda X.com, una delle prime banche online. Qualche tempo dopo Musk fonde la sua banca con PayPal, un servizio appena nato per effettuare pagamenti elettronici in modo semplice e veloce. Durante una vacanza in Australia, Musk viene fatto fuori dal consiglio di amministrazione. “È questo il problema delle ferie” dirà amaramente l’imprenditore. Quando eBay compra PayPal per un miliardo e mezzo di dollari, nel 2002, Elon ne guadagna all’istante 180 milioni.

 Come è nata SpaceX
L’obiettivo originario di Elon Musk, quando inizia a interessarsi allo Spazio, è quello di spedire una serra su Marte. Il sogno si scontra con la dura realtà: il trasporto delle piante ha un costo pazzesco, tra i 60 e gli 80 milioni di dollari. Musk prova anche a comprare un missile balistico intercontinentale russo, ma non ci riesce perché costa troppo. Alla fine capisce che dovrà costruirsi i razzi da solo.

 La navicella sballata
Quando Elon Musk fonda SpaceX, nel 2002, qualcuno gli fa capire che non ce la farà mai a far volare veicoli e persone nello spazio. Per questo Musk chiama la sua prima navicella spaziale Dragon, come il titolo di una canzone del 1963, Puff The Magic Dragon, diventata popolare per i presunti riferimenti del suo testo alle droghe leggere. “Le persone mi dicevano che ero sballato perché pensavo che la navicella potesse funzionare - ha detto Musk -. L’ho chiamata così in risposta ai loro insulti”.

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 Alla guida di Tesla
Tesla è stata fondata da Martin Eberhard e Marc Tarpenning nel 2003. Elon Musk sale a bordo solo un anno dopo con un investimento iniziale di 6,3 milioni di dollari. Il suo primo incontro con Eberhard e Tarpenning avviene a un raduno di appassionati di Marte. Musk diventa amministratore delegato di Tesla nel 2008, quando salva l’azienda dalla bancarotta investendo altri 40 milioni di dollari.

 L’attacco ai media
Musk promette da anni un’auto in grado di viaggiare da sola. Un progetto turbato dagli incidenti: almeno tre conducenti di una Tesla sono morti, a partire dal 2016, mentre avevano la funzione Autopilot inserita. Il modo in cui i media hanno raccontato gli schianti  non è piaciuto a Musk: “Pensateci bene quando scrivete articoli così negativi - ha detto - perché state dissuadendo le persone dall’usare auto a guida autonoma. In pratica, le state uccidendo”.

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 Operazione Smart
Nel 2007 la Tesla rischia la bancarotta. Musk investe altri 20 milioni di dollari e studia il modo di fare soldi vendendo le sole batterie. Tra le aziende interessate c’è il gruppo Daimler, che controlla i marchi Mercedes-Benz e Smart. Quando i tedeschi comunicano a Musk che l’avrebbero raggiunto in California, Elon ha un’illuminazione: fargli trovare una Smart elettrica alimentata ovviamente da una sua batteria. Per sei settimane gli ingegneri lavorano giorno e notte sul prototipo. I vertici Daimler, impressionati, chiudono l’accordo e decidono anche di investire in Tesla.

 I primi uomini su Marte
Elon Musk vuole portare gli uomini su Marte entro il 2026. E però tanta fretta potrebbe avere un prezzo. Elon ha affermato in un’intervista, anche con una certa leggerezza, che “un gruppo di persone potrebbe morire, all’inizio”. I rischi ci sono, è chiaro. Basti pensare ai 14 astronauti Nasa che hanno perso la vita a bordo dello shuttle Challenger, nel 1986, e dello shuttle Columbia nel 2003. “Certo - dice Elon - Non costringiamo nessuno ad andare su Marte, è su base volontaria”.

 Bombe sul pianeta rosso
Secondo Musk le bombe a idrogeno potrebbero rendere più ospitale Marte. La sua teoria  è che bombardando i due poli del pianeta, l’enorme quantità di acqua che si trova sotto la superficie vaporizzerebbe all’istante, rilasciando CO2 e generando un effetto serra. Uno studio pubblicato su Nature Astronomy ha sottolineato come non ci sia abbastanza CO2 su Marte per mettere in pratica il piano dell’imprenditore.

 Un microchip nel cervello
Nel 2016 Musk ha co-fondato un’azienda visionaria chiamata Neuralink che produce elettrodi e microchip da impiantare nel cervello umano. Attraverso questi microchip si arriverà a una comunicazione diretta tra cervello e macchine. Quando Neuralink è stata presentata, nel del 2019, Musk ha detto che alcuni chip erano già stati impiantati, con successo, in delle scimmie.

 Marijuana e PornHub
Nel settembre del 2018 le azioni di Tesla hanno perso di colpo il 9%. Tutto per colpa del suo amministratore delegato, Elon Musk, che ha fumato marijuana durante la registrazione di un podcast. Elon più volte, su Twitter, ha fatto riferimento alle droghe leggere. Il 23 dicembre del 2019, quando il prezzo di un’azione Tesla ha raggiunto i 420,69 dollari, Musk ha definito questa cifra “pura arte”. “Four/Twenty” (“Quattro/venti”) è lo slang che indica la marijuana. E ‘69’? Quel giorno Porn Hub ha twittato ironicamente di aver guadagnato molto.

 L’incontro con Steve Jobs
Musk ha raccontato di aver conosciuto Jobs a una festa. “Non aveva idea di chi fossi - ha raccontato Elon - mi è sembrato una specie di idiota”. In un’altra occasione, durante un servizio fotografico, gli è stato chiesto di indossare un dolcevita nero. “Se fossi in punto di morte con un dolcevita addosso - ha detto Musk - con l’ultima energia in corpo me lo toglierei e lo lancerei il più lontano possibile”.

 Polemiche sul coronavirus
Sul Covid-19, purtroppo, il miliardario ha dato il peggio di sé: Il 31 gennaio 2020 Elon scrive su Twitter: “Penso che il coronavirus si rivelerà qualcosa di simile a un raffreddore”. Il 6 marzo del 2020 aggiunge: “Il panico per il coronavirus è sciocco”. Qualche giorno dopo, insiste con un altro tweet: “Credo che il panico farà più danni del virus”.

 Una moglie poco bionda
Il 2008 è l’anno peggiore nella vita di Musk. Il suo matrimonio con la scrittrice canadese Justine Wilson, sposata nel 2000, è al capolinea. I due hanno avuto cinque figli: due gemelli nel 2004 e tre gemelli nel 2006. Ma Justine è infelice, si sente sminuita da un milionario che continua a ripeterle: “Se fossi un mio dipendente, ti licenzierei”. “Elon - racconterà Wilson - mi voleva sempre più bionda. ‘Falli platino’, mi ripeteva, ma io non volevo”. L’attuale compagna di Musk è Grimes, una musicista canadese. I due hanno un figlio nato a maggio 2020.