Vaticano

Dossier Viganò, il cardinale Ouellet contrattacca: "Blasfemo e aberrante, colpo immeritato al Papa"

Durissima lettera aperta del prefetto della Congregazione dei vescovi in risposta alle accuse dell'ex nunzio apostolico negli Usa, che ha chiesto le dimissioni di papa Francesco per le sue presunte omissioni nello scandalo pedofilia della chiesa americana: "Approfitti di un caso clamoroso di abusi per infliggere un colpo inaudito all'autorità del pontefice"

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CITTA' DEL VATICANO -CITTA' DEL VATICANO - "Un attacco ingiusto e ingiustificato", una "montatura politica priva di un reale fondamento che incrimina il Papa e ferisce profondamente la comunione della Chiesa". Con una lunga e durissima lettera aperta, il cardinale canadese Marc Ouellet, prefetto della Congregazione dei vescovi, controbatte al dossier dell'ex nunzio a Washington, Carlo Maria Viganò, e alle sue accuse a Papa Francesco, di cui lo stesso Viganò è arrivato a chiedere le dimissioni per avere ignorato le informazioni sugli abusi sessuali compiuti dal cardinale americano Mc Carrick su seminaristi. Ouellet parla di "blasfemia" a proposito delle osservazioni e dei toni dell'ex nunzio e affonda: "Trovo aberrante che tu approfitti dello scandalo clamoroso degli abusi sessuali negli Stati Uniti per infliggere all'autorità morale del tuo Superiore, il Sommo Pontefice, un colpo inaudito e immeritato".
"È falso presentare le misure prese" nei confronti dell'allora cardinale McCarrick "come 'sanzioni' decretate da Papa Benedetto XVI e annullate da Papa Francesco. Dopo il riesame degli archivi, constato che non vi sono documenti a questo riguardo firmati dall'uno o dall'altro Papa, né nota di udienza del mio predecessore", cardinale Giovanni Battista Re, "che desse mandato dell'obbligo dell'arcivescovo emerito McCarrick al silenzio e alla vita privata, con il rigore di pene canoniche", scrive Ouellet.

Ouellet confuta radicalmente le accuse di Viganò a papa Francesco di aver ignorato le informazioni da lui dategli nel giugno 2013 sugli abusi sessuali dell'ex arcivescovo di Washington, e di aver di fatto annullato una precedente 'sanzione' di Benedetto XVI, chiedendo per questo le dimissioni del Pontefice. "La tua attuale posizione mi appare incomprensibile - denuncia Ouellet - ed estremamente riprovevole, non solo a motivo della confusione che semina nel popolo di Dio, ma perché le tue accuse pubbliche ledono gravemente la fama dei Successori degli Apostoli".

"Tu dici di aver informato Papa Francesco il 23 giugno 2013 sul caso McCarrick nell'udienza che ha concesso a te, come a tanti altri rappresentanti pontifici da lui allora incontrati per la prima volta in quel giorno - afferma il prefetto dei Vescovi -. Immagino l'enorme quantità di informazioni verbali e scritte che egli ha dovuto raccogliere in quell'occasione su molte persone e situazioni. Dubito fortemente che McCarrick l'abbia interessato al punto che tu vorresti far credere, dal momento che era un Arcivescovo emerito di 82 anni e da sette anni senza incarico. Inoltre le istruzioni scritte, preparate per te dalla Congregazione per i Vescovi all'inizio del tuo servizio nel 2011, non dicevano alcunché di McCarrick, salvo ciò che ti dissi a voce della sua situazione di Vescovo emerito che doveva obbedire a certe condizioni e restrizioni a causa delle voci attorno al suo comportamento nel passato".

In sostanza, "l'ex cardinale, andato in pensione nel maggio 2006, era stato fortemente esortato a non viaggiare e a non comparire in pubblico, al fine di non provocare altre dicerie a suo riguardo". Ma nessuna "sanzione" pontificia gli era stata notificata poiché "non si disponeva allora, a differenza di oggi, di prove sufficienti della sua presunta colpevolezza".

Ouellet si chiede anche come sia stato possibile che Giovanni Paolo II abbia promosso McCarrick, fino a farlo diventare cardinale di Washington. "Io stesso ne sono assai stupito e riconosco dei difetti nel procedimento di selezione che è stato condotto nel suo caso", afferma. Ma "si deve comprendere che le decisioni prese dal Sommo Pontefice poggiano sulle informazioni di cui si dispone in quel preciso momento e che costituiscono l'oggetto di un giudizio prudenziale che non è infallibile".

Dopo di che, la contestazione al 'dossier' di Viganò: "il fatto che vi possano essere in Vaticano persone che praticano e sostengono comportamenti contrari ai valori del Vangelo in materia di sessualità, non ci autorizza a generalizzare e a dichiarare indegno e complice questo o quello e persino lo stesso Santo Padre. Non occorre innanzitutto che i ministri della verità si guardino dalla calunnia e dalla diffamazione?".

"Ti dico francamente - si rivolge Ouellet a Viganò - che accusare Papa Francesco di aver coperto con piena cognizione di causa questo presunto predatore sessuale e di essere quindi complice della corruzione che dilaga nella Chiesa, al punto di ritenerlo indegno di continuare la sua riforma come primo pastore della Chiesa, mi risulta incredibile ed inverosimile da tutti i punti di vista. Non arrivo a comprendere come tu abbia potuto lasciarti convincere di questa accusa mostruosa che non sta in piedi". Papa Francesco "non ha avuto alcunché a vedere con le promozioni di McCarrick a New York, Metuchen, Newark e Washington. Lo ha destituito dalla sua dignità di cardinale quando si è resa evidente un'accusa credibile di abuso sui minori. Non ho mai sentito Papa Francesco fare allusione a questo sedicente gran consigliere del suo pontificato per le nomine in America". "Trovo tuttavia aberrante - aggiunge - che tu approfitti dello scandalo clamoroso degli abusi sessuali negli Stati Uniti per infliggere all'autorità morale del tuo Superiore, il Sommo Pontefice, un colpo inaudito e immeritato. Leggere come concludi il tuo ultimo messaggio, apparentemente molto spirituale, prendendoti gioco e gettando un dubbio sulla sua fede, mi è sembrato davvero troppo sarcastico, persino blasfemo!".