"Abbassiamo il capo per la vergogna quando ci rendiamo conto che tali abusi si sono verificati nelle nostre Congregazioni e Ordini e nella nostra Chiesa". Così nella dichiarazione che religiosi e religiose hanno redatto in vista dell'incontro sulla pedofilia che prenderà il via giovedì in Vaticano e al quale parteciperanno i leader delle conferenze episcopali di tutto il mondo. Una dichiarazione importante a fronte del fatto che è anche negli istituti religiosi maschili e femminili che avvengono diversi abusi, all'interno di Congregazioni che sfuggono dal controllo dei vescovi locali e del Vaticano.
"Nella nostra attività di religiosi - scrivono - ci imbattiamo in molte situazioni in cui i bambini sono abusati, trascurati, maltrattati e indesiderati. Assistiamo al fenomeno dei bambini-soldato; alla tratta di minori; all'abuso sessuale di minori; all'abuso fisico ed emotivo dei minori. Il loro grido di aiuto ci interpella. Come adulti, come cristiani e come religiosi, vogliamo impegnarci per far sì che le loro vite possano cambiare e che le situazioni in cui crescono possano migliorare".
I religiosi ammettono che gli abusi su bambini commessi da preti sono "una storia che continua da decenni; una storia che racchiude il dolore immenso di coloro che hanno subito l'abuso".
E dicono di aver imparato "che coloro che abusano nascondono deliberatamente le loro azioni e sono manipolatori". "Per definizione, è difficile scoprire questi abusi. La nostra vergogna è ancora maggiore perché non ci siamo accorti di quanto stava accadendo". La risposta degli ordini religiosi "non è stata come avrebbe dovuto essere" perché "non hanno riconosciuto i segnali di allarme o non sono riusciti a prenderli in seria considerazione".
La speranza è che dal summit "possano essere avviati importanti processi e strutture di rendicontazione responsabile" e "possano essere identificati nuovi passi in avanti e prese decisioni, la cui attuazione può aver luogo rapidamente e universalmente con il giusto rispetto per le diverse culture. L'abuso di bambini è un male ovunque e in ogni tempo: questo punto non è negoziabile".
"Nella nostra attività di religiosi - scrivono - ci imbattiamo in molte situazioni in cui i bambini sono abusati, trascurati, maltrattati e indesiderati. Assistiamo al fenomeno dei bambini-soldato; alla tratta di minori; all'abuso sessuale di minori; all'abuso fisico ed emotivo dei minori. Il loro grido di aiuto ci interpella. Come adulti, come cristiani e come religiosi, vogliamo impegnarci per far sì che le loro vite possano cambiare e che le situazioni in cui crescono possano migliorare".
I religiosi ammettono che gli abusi su bambini commessi da preti sono "una storia che continua da decenni; una storia che racchiude il dolore immenso di coloro che hanno subito l'abuso".
E dicono di aver imparato "che coloro che abusano nascondono deliberatamente le loro azioni e sono manipolatori". "Per definizione, è difficile scoprire questi abusi. La nostra vergogna è ancora maggiore perché non ci siamo accorti di quanto stava accadendo". La risposta degli ordini religiosi "non è stata come avrebbe dovuto essere" perché "non hanno riconosciuto i segnali di allarme o non sono riusciti a prenderli in seria considerazione".
La speranza è che dal summit "possano essere avviati importanti processi e strutture di rendicontazione responsabile" e "possano essere identificati nuovi passi in avanti e prese decisioni, la cui attuazione può aver luogo rapidamente e universalmente con il giusto rispetto per le diverse culture. L'abuso di bambini è un male ovunque e in ogni tempo: questo punto non è negoziabile".