Vaticano

Congresso famiglie, il cardinale Parolin: "D'accordo sulla sostanza, non sulle modalità"

La prudenza del Vaticano nelle parole del Segreterio di Stato, braccio destro di papa Francesco

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CITTÀ DEL VATICANO - D'accordo su sostanza, tuttavia "non sulle modalità". Così il segretario di Stato vaticano, Pietro Parolin, a margine della cerimonia per i 150 anni dell'ospedale pediatrico vaticano Bambino Gesù, rispondendo a una domanda sull'incontro sulla famiglia in programma a Verona. Poche parole ma chiare, quelle del primo collaboratore di Francesco, e che mostrano tutta la prudenza vaticana su un appuntamento al quale anche la massima espressione cattolica dell'impegno per la famiglia, il Forum delle Associazioni Familiari - 47 associazioni e 18 Forum regionali che a loro volta sono composti da Forum locali e da 564 associazioni, per un giro complessivo di circa quattro milioni di famiglie e circa 12 milioni di persone - ha deciso di non partecipare.
 
Sull'uscita di Parolin ha detto la sua il senatore Simone Pillon, vicepresidente della Commissione parlamentare infanzia e adolescenza, capogruppo Lega in Commissione Giustizi: "Non commento le parole del cardinale Parolin, ha già introdotto il 12mo World Congress Families, è già stato ospite di questa realtà...". E ancora: "Io ci sarò convintamente a Verona come ci saranno altri membri del governo. Saremo là per portare la bellezza della famiglia, delle mamme e dei papà, dei bambini e dei nonni che in questa Italia mandano avanti quasi esclusivamente la famiglia".
 
Nelle prossime ore è attesa un'uscita della Conferenza episcopale italiana che non dovrebbe discostarsi di molto dalle parole di Parolin. Anche per la Cei la famiglia è una priorità, ma sulle modalità attraverso le quali Verona intende difenderla si nutrono dubbi.
 
Così per gran parte del mondo cattolico. Del Forum delle Associazioni Familiari, che non sarà presente a Verona, fanno parte fra gli altri l'Azione Cattolica, le Acli, Coldiretti, il Rinnovamento nello Spirito, e i movimenti degli oratori e dei circoli parrocchiali. Le ragioni del "no" a Verona sono principalmente di opportunità politica: il rischio che il Congresso sia strumentalizzato dalla Lega e dai partiti della destra è un pericolo che gran parte del mondo cattolico non vuole correre.