Il Venerdì

Liberaci dal male: le vittime della pedofilia nella Chiesa

Mentre il Papa prepara il grande summit sugli abusi sessuali, siamo andati a parlare con chi li ha subiti. A Ratisbona, la città dei Ratzinger, e nella Buenos Aires di Jorge Mario Bergoglio. Sul "Venerdì" in edicola oggi

1 minuti di lettura
Mentre in Vaticano si prepara il summit sugli abusi sessuali che inizierà il 21 febbraio, il Venerdì ha cercato le vittime che accusano la Chiesa. A cominciare dagli ex bambini del coro di Ratisbona, in Germania, dove nell'arco di settant'anni, dal 1945 al 2015, si è consumato il più grande scandalo della Chiesa tedesca, con oltre cinquecento casi di violenze documentati. «Tuttora c'è chi mi chiama traditore e ricevo lettere di insulti» ha raccontato a Tonia Mastrobuoni Udo Kaiser, entrato nel coro a sei anni, nel 1956, e oggi in prima fila nel denunciare gli abusi. Adesso nella scuola la musica è cambiata e il maestro del coro Roland Büchner si schiera con le vittime: «Per fortuna hanno avuto coraggio e hanno insistito finché la verità non è emersa». Ma altrove non è andata nello stesso modo. E, come racconta dall'Argentina Paolo Galassi, c'è chi reclama ancora giustizia. Julieta Añazco, che nel Paese di Bergoglio guida la rete dei sopravvissuti agli abusi ecclesiastici, accusa la Chiesa di screditare le vittime e di fare di tutto per evitare che si svolgano i processi e mette i guardia la curia: «Se il Papa un giorno tornerà in Argentina, non staremo in silenzio».

E in Italia? Un rapporto della rete L'Abuso ha censito 140 casi di religiosi condannati dai tribunali civili. «Ma le diocesi sono tante e poche hanno affrontato la quesione pedofilia con sistematicità» ha detto Hans Zollner, membro della Commissione vaticana contro gli abusi. Oggi però, scrive Andrea Gualtieri, la Chiesa prova a rompere il silenzio. Lorenzo Ghizzoni, arcivescovo di Ravenna incaricato dal Papa di stilare le nuove direttive per le diocesi, anticipa che i vescovi non potranno più attenersi alle sole leggi del diritto canonico, ma dovranno rivolgersi alle forze di polizia: «Non possiamo cadere ancora nell'errore dell'insabbiamento». Poi, naturalmente, ci sono gli innocenti, i sacerdoti accusati ingiustamente, e Filippo Di Giacomo si chiede: «I vescovi convocati a Roma sapranno escogitare un sistema che ricordi ai giustizieri, con o senza tonaca, l'esistenza della presunzione di innocenza?».

Ancora sul Venerdì di questa settimana: le interviste a Lorena Bobbitt, che nel 1993 evirò il marito, e a Valerio Mastandrea e Marco Giallini in occasione del loro film Domani è un altro giorno. Un'inchiesta che prova a spiegare perché Roma è sommersa dai rifiuti. E la storia di Enzo Muscia, l'ex dipendendente di una fabbrica che stava chiudendo e ha deciso di diventarne proprietario. Con successo. Al punto che adesso la sua storia è diventata una fiction per Rai1.