Trump invia più uomini in Medio Oriente. Protestano i democratici

25 Maggio 2019

Non sono 10.000 come aveva chiesto il Pentagono ma “solo” 1.500 gli uomini che il Presidente Trump ha deciso di schierare in Medio Oriente come rinforzo alle truppe americane già schierate nella regione.

Lo ha annunciato ieri sera l’Amministrazione americana spiegando che le truppe “aggiuntive” fanno parte di un contingente «prettamente difensivo» schierato nella regione per contrastare la crescente minaccia iraniana.

«Vogliamo dare protezione alla regione» ha spiegato il Presidente Trump poco prima di salire sull’aereo che lo avrebbe portato in Giappone per una visita ufficiale. «Si tratta di un numero relativamente piccolo di truppe, per lo più difensive, ma che vogliono essere un segnale a Teheran riguardo al fatto che gli Stati Uniti non tollereranno nessun tipo di attacco ai nostri interessi regionali» ha poi aggiunto il Presidente americano.

Il riferimento era all’attacco ad alcune petroliere saudite che gli Stati Uniti attribuiscono ai pasdaran iraniani.

Cambio di rotta

Sebbene il numero di uomini che andranno a dispiegarsi in Medio Oriente sia relativamente piccolo rispetto alle richieste del Pentagono, si tratta comunque di un cambio di rotta della Amministrazione americana rispetto alla precedente volontà di ritirare buona parte delle truppe dalla regione.

Al momento gli americani hanno circa 70.000 uomini schierati in diverse aree del Medio Oriente.

«E’ cambiato lo scenario» ci dice un funzionario americano a condizione di anonimato. «Gli iraniani stanno diventando sempre più aggressivi e sempre più decisi ad uno scontro. Questo ha costretto il Presidente Trump a rivedere la sua precedente decisione di ridurre sensibilmente la nostra presenza militare nella regione» ha poi concluso.

Dei 1.500 militari americani in procinto di partire per il medio Oriente, circa 600 saranno destinati alle batterie di missili Patriot a dimostrazione del fatto che si tratta effettivamente di un contingente prevalentemente difensivo.

Critiche dai democratici

Nonostante il numero di uomini sia relativamente esiguo, non sono mancate le critiche da parte dei democratici. Secondo Adam Smith, parlamentare democratico a capo del Comitato per i servizi armati della Camera, la decisione del Presidente Trump «sembra essere una mossa palese e pesante per intensificare ulteriormente le tensioni con l’Iran».

Allarme dei servizi segreti

Secondo il contrammiraglio Michael Gilday, direttore dello Stato Maggiore delle forze armate americane, le informazioni di intelligence in possesso degli americani segnalano una crescente attività ostile degli iraniani e dei loro proxy regionali verso obiettivi sensibili per gli interessi americani in Medio Oriente. In particolare c’è molta preoccupazione per eventuali attacchi alle petroliere che attraversano il Golfo Persico e lo stretto di Hormuz.

«Riteniamo che la decisione del Presidente Trump di rafforzare l’apparato difensivo nella regione possa ricondurre la leadership iraniana a rivedere i loro piani e a ricondurli a più miti consigli» ha detto il contrammiraglio Michael Gilday.

Al momento non vengono segnalate reazioni ufficiali da parte iraniana.

Sarah G. Frankl

Vive nel sud di Israele. Responsabile della redazione e delle pubblicazioni Breaking News. Cura i social di Rights Reporter. Esperta del settore informatico. Hacker Etica

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