Ravaglioli, da Forza Italia alla Lega passando per la Russia

Ravaglioli, da Forza Italia alla Lega passando per la Russia

Per venticinque anni esponente di Forza Italia, di cui è stato anche capogruppo in consiglio comunale, e del Pdl riminese, Alessandro Ravaglioli spiega perché dopo l'esperienza diretta vissuta in Russia, da "moderato liberale" ha deciso di prendere la tessera della Lega e sostenere Matteo Salvini. Intervista.

Alessandro Ravaglioli, per oltre due decenni nelle fila di Forza Italia prima e del Popolo delle libertà poi, è diventato un salviniano convinto. Sì, salviniano nel senso di Matteo Salvini. Il suo è un caso particolare dal punto di vista delle motivazioni che lo hanno fatto decidere a questo salto, che hanno a che fare col Paese di Putin, se vogliamo un caso riminese che s’inscrive però in una tendenza nazionale che vede non pochi moderati dire addio a Berlusconi per abbracciare le battaglie del leader leghista.

Ravaglioli, ora però ci spiega i motivi della sua conversione sulla via della Lega?
La vede questa tabella? (pubblicata qui a fianco, riporta i dati delle importazioni russe e per l’Italia indicano un crollo, ndr). Sta qui la motivazione del perché dopo 25 anni di militanza, di cui ventuno da consigliere comunale e quindici da capogruppo di Forza Italia (poi PDL), ho deciso di aderire e votare Lega. Era l’anno 2012 quando, stante il perdurare della crisi del settore dell’edilizia scatenata dal fallimento di Lehman Brothers nel settembre del 2008, decisi di trasferirmi in Russia per trovare nuovi mercati per alimentare la mia società di architettura ed ingegneria. La scelta cadde proprio sulla Russia …

Perché?
Per cinque fondamentali ragioni: mercato giovane ed in espansione; paese geo-politicamente stabile; ottima logistica (tre ore di aereo e ben collegata con Rimini e Bologna); contatti personali con importanti operatori del settore del real estate moscovita; amore sconfinato del popolo russo per il made in Italy.

E come sono andate le cose?
Partirono talmente bene che dopo un primo anno di “verifica”, a fine 2013 decisi di prendere la residenza a Mosca dove per quattro anni trascorsi più di 250 giorni all’anno. In quel periodo la Russia era un alleato della Nato, aveva un Pil annuo che cresceva del 4-5% e un cambio stabile di 40 rubli per 1 euro che favoriva l’export italiano verso la Russia, e quindi anche gli arrivi e lo shopping dei Russi in Italia.

Ne sanno qualcosa anche Rimini e il suo aeroporto…
Esatto. Ma a breve la scellerata politica di Obama e delle lobby DEM USA, poi bocciata dagli stessi americani con l’elezione di Trump, complice della debolezza dei governi UE (in primis l’Italia), ha scatenato la guerra civile in Ucraina destituendo un presidente democraticamente eletto sino ad ipotizzare la cacciata della Russia dalla Crimea, la quale ha dovuto reagire con una più che giusta annessione voluta dal 98% dei cittadini. Da lì il finimondo: sanzioni a raffica da parte di USA e UE contro la Russia e contro-sanzioni della Russia. Risultato: svalutazione del rublo del 100%; crollo degli arrivi dei Russi in Italia; export italiano crollato da 12 milioni di euro a 7; oggi l’Italia è passata da essere il terzo partner commerciale della Russia (dopo Cina e Germania) a sesto. In tutto ciò la cosa più sbalorditiva è che coloro che hanno voluto questa situazione, gli Stati Uniti, sono passati da ottavo partner commerciale a quarto raddoppiando l’export! Il tutto senza considerare che la povera Ucraina ha fatto da vera e propria cassa delle botte, in quanto oltre ad avere subito un allontanamento innaturale dai cugini Russi (sarebbe come dividere italiani e spagnoli) ad oggi si trova il doppio più povera rispetto al 2014, con la grivna svalutata del cento per cento, quasi senza riscaldamento, con una corruzione decuplicata e con la parte più industrializzata (regioni filo-russe) praticamente distrutta. Ciò è tanto vero che colui che è stato l’alfiere di questa politica è stato appena battuto nelle elezioni presidenziali da un comico di 41 anni, più propenso ad un dialogo con Mosca.

E dalla Russia che idea si è fatto della politica italiana ed europea?
Nella mia vita moscovita in questi anni sono stato spettatore delle tristi e talvolta ridicole, ricordo ad esempio il caso della Mogherini e di Martina, passerelle dei nostri politici presso l’ambasciata italiana di Mosca nei vari incontri con la business community italiana. Interventi a dir poco patetici, in alcune occasioni pure ridicolizzati dall’interlocutore russo di turno, che invece di rincuorare i tanti “expat” italiani in Russia finivano con aumentare lo sconforto e l’avvilimento generale.
Quindi in questi anni da emigrato, o se vogliamo più alla moda da “expat”, ho iniziato a ragionare meno da consigliere comunale e più obbiettivamente da imprenditore e mi sono reso conto della debolezza e miopia della classe politica italiana e dei danni che è in grado di arrecare al nostro sistema produttivo e quindi al nostro benessere.

E perché Salvini non rientra a suo parere nella miopia della classe politica italiana?
Perché al di là delle sciocchezze che si raccontano sul suo rapporto con la Russia, è stato il solo ad incoraggiare e sostenere fattivamente la nostra comunità, con le parole ma soprattutto con i fatti. E’ l’unico politico che ha un’idea di Europa dei popoli e che ha dimostrato di voler bene all’Italia e agli italiani, al punto da convincere pure un moderato liberale come il sottoscritto a prendere la tessera della Lega dopo averlo ascoltato nell’ottobre del 2018 all’assemblea di Confindustria Russia tenutasi al Lotte Plaza di Mosca.

Ne è proprio sicuro?
Salvini è l’unico politico italiano davvero coraggioso e merita un forte e incondizionato supporto da tutti i cittadini che vogliono bene all’Italia, quindi con entusiasmo lo sosterrò in questa campagna elettorale per le europee e per i futuri impegni politici con la coerenza di ferro che mi ha caratterizzato nei miei precedenti 25 anni di militanza politica. Forza Matteo!

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