La cerimonia

Vallecrosia ricorda Falcone e Borsellino: ai due magistrati vittime della mafia intitolati i giardini di via Colombo fotogallery

A 25 anni dalle stragi di Capaci e via D'Amelio

Vallecrosia. Un’area centralissima, un tempo degradata e senza un nome, è stata trasformata in un parco attrezzato per i bambini e per i grandi, con tanti giochi per dare sfogo alla fantasia e all’energia dei più piccoli e uno spazio circondato da siepi dove gli anziani possono ritrovarsi per una partita di petanque. Il tutto per un costo di circa 23mila euro. Sono stati inaugurati oggi, alla presenza di autorità civili, religiose, militari e soprattutto dei bambini di Maria Ausilatrice, i nuovi giardini intitolati ai magistrati uccisi dalla mafia 25 anni fa: Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Conosciuti fino ad ora come i “giardini accanto al solettone sud di via Colombo”, hanno da oggi non solo un nuovo nome, ma un nuovo volto e una nuova destinazione.

“L’intenzione di questa amministrazione e di un gruppo di lavoro che si è animato per un lungo periodo è di dare a tutte le aree pubbliche un nominativo, un’indicazione e un’intitolazione”, ha dichiarato il sindaco Ferdinando Giordano, prima di dedicare una riflessione alla figura dei due magistrati vittime della mafia. “A 25 anni dagli attentati di Capaci e di via D’Amelio”, ha detto il sindaco, “Si può ben dire che il 23 maggio e il 19 luglio del 1992 sono due date indissolubilmente legate tra di loro così come sono state le vite di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. 25 anni sono tanti, un’intera generazione di giovani e di ragazzi italiani è nata e cresciuta dopo questi crimini efferati. Il nostro paese, il mondo, le condizioni di vita sono profondamente cambiati da quel 1992. Eppure il ricordo di quei giorni lontani di Palermo così drammatici, così cupi e così segnati da tanta violenza e da tanto dolore permane pienamente vivido e provoca tuttora orrore e coinvolgimento di tutti noi, non soltanto in chi li subì personalmente o in chi li visse da vicino”.

“Falcone e Borsellino hanno vissuto per sollecitare un impegno operativo, concreto, ininterrotto contro l’attività e la presenza della mafia”, ha aggiunto Giordano. “Siciliani, profondi conoscitori della realtà della loro terra, rifiutavano e respingevano la convinzione, falsamente mitizzata e insieme rassegnata dell’invincibilità della mafia e della sua impenetrabilità quasi che fosse essa in qualche modo connaturata alla storia, alla mentalità e in definitiva al destino della Sicilia e dell’Italia. Condivisero tanto tra loro: l’impegno, l’amicizia, la professione, gli ideali, il pericolo. Condivisero anche le amarezze, attacchi ingiusti, critiche immotivate, invidie ed ostacoli. Condivisero anche, cosa assai importante, il rifiuto della rassegnazione. Il maxi processo condotto magistralmente sulla base delle intuizioni e del lavoro di Giovanni Falcone ha costituito una svolta radicale nella guerra dello Stato contro Cosa Nostra. Lo stesso impegno di autentica coralità nazionale visto nel maxi processo di Palermo è richiesto anche oggi per fronteggiare le insidie persistenti di una criminalità mafiosa che, seppur colpita, mantiene una grande capacità di trasformarsi e di mimetizzarsi. Falcone e Borsellino come tanti altri servitori delle istituzioni, caduti in Sicilia e altrove, erano straordinari nel loro impegno ma si sentivano, ed erano, persone normali”.

“Oltre ad aver dato un nome a quest’area”, ha spiegato a margine della cerimonia il sindaco Giordano, “L’occasione è stata anche propizia per restituire un’area risanata ambientalmente, utilizzabile e attrezzata per il gioco dei bambini e degli anziani. Se ne sentiva davvero bisogno per rispondere al degrado che con il tempo aveva assunto. Pensiamo che la presenza dei bambini con i loro genitori, e degli anziani che sono sempre i più attenti ai loro nipotini abbia come risultato finale un’area gioiosa, giocosa e sana dal punto di vista delle prospettive dell’ambiente”.

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