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Se non si sviluppa un’accademia di alto livello, tra 10 anni avrai giocatori di basso livello.” (Murray Mexted)

In campo ci dovrebbero essere due palloni: uno per Mexted l’altro per il resto della squadra.” (Eric Watson)

Personaggio istrionico, sia in campo che fuori, Murray Mexted ha giocato 34 test consecutivi con la maglia numero 8 degli All Blacks, dalla fine degli anni ’70 sino alla metà degli ‘80: un record quando si è ritirato. In seguito Mexted ha aperto la strada alla International Rugby Academy of New Zealand (IRANZ), l’accademia che ha contribuito a lanciare le carriere di moltissimi professionisti. Di lui si ricordano anche le numerose gaffe dal momento in cui ha iniziato a lavorare come commentatore televisivo.

Nato il 5 settembre 1953 a Wellington Murray Graham Mexted discende da George Mexted, uno dei primi coloni a Wellington nel 1840. Suo padre Graham era stato anch’egli un All Black, che ha mancato la nascita di suo figlio in quanto quel giorno stava aiutando Wellington a difendere il Ranfurly Shield contro Auckland.

Da studente, a Tawa, Murray ha rappresentato sia la squadra della scuola primaria sia quella secondaria.

Nel 1975 Mexted è apparso per la prima volta in una rappresentativa di Wellington, arrivato dal Tawa Club, contro Marlborough. Nel 1977, però, il ragazzo ha rotto con Wellington e ha cercato fortuna all’estero. Ha scritto lettere a quattro club francesi, Agen, Lourdes, Pau e Tarbes, descrivendosi come un abile Numero 8 neozelandese. Gli hanno risposto in tre e lui ha scelto il primo in ordine alfabetico e ha passato una stagione con l’Agen.

Sempre nel 1977 Murray ha preso parte ad un Trial con gli All Blacks e nel 1978 alla North Island Selection.

Il 1978 è stato un anno memorabile per Mexted. Il terza linea centro era in forma imperiosa per Wellington e ha dato un grosso contributo per la prima conquista del Campionato Nazionale Provinciale del club. Il club giallo-nero in quella stagione ha vinto anche la Coppa del Giubileo. Per questo motivo il ragazzo è stato preso in considerazione per il tour degli All Blacks nelle Isole britanniche del 1978, sfociato in un Grande Slam, dove non ha disputato nessun incontro.

La selezione per gli All Blacks di Murray è finalmente arrivata l’8 settembre del 1979 in un match contro l'Argentina a Dunedin, al quale, però, non è stata concessa l’ufficialità. La nazionale guidata da Eric Watson ha vinto con il punteggio di 18 a 9. Il terza centro è sceso in campo anche una settimana più tardi per il secondo incontro a Wellington, uscendone nuovamente vincitore, stavolta per 15 a 6.

A queste sfide è seguito un tour in Inghilterra e Scozia, dove Mexted ha giocato nove partite, tra le quali entrambi i test match con le nazionali di casa. Contro la Scozia, gara terminata 20 a 6 per gli All Blacks, il ragazzo ha marcato la sua prima meta internazionale dopo avere acchiappato l’ovale in touche e avere effettuato una bella fuga sulla fascia destra. Questo è stato per lui l’inizio di una sequenza ininterrotta di 34 partite da titolare. I neri hanno trionfato pure con il XV della Rosa, ma per un solo punto di scarto: 10 a 9. Murray in quel tour ha schiacciato l’ovale anche negli incontri infrasettimanali con London Division e Midlands Division. Poi, il 28 novembre, prima di tornare a casa, è sceso sull’erba del Battaglini di Rovigo per affrontare l’Italia.

È stato questo il primo incontro tra le nazionali di Italia e Nuova Zelanda, anche se soltanto la federazione italiana ha concesso ai propri giocatori il cap internazionale. Gli All Blacks hanno chiuso la prima frazione di gioco avanti 15 a 6, grazie ad una meta proprio di Murray Mexted e un’altra di Bernie Fraser, entrambe trasformate da Allan Hewson, autore anche di un penalty. Per gli Azzurri capitanati da Ambrogio Bona, che giocavano con la maglia bianca, i punti sono stati realizzati da due piazzati di Stefano Bettarello.

Nella ripresa Richard Wilson ha centrato di nuovo i pali con una punizione che ha portato il risultato sul 18 a 6; poi sono usciti i nostri ragazzi. Al 70° minuto Nello Francescato ha schiacciato oltre la linea proibita la prima meta italiana agli All Blacks della storia. Un'azione stupenda, veloce, precisa, con otto passaggi in 15 secondi, che ha lasciato i maestri annichiliti. La trasformazione di Bettarello ha fatto scrivere sul tabellone Italia 12 – Nuova Zelanda 18: il migliore risultato conseguito nelle sfide con i neri sino ad oggi.

Nella primavera del 1980 Mexted ha preso parte al tour in Australia, dove ha giocato in ben dodici incontri su sedici e ha marcato una meta al Victoria e un’altra a South Australia. Il terza linea è sceso in campo in tutte e tre le sfide con i Wallabies, i quali ne hanno vinti due e mantenuto nella propria bacheca la famigerata Bledisloe Cup.

Prima di tornare in Nuova Zelanda, la nazionale di Eric Watson si è fermata nelle isole Fiji, dove ha disputato partite contro le squadre di Nadroga e di Suva e una con la nazionale locale, con la quale i neri hanno vinto 45 a 0.

In autunno gli All Blacks hanno viaggiato prima nel Nord America, dove Mexted ha giocato l’incontro non ufficiale con il Canada, e poi sono approdati in Galles per le celebrazioni del centenario della federazione gallese. Nel principato il ragazzo ha sfidato Cardiff, Swansea e Newport e poi, il 1 novembre, la nazionale gallese all’Arms Park, dove i Kiwjs hanno vinto con il punteggio di 23 a 3 grazie alle mete di Graham Mourie, Nicky Allen, Hika Reid e Bernie Fraser.

Nel giugno 1981 gli All Blacks hanno sconfitto due volte la nazionale scozzese di Andy Irvine, a Dunedin e a Auckland. Neanche due mesi più tardi nel Paese della Lunga Nuvola Bianca sono approdati gli Springboks.

Il tour è stato uno dei più controversi nella storia del rugby. A causa della politica razziale vigente nel paese, i sudafricani erano stati messi al bando dal Comitato Olimpico Internazionale dal 1960. Alcuni sport, però, mantenevano ancora contatti con loro e tra questi il rugby. La rivalità ovale tra le due nazionali era altissima e malgrado l’ostracismo la Nuova Zelanda ha accettato l’arrivo sul proprio suolo dei verdi, scatenando contestazioni che sono durate per l’intero tour e che sono sfociate spesso in cariche della polizia e in arresti. Alcuni campi di gioco, per far sì che la partita potesse andare in scena, erano stati circondati con il filo spinato.

Sul campo gli All Blacks, ora allenati da Peter Burke, hanno vinto il primo test 14 a 9 e perso il secondo 12 a 24. A quel punto si è disputato quello decisivo ad Auckland, ma a metà gara da un aereo sono state lanciate sul terreno di giocola bombe di farina e altri detriti. L’arbitro ha chiamato a sé i due capitani, Andy Dalton (che aveva ricevuto l’incarico dopo il rifiuto di giocare da parte di Graham Mourie in quanto contrario all’apartheid) e Wynand Claasen, offrendo loro la possibilità di interrompere la partita. La leggenda vuole che i due uomini si siano fissati l’un l’altro con una combinazione di paura e rispetto reciproci e che nessuno dei due avesse intenzione di lasciare il campo. Il match è così ripreso e alla fine i padroni di casa hanno vinto 25 a 22, conquistando la serie.

In autunno i Tuttineri sono partiti per un tour che li ha portati a toccare la Romania e la Francia. A proposito del paese dell’allora Blocco Sovietico Mexted ha detto: "In Romania era come stare in una scena della fattoria degli animali di George Orwell. Abbiamo condiviso la carta igienica in quel tour e mangiato carne di cane che gli allevatori locali assicuravano essere carne di mucca. Eravamo scortati da un agente della sicurezza che non sapeva nulla di il rugby, ma aveva un sacco di pistole. L'unica cosa che ho comprato è stato un tappeto persiano al mercato nero: avevano tappezzerie bellissime, quindi ho cambiato la valuta locale in un angolo buio solo per prendere questo tappeto, che posseggo ancora."

Murray ha giocato il match contro la nazionale rumena e poi le partite con la selezione di Rousillon-Languedoc. Quindi, è sceso in campo in entrambi i test match contro Les Bleus, entrambi vinti dagli uomini di Peter Burke.

Nel primo test, disputato a Tolosa il 14 novembre, il capitano dei Galletti Jacques Fouroux ha deciso di riprodurre gli stessi schemi usati dalla squadra francese del 1977, vale a dire un gioco basato su un pack forte. Purtroppo, alla prima mischia gli All Blacks hanno messo sotto i padroni di casa e gli schemi sono saltati. Il trequarti Allan Hewson ha aperto le marcature nel secondo minuto con un calcio di punizione da 45 metri; poi è arrivato il pareggio da parte dell’apertura Guy Laporte, anch’egli con un penalty. Gli ospiti hanno raggiunto la fine del primo tempo sul punteggio di 10 a 6 dopo una meta di Stu Wilson e un calcio di rimbalzo di Hewson, al quale è seguito un altro penalty di Laporte.

La lotta si è fatta ancora più aspra nella ripresa, durante la quale Serge Gabernet ha calciato tra i pali un drop che ha ridotto lo svantaggio sino al 9 a 10. Gli ultimi punti sono stati segnati alla fine dell’incontro con un piazzato da parte di Hewson, che ha permesso agli ospiti di vincere con il punteggio di 13 a 9.

Un Fouroux guidato da uno spirito di vendetta ha deciso di rinnovare la propria squadra in vista della seconda prova, che è andata in scena la settimana seguente a Parigi. Gli All Blacks, invece, hanno inserito solo Paul Koteka e Fred Woodman, che hanno preso il posto rispettivamente del pilone e dell’ala. Nonostante il forte dominio francese nella fase iniziale sono stati i neozelandesi a far registrare i primi punti con un penalty all’ottavo minuto di Allan Hewson. Gli All Blacks hanno quindi portato il punteggio sul 9 a 0 grazie ad una meta tecnica trasformata dall’estremo del Wellington, mentre i padroni di casa hanno piazzato un calcio con Laporte. Le due compagini sono andate al riposo sul 9 a 3. Nella seconda frazione di gioco Hewson ha aggiunto altri tre punti sul tabellino, poi Serge Blanco ha mantenuto il gap con un piazzato. I neri hanno marcato di nuovo a seguito di un intercetto di Stu Wilson, il quale ha schiacciato l’ovale in mezzo ai pali consentendo al proprio cecchino di portare lo score sul 18 a 9; un punteggio che non è più cambiato sino al fischio finale.

Nel 1982 Mexted ha disputato tre test validi per la Bledisloe Cup, superando la linea proibita nel primo. Gli All Blacks ne hanno vinti due e sono riusciti a riportare il trofeo in patria dopo quattro anni.

L’11 novembre 1982 Murray, unico neozelandese, è stato invitato dai French Barbarians per un match a Dax contro la nazionale argentina. Per la cronaca, il club ad inviti transalpino ha perso con il punteggio di 8 a 22.

L’estate dell’anno successivo, invece, ha salutato il ritorno in Nuova Zelanda dei British & Irish Lions.

Il nativo di Wellington ha disputato tutti i quattro test match contro i Leoni, schierato in terza linea con Jock Hobbs e Mark Shaw. Si è iniziato il 4 giugno a Christchurch, dove gli All Blacks del coach Bryce Rope e del capitano Andy Dalton si sono imposti per 16 a 12 grazie ad una meta di Mark Shaw. I padroni di casa hanno festeggiato la vittoria anche il 18 giugno nella città natale di Murray, surclassando gli avversari con il punteggio di 9 a 0. Stavolta oltre la linea proibita ci è finito il mediano di mischia Dave Loveridge. Il terzo test, quello che ha chiuso definitivamente la serie, ha visto un’altra vittoria dei Tuttineri con il punteggio di 15 a 8 e poi anche l’ultimo incontro, disputato a Auckland, è finito tra le mani dei neozelandesi con un eclatante 38 a 6.

Il 20 agosto, sempre del 1983, Mexted era in campo nell’incontro con i Wallabies vinto a Sydney per 18 a 8. Poi, in autunno, è partito per il tour in Scozia e Inghilterra.

Il coach Bryce Rope ha fatto giocare il nativo di Wellington titolare in entrambi i test match, ma ha lasciato in patria la prima e la seconda linea che aveva spazzato via il pack dei Lions pochi mesi prima e sono stati ben tredici i giocatori che si sono guadagnati il primo cap, tra i quali un certo Craig Green. Per questo motivo gli All Blacks non sono andati oltre il pareggio a Murrayfield e hanno subito una sconfitta a Twickenham. Dal canto suo Mexted ha disputato anche quattro incontri non ufficiali.

Nel giugno del 1984 Murray ha giocato due incontri casalinghi che la nazionale neozelandese ha svolto contro la Francia, entrambi vinti. Un mese più tardi il ragazzo è stato capitano degli All Blacks in cinque partite non ufficiali durante il tour in Australia, durante il quale ha realizzato sette mete. Mexted ha disputato anche i tre test match validi per la Bledisloe Cup, che hanno visto gli uomini con la felce sul petto battere i Wallabies nella serie per due vittorie contro una. Nel test finale a Sydney, la Nuova Zelanda ha vinto 25 a 24, con i padroni di casa che hanno fallito quattro penalties e due drop.

A ottobre, invece, il Numero 8 ha fatto parte della spedizione che ha portato gli uomini di Rope nelle isole Fiji, dove è stato nuovamente capitano contro Eastern XV a Suva. Anche lì Mexted ha oltrepassato la linea bianca degli avversari e poi lo ha fatto ancora durante il test con la nazionale figiana.

A quel punto Murray è stato inserito dal nuovo coach della nazionale, Brian Lochore, nella rosa degli All Blacks che dovevano affrontare un tour in Sudafrica. Purtroppo, a causa del regime di apartheid vigente nel paese, il viaggio è stato cancellato e la destinazione sostituita con l’Argentina. Questo ha provocato parecchi malumori tra i giocatori, i quali si sono visti togliere l'unica possibilità di affrontare una nazionale di alto livello.

In Sudamerica il terza centro ha giocato quattro dei cinque incontri in programma, tra cui i due con i Pumas di Hugo Porta, ed è stato investito del ruolo di skipper nella partita con il XV di Rosario. Il secondo test con la nazionale albi-celeste, datato 2 novembre 1985 e terminata con un pareggio 21 a 21, ha visto Murray Mexted dire addio alla maglia nera. Il campione ha salutato i suoi tifosi realizzando la sua ultima meta internazionale.

Il 19 aprile 1986 Murray ha giocato contro un XV formato dai migliori atleti del Cinque Nazioni, più qualche francese, per il centenario dell'IRB, schierato nell’Overseas XV, una squadra che vedeva in campo un misto di australiani, sudafricani e kiwis. Gli Overseas hanno vinto con il punteggio di 32 a 15.

Poco dopo il ragazzo è partito per il fatidico viaggio in Sudafrica, nonostante il veto imposto dalla New Zealand Rugby Football Union. I neozelandesi non erano autorizzati ad intraprendere il viaggio, così si sono recati nel paese africano a titolo individuale, portandosi appresso anche mogli e fidanzate per il timore di eventuali ritorsioni nei loro confronti. La squadra ha preso il nome di New Zealand Cavaliers. Il ruolo di allenatore, dopo il rifiuto di Brian Lochore, è stato affidato a Colin Meads, che all'epoca lavorava come selezionatore per la federazione neozelandese, mentre il team manager era un'altra leggenda del calibro di Ian Kirkpatrick. Tra i giocatori più famosi che hanno partecipato alla spedizione c’erano il capitano Andy Dalton, Craig Green, i gemelli Alan e Gary Whetton, Jock Hobbs, Wayne Shelford, Andy Haden, Warwick Taylor, e, naturalmente, Mexted. Il tour è durato un mese e mezzo e ha visto i Cavaliers disputare dodici partite, sette contro formazioni provinciali, una con i Junior Springboks e quattro con la nazionale sudafricana. Gli uomini di Meads hanno vinto tutti gli incontri con le franchigie, tranne uno, quello con il XV del Traansval, e hanno perso tre test con gli Springboks, conquistando soltanto il secondo disputato a Durban con un margine di un punto (19 a 18). Una volta tornati in patria, la federazione ha licenziato Colin Meads e ha inflitto a tutti i giocatori una sospensione di due incontri internazionali.

Murray quell’anno ha pubblicato la sua biografia, Piece of Eight, e si è sposato con Lorraine Downes, che era stata eletta Miss Universo. C'è stata una gran speculazione al momento del matrimonio: Lorraine sarebbe diventata la signora Mexted o Murray sarebbe diventato Mr Universo? Comunque sia, la coppia si sarebbe separata nel 1999.

Agli inizi del nuovo millennio Mexted ha chiesto alla New Zealand Rugby Union di istituire un’accademia per fare crescere i giocatori del paese. Per lui era semplice matematica. La Nuova Zelanda all’epoca contava circa 100.000 giocatori tesserati rispetto ai 400.000 del Sudafrica e ai 600.000 dell'Inghilterra e non poteva competere con loro finanziariamente. Purtroppo la NZRU non ha abbracciato il progetto così l’ex terza centro ha deciso che lo avrebbe portato avanti da solo. Il risultato è stata la formazione di un consiglio di amministrazione, con Eddie Tonks, Sean Fitzpatrick, Kevin Roberts e lo stesso Mexted, e l'inizio di un'accademia di rugby al Porirua Police College.

Due anni dopo, la NZRU ha invitato la International Rugby Academy of New Zealand presso le sue strutture a Palmerston North.

Negli ultimi anni Mexted ha allenato il Wellington Sevens e ha mantenuto un alto profilo come commentatore televisivo. Le sue cronache sono ampiamente apprezzate in Nuova Zelanda per l’analisi approfondita, ma anche per la svolta comica dovuta alle numerose gaffe. Alcune delle migliori sono:

Paul Tito sembrava un cieco in un bordello lasciato andare a tentoni.".

"Andy Ellis, il ventunenne che ha compiuto 22 anni alcune settimane fa."

"Stranamente, al rallentatore la palla sembrava stare sospesa in aria ancora più a lungo."

"Non ho mai avuto un'operazione al ginocchio in nessuna parte del mio corpo."

Il primo istinto quando vedi un uomo a terra è di buttarti sopra di lui."