Legacoop, Atzori al secondo mandato. Appello alla Regione: ‘Meno burocrazia’

Legacoop Sardegna riparte da Claudio Atzori: sarà ancora lui il presidente dell’organizzazione per i prossimi quattro anni. Lo ha deciso l’assemblea nel corso dei lavori che stamattina hanno potuto contare su un ospite di eccezione, il ministro dell’Agricoltura e del Turismo, Gian Marco Centinaio. Legacoop nell’isola ha 750 cooperative iscritte con un miliardo e mezzo di fatturato. Un colosso anche per l’occupazione con circa 20mila lavoratori. Quasi 40mila i soci.

Tra le richieste emerse durante la giornata anche quella di una “forte accelerazione nel completamento dell’iter della metanizzazione della Sardegna, ancora bloccato al ministero dell’infrastrutture”. Un appello anche alla nuova legislatura regionale: “Legacoop – hanno spiegato i vertici dell’organizzazione – ritiene prioritario, fra tutte le riforme da inaugurare nella prossima legislatura, quella della macchina burocratica, allo scopo di mettere in linea i tempi della programmazione politica con i tempi della programmazione degli investimenti legati alle esigenze dell’impresa e della società sarda”. Tra le richieste anche una nuova legge regionale sulla cooperazione.

“Per un mondo sostenibile, la cooperazione immagina il futuro – chiarisce Atzori – non vuole essere solo uno slogan ma dovrà essere la bussola della nostra quotidiana attività di questo mandato”. Per il presidente della Legacoop la sfida è quella di “costruire una società più equa capace di ricomporre le tante fratture che segnano le comunità”. Non solo, ricordando quindi la necessità di trovare soluzioni dalla Legacoop parte anche una proposta, ossia l’istituzione di un “tavolo per scrivere assieme un Patto per lo Sviluppo della Sardegna che metta al centro il lavoro in un’idea di crescita sostenibile che guardi al futuro”.

Poi, guardando anche alla politica e al Consiglio regionale “cui spetta il compito di tradurre in norme gli obiettivi” la necessità di un cambiamento culturale. Non meno importante l’aspetto legato all’ambiente in cui la cooperazione può “ricomporre la frattura tra economia e ambiente”. E poi l’innovazione, che deve passare per la fibra ottica e le interconnessioni, ma anche le piattaforme e la valorizzazione dell’agroalimentare. E il senso di comunità che le cooperative possono garantire.

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