Processo alla cellula sarda di Al Qaeda, legale punta dito contro indagini Digos

Con l’arringa difensiva dell’avvocato Carlo Corbucci, il penalista romano considerato tra i massimi esperti europei di cultura islamica e mediorientale, si avvia a conclusione la lunghissima istruttoria dibattimentale nel processo ai presunti terroristi di matrice islamica facenti parte della cellula italiana di Al Qaeda.

Corbucci (che assiste Sultan Wali Khan, il commerciante pakistano residente a Olbia, ritenuto a capo della cellula dormiente dei terroristi islamici in Italia) nel corso dell’udienza nell’aula bunker del supercarcere di Bancali, a Sassari, ha sparato a zero sull’inchiesta portata avanti dalla Digos di Sassari sotto il coordinamento della procura distrettuale antimafia e terrorismo di Cagliari.  Il penalista concluderà domani mattina la sua lunga arringa difensiva. Nei giorni scorsi hanno parlato i difensori degli altri presunti affiliati ad Al Qaeda: i pachistani Hafiz Muhammad Zulkifal, l’imam della moschea di Zingonia (Bergamo) e Syar Khan, e l’afgano Ridi Yahia. E altri quattro coimputati. L’avvocato Fulvio Vitali, che difende l’imam insieme al collega Omar Hegazi, ha portato a sostegno delle sue argomentazioni difensive l’utilizzo della parola “qaeda” nelle conversazioni di Zulkifal intercettate dagli investigatori.

Stando alla ricostruzione del penalista, l’imam faceva sempre riferimento a un manuale didattico di base per l’alfabetizzazione dei bambini e non l’organizzazione terroristica. Vitali ha sostenuto l’assoluta estraneità di Zulkifal al gruppo olbiese guidato da Sultan Wali Khan. Stesse conclusioni alle quali sono giunti gli avvocati, Franco Villa e Michele Santino, che difendono gli altri pachistani accusati di avere favorito l’ingresso clandestino di numerosi connazionali in Italia, per i quali è stata sollecitata l’assoluzione. La sentenza è prevista per il prossimo 5 aprile. L’accusa aveva sollecitato cinque ergastoli e pene detentive per oltre 70 anni di carcere per i reati di strage, raccolta illegale di fondi e favoreggiamento della immigrazione clandestina, contestando a tutti l’associazione per delinquere di carattere trasnazionale.

G.P.C

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