Europee, i partiti di sinistra spazzati via. Risultato deludente in tutta la Sardegna

Oltre il Pd, il vuoto. Nessun partito della sinistra riesce a staccare il biglietto per Strasburgo, l’elettorato boccia tutte le proposte e così La Sinistra, +Europa, Europa verde e Partito Comunista devono accontentarsi delle briciole chiudendo la tornata di Europee con percentuali decisamente ridotte. Nessuno raggiunge il quattro per cento, soglia minima per piazzare almeno un eurodeputato. In Sardegna la percentuale più alta l’ha raggiunta La Sinistra, forza politica in cui sono confluiti Sinistra italiana, Rifondazione comunista e l’Altra Europa con Tsipras, che non va oltre il 2,18 per cento (10.710 voti). La più votata è Maria Cristina Ibba con un bottino di 4.151 voti, mentre l’altro sardo in corsa, Omar Tocco, chiude con 2.755.

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Non riesce a fare di meglio +Europa, forza politica europeista che poteva contare sull’alleanza con il Centro democratico e con Italia in Comune, partito fondato dall’ex grillino e sindaco di Parma, Federico Pizzarotti. Nell’Isola complessivamente i voti sono stati 10.269 che corrispondono al 2,09 per cento. Portabandiera in Sardegna è stata Pietrina Putzolu, che ha ottenuto 3.864 voti, seguita dai colleghi siciliani che comunque sono riusciti a strappare qualche preferenza anche nell’Isola.

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In controtendenza con quanto è successo in molti altri paesi europei, gli ambientalisti non riescono a ottenere un risultato vincente con Europa verde, progetto al quale ha aderito anche il movimento Possibile di Pippo Civati. Con 7.863 voti complessivi, Europa verde si ferma all’1,6 per cento e l’unico candidato sardo, il gallurese Egidio Trainito, si ferma sotto le duemila preferenze. Infine, rimane sotto l’uno per cento il Partito Comunista che ottiene l’o 0,87 percento con appena 4.299 voti. Il candidato sardo, Giuseppe Doneddu, raggiunge i 688 voti, cinque in più rispetto al leader, Marco Rizzo.

Un risultato al di sotto delle aspettative, figlio anche della parcellizzazione delle forze della sinistra, ancora incapaci di dare vita a una lista unica (alle Europee non è prevista la coalizione) con l’obiettivo di superare lo sbarramento e mandare almeno un rappresentante al Parlamento europeo. Non è detto che l’unione di alcuni di questi partiti avrebbe garantito la somma secca delle preferenze ottenute singolarmente, ma avrebbe comunque potuto rappresentare una possibilità diversa. Questo risultato è il segnale che l’eventuale costruzione di una coalizione di centrosinistra competitiva è un compito tutt’altro che semplice e che deve necessariamente ottenere l’appoggio dalle liste civiche.

M. S.

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