Salvini e Solinas, un altro bagno di folla: “Prima i sardi, poi il resto del mondo”

“Prima i sardi, poi il resto del mondo”. Christian Solinas, il candidato presidente del centrodestra, lo dice alle sette e mezzo di sera, in piazza del Carmine a Cagliari. Bandiere sardiste e leghiste che sventolano al ritmo di Vasco Rossi, sparato a tutto volume per bruciare l’attesa di Matteo Salvini in arrivo dal vicino T-Hotel. Il ministro dell’Interno raggiunge il palco scortato dagli agenti. Un maxi schermo tra due ali di altoparlanti restituisce alla piazza il rituale della comunicazione: i cinque minuti iniziali e altrettanti alla fine sono dedicati ai selfie. E al posto delle felpe blu-giallo indossate dal Salvini prima maniera, eccone una bianca con lo stemma dei Quattro Mori disegnato.

“Abbiamo già vinto”, esordisce il capo della Lega che parla prima e dopo Solinas strappando sui pastori il primo applauso: “Combatterò al loro fianco finché il prezzo del latte non arriverà ad un prezzo accettabile”, dice a distanza di ore dal vertice fallito a Roma, dove gli industriali del latte hanno dato buca per contestare il prezzo minimo a 80 centesimi chiesto dagli allevatori dell’Isola.

GUARDA: DIRETTA FB. Matteo Salvini a Cagliari: le immagini da piazza del Carmine

Il penultimo giorno di campagna elettorale autorizza a pizzicare l’avversario più diretto.”L’unico argomento di Zedda – continua il ministro – è che io ho girato la Sardegna senza Solinas. Forse Zedda voleva Renzi al suo fianco, di certo lui continuerà a fare il sindaco mentre noi andremo al governo della Regione”.

Di “cinque anni deleteri per la Sardegna” parla Solinas che promette “la vittoria per strappare l’Isola a una classe dirigente inadeguata”, tuona. Quindi la chiamate alla urne di Salvini: “Se volete cambiare e guardare al futuro, andate a votare domenica, altrimenti da lunedì non lamentatevi se in Sardegna è sempre tutto uguale”. E in chiusura: “IL 19 marzo è il mio compleanno, il miglior regalo che potete farmi è far vincere Solinas”. (al. car.)

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