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Stop alla guerra in Yemen: 7 proposte concrete della società civile

Stop alla guerra in Yemen

Il 28 novembre alcuni rappresentanti delle organizzazioni della società civile italiana che lavorano sul tema della pace, hanno lanciato un forte appello affinché venga fermato al più presto il conflitto in corso in Yemen, illustrando in Senato le proprie proposte a Parlamentari e giornalisti.

Dopo oltre 3 anni dall’inizio del Conflitto in Yemen sono sempre di più i civili colpiti dagli effetti devastanti della guerra. Una guerra che ha portato la morte a quasi 85.000 bambini sotto i 5 anni e lasciato oltre l’80% della popolazione civile dipendente dagli aiuti umanitari. Una guerra condotta anche con ordigni di produzione italiana. In questa occasione di dialogo pubblico e incontro con la stampa e i parlamentari, abbiamo presentato insieme a Amnesty International Italia, Fondazione Finanza Etica, Movimento dei Focolari, Oxfam Italia, Rete della Pace, Rete Italiana per il Disarmo una serie di punti che potrebbero essere oggetto di una mozione parlamentare.

Ecco le proposte:

1 - attivare e promuovere iniziative concrete per la risoluzione diplomatica e multilaterale del conflitto in corso in Yemen. Occorre che la comunità internazionale si impegni quanto prima, per un nuovo ciclo di negoziati di pace sotto l'egida delle Nazioni Unite e con azioni di rilievo anche da parte del nostro Paese;

2 - aumentare il budget destinato a questa crisi rispetto agli anni scorsi e finanziare adeguatamente il Fondo di intervento per gli aiuti umanitari, in soccorso alla popolazione civile yemenita martoriata da una catastrofe umanitaria di vaste proporzioni;

3 - imporre un embargo immediato sulle armi e la sospensione delle attuali licenze di esportazione di armi a tutte le parti nel conflitto dello Yemen, in quanto è presente un chiaro rischio di gravi violazioni dei diritti umani e del diritto internazionale umanitario;

4 - attivare e finanziare il fondo per la riconversione dell’industria militare nel paese; 

5 - intraprendere iniziative verso le parti in conflitto (in particolare la Coalizione guidata dall’Arabia Saudita e di cui fanno parte anche altri Paesi destinatari dei sistemi d’arma italiani, come gli Emirati Arabi Uniti) affinché siano rigorosamente rispettati i divieti di bombardamento di ospedali, scuole, strutture di cura ricordando che gli ospedali e il personale medico sono esplicitamente tutelati da trattati e convenzioni dal diritto umanitario internazionale;

6 - condannare l’uso di munizioni a grappolo nel conflitto in Yemen e fare pressioni affinché anche l’Arabia Saudita ratifichi il Trattato internazionale sulle munizioni a grappolo e distrugga quelle che ancora possiede;

7 - sollecitare l’istituzione di una indagine internazionale indipendente per esaminare le possibili violazioni del diritto umanitario internazionale da parte di tutte le parti in conflitto, al fine di assicurare la giustizia, le responsabilità e il risarcimento per le vittime.

Per approfondire leggi il comunicato stampa.

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