Attenzione, stanno pensando a un “golpe” come nel 2011: Draghi al posto di Monti

26 Apr 2019 15:28 - di Aldo Di Lello

Un nuovo-vecchio  spettro si aggira per l’Italia politica in questa nervosa campagna elettorale. È lo spettro del “golpe” dei poteri forti europei come nel 2011: questa volta al posto del “tecnico” Mario Monti ci sarebbe il “supertecnico” Mario Draghi, che proprio nell’autunno prossimo dovrà fare le valigie dalla presidenza della Bce per scadenza di mandato e sarebbe quindi “disoccupato”, Parliamo dello stesso Draghi che svolse un ruolo non secondario nel “golpe” del 2011 (all’epoca era governatore di Bankitalia).

Si tratta ovviamente di una possibilità, di uno scenario  che non è detto si avveri, anche e soprattutto perché le forze parlamentari che dovrebbero sostenere  un esecutivo tecnico presideuto da Draghi (il Pd e il M5S) correrebbero grossi rischi, come già rilevato oggi dal Secolo,  a imbarcarsi in una simile avventura.

L’Italia “osservato speciale” da parte dei poteri forti

Ma il rischio comunque esiste. E per il nostro Paese si tratta di una possibilità sempre incombente. L’Italia continua infatti a essere, dal 2011 in poi, un “osservato speciale” da parte dei poteri continentali, anche per l’assenza, ormai cronica, di un vero  baricentro politico, cioè di un centro di gravità permanente, come direbbe Franco Battiato. Tale punto di stabilità non esiste più dalla fine della Prima repubblica. Basterà dire che, dal 1994 in poi, in Italia è successo di tutto e di più: dai ribaltoni al fallimento di ogni tentativo di riforma costituzionale, dal peso abnorme dell’apparato mediatico-giudiziario alla sostanziale debolezza di soggetti e leader politici: vi siete mai chiesti perché, nel corso della cosiddetta Seconda repubblica, nessuna maggioranza di governo è stata poi confermata dalle urne? Più che “alternanza”, è stato vero e propio  “ping pong” fra centrodestra e centrosinsitra, con il corredo di cambiamenti di casacca travestiti da “responsabilità” e di frammentazione dei gruppi parlamentari. Questa condizione di debolezza politica dell’Italia eccita da lungo tempo le brame di poteri forti, i quali, in nessun Paese come da noi, sono indotti alla delegittimazione del suffragio universale.

Un possibile scenario per il dopo-elezioni

Lo spettro del “golpe” si sta ripresentando perché l’Italia, a detta dei più, corre verso la crisi di governo nel post-elezioni. Ne ha parlato Antonio Socci su Libero osservando che i «salotti dei poteri europei» oggi puntano sul M5S, sia per la manipolabilità di questo movimento dovuta alla sua «inconsistenza  politico-ideologica»  sia per i segnali «europeisti» e filo-Pd venuti da Di Maio & Company nelle settimane seguite al disastro elettorale pentastellato nelle regionali. Questo cambio di passo può avere “eccitato” i poteri europei.  A ciò si aggiunga il fatto che un governo tecnico rappresenterebbe l’unica carta in mano a Mattarella per evitare le elezioni anticipate nel caso in cui Salvini fosse indotto a staccare la spina al governo Conte dopo le europee.

Tutto dipende da Salvini

Il materializzarsi o meno dello spettro del “golpe” dipenderà, al dunque, da come Salvini stesso saprà gestire un’eventuale crisi di governo. Nel senso che, se il “Capitano”  dovesse insistere nell’isolamento politico della Lega rifiutando ogni dialogo con il Ppe e privilegiando il legame con le forze più “estreme” del sovranismo europeo, assisteremmo al solito psicodrammone dello spread alle stelle, degli omini della Trojka pronti a commissariare l’Italia e del tragicomico spettacolo che abbiamo già visto otto anni fa. A quel punto spunterebbero i soliti “responsabili” e, tanto  Zingaretti quanto Di Maio, potrebbero essere in vario modo “incoraggiati”  al “grande salvataggio della Patria” superando le rispettive remore. Vale la pena di ricordare che Bersani, nel 2011, fu “costretto” , ovviamente dal suo senso di “responsabilità”, a rinunciare alle elezioni anticipate (che avrebbe in quel momento sicuramente vinto) per appoggiare il governo Monti.

Se invece Salvini si dimostrasse più dialongate e meno propenso a gratificare le pulsioni estreme, un Salvini meno incline alla popolarità e più attento alla governabilità, un Salvini, al dunque che aprisse un vero cantiere di governo con l’insieme del centrodestra, se accadesse tutto ciò, allora sì che l’ipotesi delle elezioni anticipate diverrebbe concreta, con la probabile vittoria del centrodestra e la possibile inaugurazione di una nuova stagione politica per l’Itaia, Incrociamo le  dita.

 

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