Stadio Roma, i pm stanno indagando su altri due esposti dell’ex-M5S Sanvitto

23 Apr 2019 19:11 - di Redazione
L'area del nuovo stadio della Roma dove l'avvocato Mezzacapo e Parnasi puntavano a far spostare la sede dell'Acea

Stanno indagando su altre due denunce sullo stadio della Roma i magistrati romani che si occupano della vicenda per la quale la sindaca di Roma, Virginia Raggi, è indagata per abuso d’ufficio.

Le vicende sulle quali i pm capitolini stanno svolgendo accertamenti originano dagli esposti presentati, la scorsa estate, dall’architetto Francesco Sanvitto, ex-attivista M5S, per conto del Tavolo della libera urbanistica, un’associazione creata dal professionista dopo essere stato scomunicato pubblicamente con un post sul blog di Beppe Grillo.
Sanvitto, che si definisce «un’attivista della prima ora, un uomo di sinistra», coordinava il tavolo urbanistica del meetup romano, in particolare l’area più radicale del movimento cinquestelle prima di essere sconfessato nel febbraio 2017: «Francesco Sanvitto e il cosiddetto tavolo urbanistica non parlano a nome del Movimento 5 stelle e non sono titolati a farlo».
L’architetto avvisò tutti che sarebbe andato avanti come uno schiacciasassi in varie direzioni: lo stadio, gli ex-Mercati generali, i terreni acquistati da Parnasi con Eurnova.
Tutte «operazioni cominciate prima, con la Giunta Marino, e portate avanti da questa Giunta», denunciò l’architetto che ha una certa esperienza in materia urbanistica.
Oggi Sanvitto si prende le sue soddisfazioni. E non solo con l’M5S.
«La cosa grave è che la sinistra, anche quella perbene, queste cose le sa. E ti domandi: perché non lo hanno detto subito sullo stadio che c’erano delle illegittimità? – disse esattamente un mese fa l’architetto a Lettera 43 – Perché non le hanno corrette? E perché non fanno opposizione?»

Il primo esposto, che riprende un fascicolo su cui già aveva lavorato l’ex-magistrato Ferdinando Imposimato fino alla sua morte, riguarda la vendita e l’acquisto da parte del costruttore Luca Parnasi, dei terreni sui cui sorge l’ipprodromo di Tor di Valle su cui si paventa il sospetto di bancarotta fraudolenta.

Nella seconda denuncia in merito al progetto dello stadio, si sottolinea che come stabilisce la legge nazionale dell’urbanistica un imprenditore privato non può presentare una richiesta di variazione del piano regolatore.
In merito all’esposto per cui è indagata la sindaca Raggi, – esposto anch’esso presentato dall’architetto Sanvitto – intanto, la Procura di Roma deciderà entro due mesi sugli ulteriori accertamenti chiesti da parte del gip Costantino De Robbio che ha respinto la richiesta di archiviazione.

Per il giudice, che ha respinto la richiesta di archiviazione della Procura, il mancato passaggio in Consiglio Comunale della variante urbanistica potrebbe rappresentare una «evidente violazione di legge».

Anche questo fascicolo è stato aperto dopo l’esposto presentato da Sanvitto contro la decisione di dare il via libera al progetto per il nuovo stadio della Roma prima di farlo approvare dal Consiglio Comunale.
Per il gip è necessario «approfondire la sussistenza e le eventuali ragioni di una evidente violazione di legge che, laddove ravvisata, supererebbero le argomentazioni del magistrato inquirente in tema di dolo intenzionale e dall’altra fare luce sul tema della mancata convocazione ed acquisizione del parere sulla Commissione urbanistica nell’iter per l’approvazione della delibera».
Per questo il giudice ritiene che si debba fare luce. E, disponendo nuove indagini, chiede in particolare ai pm capitolini di ascoltare il presidente della Commissione Urbanistica del Municipio IX, Paolo Mancuso e il consigliere municipale Paolo Barros oltre a un «approfondimento della sussistenza e delle eventuali ragioni della evidente violazione di legge – scrive il giudice – nel mancato coinvolgimento nel procedimento amministrativo del Consiglio Comunale”.

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