La Terza Realtà di Gavazzi e Stillriver al Battistero di Velate

Si inaugura sabato 20 ottobre alle ore 11 a Velate, presso il Battistero di fianco alla Chiesa, una mostra di Gino Gavazzi e HH Stillriver. Due artisti che vivono a Varese e due passioni che si intrecciano in sorprendente sintonia nella nuova esposizione di  dipinti e sculture curata da Carla Tocchetti.

Velate –  “Terza realtà”, titolo scelto per la mostra,  allude alla prerogativa dell’artista di immaginare un mondo ideale, in questo caso, coloratissimo e allegro, privo di stress e malinconia (la citazione di Goethe, era riferita al grande Palladio, innovatore dell’architettura a partire dall’osservazione della natura).

Una vita, lunga avventurosa e molto varia, vissuta in Italia, Brasile, Inghilterra, Francia e Stati Uniti fa da sfondo all’esperienza narrativa e pittorica di Gino Gavazzi (Milano, 1938). Forte di una Laurea al Politecnico in Ingegneria Industriale Elettrotecnica, Gino Gavazzi coniuga visione e competenza, eclettismo e creatività, lavorando alla Pirelli in Brasile e dedicandosi ad altre imprese tra cui una fabbrica di prodotti in fibra di vetro, un’azienda di lingerie, una fazenda di soia e manioca, una concessionaria di auto, un feedlot di bestiame, una ditta di consulenza. E’ stato anche pilota e rivenditore di aeroplani e molto altro. Nella collezione esposta nell’antica chiesina velatese, emerge in modo spontaneo, a volte naif, il suo mondo di fantasia, un sogno coloratissimo e allegro, in cui le fortune della vita non sono mai alterne, ma diventano occasioni per sorridere con ironia.

Di HH Stillriver si sa con certezza solo che è un’artista e che la sua decisione di dedicarsi alla scultura nacque da un incontro con Giorgio Robustelli della Fornace Ibis a Cunardo (VA),il quale lo introdusse alla ceramica con cottura in antichi forni. Alla Ibis passano a cuocere personaggi di caratura internazionali, si tocca con mano la nascita dell’opera d’arte accompagnata da eccellenza artigiana, e Stillriver osserva, collabora, se ne innamora e comincia a produrre. Nascono così, pochi anni fa, le sue prime ceramiche. Forme dapprima minimaliste, scaramantiche, “inutili” come le definisce sorridendo l’Artista, che danno avvio ad una prima collezione di opere che assomigliano a vasi e brocche ma in realtà già suggestive di un piccolo mondo fantastico. Colore e forma sostengono idee di un mondo alato, fiabesco, in un gioco di rimandi di atmosfere passate – un viaggio esperienziale in Messico, la passione per il fumetto, l’esistenza di un mondo soprannaturale che si rivela solo a pochi eletti. Con una rapidissima evoluzione, forme sempre più ardite e significative culminano nelle “Nike” proponendoci una lettura mitologica di figure che si scoprono solo a sguardi che vogliano insistere sulla superficie opalescente del raku.

La mostra proseguirà fino al 18 novembre, con aperture dal venerdì (15-18) al sabato e domenica (10-13 e 15-18). Vernissage ore 11 con strumenti popolare della tradizione brasiliana, e finissage 20 novembre ore 16 con una performance della milanese Magda Chiarelli ispirata alla “Gnosi della Fanfole”, colto e spiritoso nonsense poetico di Fosco Maraini.

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