In Italia, sul piano dei diritti, specie quello dei diritti civili, si procede sempre molto a rilento e, lungo il percorso svolto a passo di tartaruga, non è raro incappare in ostacoli o vere e proprie battute di arresto, le quali non fanno altro che rallentare ulteriormente quella che dovrebbe essere una normale evoluzione. La conseguenza di questa nostra malsana peculiarità è che, sovente, si vengono a determinare dei vuoti normativi e delle carenze in ordine alle tutele minime, al punto che le amministrazioni locali più attente e progressiste, quando possono, si vedono costrette ad intervenire in una qualche misura, pur di non lasciare i propri cittadini in balìa dell’incertezza e della confusione. Un esempio lampante, in tal senso, è dato dal mancato riconoscimento, attraverso una misura legislativa di carattere nazionale, dei figli delle coppie omogenitoriali. Come possiamo ben ricordare tutti, infatti, la legge Cirinnà sulle Unioni Civili non prevede assolutamente nulla riguardo alle adozioni e ai diritti di filiazione per le unioni same sex, bensì, per via delle varie pressioni, da essa fu cancellata persino la parte relativa alla semplice stepchild adoption – ovvero l’adozione del figlio biologico del partner –.
Chiaramente, alla luce di ciò, tantissimi minori sono rimasti praticamente privi di ogni comprensione da parte dello Stato e, spesso, si è dovuti ricorrere alla giurisprudenza, richiedendo le pronunce dei Tribunali per colmare le voragini. Proprio per tale motivo, alcuni sindaci, particolarmente sensibili sulla questione, hanno provveduto di loro iniziativa ad iscrivere nei registri dell’anagrafe i figli delle famiglie arcobaleno. Possiamo citare, tra tutti, ad esempio, de Magistris a Napoli, Orlando a Palermo, Appendino a Torino; e a questi possiamo ora aggiungere pure il sindaco di Parma, Federico Pizzarotti, il quale, negli scorsi giorni, ha sottoscritto l’atto di riconoscimento di ben quattro bambini con genitori gay. Questa presa di posizione da parte del primo cittadino parmigiano, ex Cinquestelle, però, non è andata per nulla giù ad alcuni esponenti della Curia – come Don Rossolini che, oltre a chiedere le sue dimissioni, ha paragonato i rapporti tra persone delle stesso sesso a quelli con un cane o con un gatto – e a vari personaggi come Giovanardi, il quale, invero, nel corso degli anni ci ha abituato alle esternazioni più esagerate. Ma l’attacco più duro mosso contro Pizzarotti è stato quello dei neofascisti di Forza Nuova, che hanno esposto uno striscione recante la scritta: “Basta omofollia”.
Tuttavia, il Sindaco non si è lasciato intimorire, anzi è andato dritto per la sua strada, con la caparbietà di chi sa di stare dalla parte giusta della Storia. Riportiamo qui di seguito due suoi bellissimi post di risposta agli attacchi subiti, i quali restituiscono la portata del suo impegno e della sua passione per le libertà e i diritti di tutti, nessuno escluso:
“Forza Nuova ha appeso questo striscione sotto casa mia, ora.Chiamano ‘omofollia” i diritti di quattro bambini ai quali ho sottoscritto l’atto di riconoscimento di genitori dello stesso sesso. Il diritto, cioè, di quattro bambini a vedersi riconoscere per legge gli stessi diritti di ogni altro bambino di questo mondo. Forza Nuova di ‘forte’ ha solo il nome, per il resto è debole nei contenuti e composta da xenofobi. Non può nulla contro #Parma, perché la nostra era, è e resterà la città dei diritti. Chi ha delle idee e si riconosce nella democrazia si confronta a viso aperto, gli ‘altri’ mettono gli striscioni e fanno scritte nella notte. #giudicatevivoi”
“Il nostro Vescovo ci dice che una coppia gay non è una famiglia. Capisco la posizione, è stata con mia grande sopresa anche quella sostenuta da Papa Franscesco, ma da uomo delle istituzioni e dei diritti non posso non spiegare la mia posizione. Ribadisco che sono felice di aver sottoscritto nei giorni scorsi il riconoscimento di figli di coppie omogenitoriali. Lo rifarei oggi, domani e nei giorni a venire. Dove c’è amore e cura, chi sono io per dire chi è o cos’è una famiglia? La sottoscrizione di due genitori dello stesso sesso è un puro atto di anagrafe, un riconoscimento legale, non concettuale. Non sottoscrivere gli atti di anagrafe non farà di quelle persone dei genitori meno di tutti gli altri, ma farà di quei bimbi dei bambini con meno diritti di tutti gli altri. E noi istituzioni dobbiamo per primi saper riconoscere e tutelare diritti rispetto ad una società che cambia, che non va giudicata, ma compresa. L’amore è la forza che muove il mondo, non può essere arginata ma solo accompagnata, e soprattutto difesa. Guai a noi se perdessimo questo sguardo sulla società, ci rinchiuderemmo da soli dentro un nostro steccato dividendo il mondo tra ‘noi e gli altri’. Spero ci saranno sempre persone disposte ad esporsi per difendere non solo i loro diritti e doveri, ma soprattutto per quelli degli altri.
‘Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me.’ 15,18. Vangelo secondo Giovanni”
Federico Pizzarotti, sindaco arcobaleno.