Si è svolta nella mattinata di oggi la messa in suffragio del 28° anniversario della morte del giudice Rosario Livatino. Il “giudice ragazzino”, così come venne definito dall’allora presidente della Repubblica Francesco Cossiga indicando i neofiti impegnati nella lotta alla mafia, proprio fa un ramo distaccato di Cosa nostra chiamato Stiddra venne assassinato quel maledetto 21 settembre del 1990 sulla statale ss640 mentre si recava al tribunale di Agrigento senza scorta e a bordo della sua vettura, una vecchia Ford Fiesta color amaranto. A 28 anni dal brutale omicidio, la città di Canicattì ha dunque voluto ricordare il suo martire della giustizia dapprima con un omaggio floreale presso la cappella di famiglia, non sterile da grosse polemiche per la sua mancata apertura avvenuta per il secondo anno di fila, e successivamente con una messa nella chiesa di San Domenico, la stessa parrocchia frequentata da Livatino per il quale la fede in Dio era pari al suo senso di giustizia. Il Prefetto Dario Caputo, il Procuratore della Repubblica Luigi Patronaggio, il procuratore aggiunto Salvatore Vella, il primo cittadino Ettore Di Ventura e svariati membri della giunta canicattinese, oltre alle massime autorità civili e militari e alle associazioni Amici del giudice Rosario Livatino e Tecnopolis nonché le scolaresche dell’hinterland hanno voluto rendere omaggio al giovane magistrato nella messa presieduta dal postulatore don Giuseppe Livatino il quale durante l’omelia ha esposto in particolare l’imparzialità e la preparazione invidiabili del giudice ragazzino portate avanti con tanta abnegazione lungo la sua, purtroppo, breve carriera in magistratura. In seguito alla messa, i presenti si sono recati a rendere omaggio al magistrato “martire della giustizia e indirettamente della fede” – come definito da Giovanni Paolo II – con la deposizione di una corona di fiori proprio sul punto esatto della ss 640, che da Agrigento porta a Caltanissetta, in cui l’auto di Livatino è stata speronata dai killer che freddamente hanno esploso una serie di colpi d’arma da fuoco i quali hanno posto fine alla giovane vita del giudice. Un plauso infine ai Vigili Urbani, supportati dalle Guardie Ambientali del Mediterraneo G.E.Z.A., i quali hanno garantito la sicurezza logistica dell’evento.

Di Pietro Geremia

Davide Difazio, giornalista iscritto all’albo nazionale dei giornalisti, elenco pubblicisti Sicilia, dal 09/05/2003 N° di tessera 098283, protagonista di diverse trasmissioni televisive in Rai e Mediaset ha collaborato con diverse testate giornalistiche nazionali ottenendo risultati lusinghieri. Fondatore della testata giornalistica Siciliareporter.com, in pochi anni , è riuscito a far diventare il portale un importante punto di riferimento per l'informazione siciliana.