Maria Teresa Ruta: «Ho ancora dentro di me la magia dell’Africa»

È in tv con «Pechino Express» e a Sorrisi racconta cosa ha fatto in questi anni in cui l’avevamo un po’ persa di vista

Maria Teresa Ruta con alcune copertine di Sorrisi a lei dedicate e due dei Telegatti vinti nella sua carriera. Il primo nel 1984 per il programma «Caccia al 13». Poi altri quattro per «La Domenica Sportiva»: affiancò Sandro Ciotti dall’86 al ‘91  Credit: © Stefano Pavesi
12 Ottobre 2018 alle 09:51

Maria Teresa Ruta è proprio come la vedete in tv. Irrefrenabile. Inarginabile. Straripante. Appena finita l’intervista, la biondissima e sorridentissima conduttrice continua ad aggiungere notizie, frasi, dettagli, altre informazioni e precisazioni impossibili da contenere nello spazio di queste pagine.

Per dare un ordine partiamo dalla fine. Dall’ultima volta che è apparsa in tv, ossia giovedì scorso nel reality-avventura «Pechino Express». Da tre settimane, infatti, Maria Teresa Ruta compare sugli schermi di Raidue vestita con turbanti o cappelloni di paglia mentre scorrazza fra le «medine» marocchine e i deserti africani. Insieme con Patrizia Rossetti forma la coppia delle #signoredellatv.

Le piace come definizione? «All’inizio mi ha fatto strano, mi sembrava “antico”. Io mi sento costretta nel mio fisico, perché, per come ragiono, mi sento ancora una ragazza di 16 anni. Le #signoredellatv fa tanto “anta”. Anche se io sono “anta”!». La Ruta ha 58 anni, di persona ne dimostra molti meno, dopo un’ora insieme con lei si arriva a pensare che sia una ragazza. Si muove, si agita, si cambia vestiti, si pettina e si spettina con gran divertimento e allegria. Conserva ancora l’appartamento di Milano dove abitava con l’ex marito, il giornalista sportivo Amedeo Goria, mentre ora vive con il nuovo marito, il produttore musicale Roberto Zappulla, a Luino, in un pittoresco castelletto sulle sponde del Lago Maggiore, dove lei allestisce cerimonie, matrimoni e spettacoli di fiabe per ragazzi proclamando: «Io sono surreale, vivo sulle nuvole, amo talmente le favole che trasformo anche le cose della mia vita in favole».

Di Maria Teresa Ruta, indubbiamente, si può ben dire: «Una signora della tv». Fra gli Anni 80 e 90 appariva ovunque sul piccolo schermo (e non solo). Ricorda: «Sono stata la prima giornalista ad arrivare a “La Domenica Sportiva”, la prima a presentare lo “Zecchino d’Oro” accanto a Cino Tortorella, la prima a fare la rassegna stampa a “Unomattina”, ho fatto la prima edizione de “L’isola dei famosi”. Cerco sempre delle strade che non siano state percorse». A proposito di strada, negli ultimi mesi ne ha fatta parecchia. Chilometri e chilometri macinati con un pesantissimo zaino in spalla per guadagnarsi ogni tappa, dal Marocco al Sudafrica, della gara di «Pechino Exress». Quante puntate ha superato? Non è dato sapere, per non guastare il gioco, di sicuro «quando me l’hanno proposto non ho neanche riflettuto, ed è stato meglio. Ho accettato subito. Sono partita molto naïf, ho riempito il bagaglio di palloni, collanine, braccialetti, matite, pennarelli da regalare ai bambini, poi i reggiseni me li ha dovuti prestare Patrizia. La cosa più pesante è stata la gara, non il viaggio di per sé. Corri di qua, corri di là, lo zaino pesava tantissimo, ogni concorrente ha in dotazione un geolocalizzatore di sicurezza veramente pesante. Alla fine un antidolorifico lo prendevo sempre ogni sera». 

Ma niente ha fiaccato il suo spirito. Sempre felice ed entusiasta. «Quando mi hanno chiamato per offrirmi di fare la concorrente a “Pechino” stavo registrando “Missione relitti” per Canale Acqua (canale 65 del digitale terrestre, ndr), un programma di nicchia ma io sono appassionatissima di subacquea. Stavo partendo per Marina di Camerota». Maria Teresa accetta subito la proposta di Raidue. Cambio di canale e cambio di rotta, dalla Campania al Marocco. Ha mai rimpianti per la vita e per i programmi che faceva un tempo? «Io sono talmente felice della mia vita, che no, non ho rimpianti». Cose che avrebbe voluto fare e non ha potuto? «So che ho sbagliato qualche volta a non battere i pugni sulla scrivania, ma non è nel mio carattere. Nel 1991 avevo lasciato “La Domenica Sportiva” per fare “Domenica in” con Piero Badaloni e Toto Cutugno. Improvvisamente cambiò tutto, arrivò Pippo Baudo, che giustamente portò le sue persone, e io mi ritrovai senza programma. Allora non ho avuto il coraggio di andare dal direttore di rete, ma non ho mai forzato la mano, faccio questo mestiere in maniera molto semplice. Sicuramente qualche occasione l’ho persa, ma “Pechino” era il mio sogno da tanti anni e quando mi hanno chiamato l’ho fatto». Sorride e chiude l’intervista. No. Aggiunge un’altra cosa: «“Pechino” mi ha regalato qualcosa che non si può comprare: l’affetto e il calore del popolo africano che mi ha colmato il cuore».

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