Videoincontro con Orlando Bloom, ragazzo abusato in Romans

di Patrizia Simonetti

Un Orlando Bloom come non l’avete mai visto. L’indimenticabile elfo Legolas de Il Signore degli Anelli nonché il Will Turner dei Pirati dei Caraibi, arriva ad Alice nella Città, sezione parallela della Festa del Cinema di Roma dedicata ai ragazzi, a presentare il suo nuovo film Romans scritto da Geoff Thompson in una sorta di autobiografia e diretto dai fratelli Ludwig e Paul Shamassian, al centro lo scottante tema della pedofilia nella Chiesa di cui finalmente si comincia a discutere seriamente. In Romans infatti Orlando Bloom interpreta Malky, un uomo giunto alla soglia dei quarant’anni con l’ultimo quarto di secolo trascorso a colpevolizzarsi, vergognarsi e ad autoinfliggersi punizioni anche fisiche a causa di un abuso sessuale subito a soli dodici anni dal prete della parrocchia, tanto da arrivare a perpetuare una sorta di rito di espiazione che ripete davanti allo specchio quella stessa violenza subita su se stesso. “Sono stato subito molto colpito dalla sceneggiatura di Romansci dice Orlando Bloom nel nostro videoincontro – incontrando Thompson ho saputo che questo testo nasce da una sua esperienza personale, da un abuso che aveva subito, e ho capito che potevo accettare questa sfida, interpretare cioè un personaggio come questo che mi avrebbe dato respiro e avrebbe allargato i miei orizzonti. Inoltre Thompson mi ha spiegato che spesso nei casi di abusi sessuali su minori il carnefice è stato a sua volta vittima e che quindi è uno schema che si ripete e comprenderlo è molto importante”. Malky ha una ragazza di nome Emma interpretata da Janet Montgomery (Salem, This is us) con la quale non riesce ad aprirsi né a stabilire un contatto che vada al di là della mera relazione sessuale, a tratti anche un po’ violenta. In compenso ha un rapporto simbiotico con la madre, benché a tutti gli effetti colpevole in primis di quel suo stato. Il tutto peggiora quando Malky è chiamato con altri operai a demolire proprio quella Chiesa dove è stato violentato e quando, di lì a poco, torna in città dopo quasi trent’anni proprio quel prete che gli ha rovinato la vita. Malky lo incontra per caso, poi ne legge sul giornale e da allora la situazione si fa incandescente: violenti scatti d’ira sempre più frequenti, persino ai danni del suo migliore amico, rabbia che cresce, autolesionismo sempre più cruento. Il racconto di un tormento di un uomo la cui vita è stata distrutta nel momento in cui un altro uomo di cui si fidava ciecamente gli ha portato via l’infanzia e il rispetto di se stesso perché, come sempre accade in questi casi, la vittima di sente sporca, complice, colpevole. Malky si salverà paradossalmente grazie a quella chiesa che l’ha tradito, alla lettura casuale, forse estremo lascito di una madre morente in cerca ella stessa di redenzione, della lettera ai Romani 12:19,20 – da cui il titolo del film Romans – che invita i fedeli a non farsi giustizia da soli ma di lasciar fare all’ira divina. Vendetta, dunque, o perdono? Lo abbiamo chiesto direttamente a Orlando Bloom:

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