Murillo l'ultimo dei miracolati: è in buona compagnia

Da Zaccardo a Padoin: un palmares quasi per caso

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Uno come Jeison Murillo non passa inosservato. All'Inter se lo ricordano abbastanza bene. Prelevato dal Granada, era partito molto bene in Italia al fianco di Miranda ma poi aveva iniziato a far passare dei brutti quarti d'ora alla tifoseria nerazzurra, bilanciando le sue spettacolari rovesciate in area avversaria con degli errori ad alto tasso di attacchi cardiaci. Nell'estate del 2017 è stato ceduto al Valencia dove non ha brillato (17 presenze nella scorsa stagione), con un ulteriore decremento in questi primi mesi del 2018-19 (1 presenza in Liga, 1 in Champions League e 1 in Copa del Rey). Ora però va al Barcellona in prestito ed entra di diritto in quella categoria di giocatori che possono considerarsi dei miracolati. 

Murillo è colombiano ma ci sono moltissimi brasiliani che possono essere inseriti di diritto in questa categoria. A cominciare da Maxwell, che nella sua carriera non ha quasi mai avuto un posto da titolare fisso e invece è nella storia del calcio perché dopo Dani Alves è il giocatore che ha vinto più titoli nella storia. I meno giovani ricorderanno sicuramente Juary, che dall'Avellino passò all'Inter quasi per caso, venne scaricato in malo modo e poi vinse la Coppa dei Campioni con il Porto segnando in finale contro il Bayern Monaco. In quella partita segnò anche l'algerino Rabah Madjer, che l'Inter aveva invece scartato per un problema al ginocchio. Tornando al Brasile, sono soprattutto i difensori a tenere alta la bandiera. Marcio Santos vinse da titolare i Mondiali del 1994 poi passò alla Fiorentina dimostrando che in un contesto diverso dalla Seleçao faticava parecchio a fare il suo mestiere. Così come il suo collega Roque Junior, che nel Milan combinava pasticci a raffica ma che vinse con la sua Nazionale il Mondiale del 2002. Felipe Melo all'Inter ne ha fatte di tutti i colori, ora è tornato in Brasile e ha vinto da leader il campionato nazionale. 

La più alta media di scudetti per partite giocate spetta sicuramente al portiere Rubinho, tre volte tricolore con due presenze nella Juventus. Mitico a suo modo (non per niente idolatrato dal pubblico bianconero) Simone Padoin, 84 presenze in 5 stagioni (quasi tutti spezzoni di partita) e 5 scudetti in bianconero. Italiano per italiano, Christian Zaccardo può giustamente vantare un titolo di campione del mondo, totalizzando 155 minuti e un autogol in Germania. Ma restando in tema di azzurri, il più miracolato di tutti è Graziano Pellè. Nella sua carriera non ci sono picchi di eccellenza, eppure è il giocatore italiano con il più alto stipendio nella storia del calcio, 16 milioni dallo Shandong Luneng.

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